Russi
Per equità, faccio seguire al post precedente – sulla tipica ignoranza della propria lingua che affligge gli americani – un post sullo stile retorico dei russi.
Qualche giorno fa, mi è stato forwardato questo articolo di una newsletter russa. Non starò a tediarvi con la traduzione in italiano della traduzione in inglese che un bulgaro ha fatto per me; in sostanza, si tratta di un pezzo sull’imperialismo americano che si estende alla rete. Intitolato “Gli americani vogliono governare la rete russa” (ossia, i domini in cirillico), presto inizia con le domande retoriche come “Non sarebbe ora che la Russia stessa controlli l’Internet in russo?”, supportato dall’inoppugnabile argomento che i cinesi già fanno così.
Ma la cosa più bella è che, in uno stile che ricorda i comunicati del vecchio PCI, il pezzo viene chiuso con un richiamo ad una famosa frase dell’immortale compagno Lenin Stalin Kruscev Breznev Gorbaciov Eltsin Putin, e precisamente «Мы проявили слабость, а слабых бьют», ovvero, se la sfilza di traduzioni non inganna, “Abbiamo mostrato debolezza, e i deboli vengono battuti!”.
Se la ripetete pensando al ghigno malefico di Vladimir, non potranno che venirvi i brividi; anche se non sono del tutto sicuro che siano preferibili le citazioni dei comunisti nostrani, “Attento alle comunicazioni” e “Facci sognare”.
14 Giugno 2007, 20:15
Oppure:
“Guarda che Ricucci vuole la tessera…”
(…quest’ultima fa un po’ rabbrividre, pensando all’estate forcaiola di qualche anno fa..)
15 Giugno 2007, 10:01
Non è tanto questione del “compagno” tale o talaltro, credo che la consuetudine risalga ancora agli Zar. Ma perché molti, anche persone di provata cultura e intelligenza, quando si parla di comunismo regrediscono all’infanzia? E parlano del comunismo con la stessa ottusa mancanza di senso storico che manifesta un tipo da centro sociale quando parla di fascismo?
15 Giugno 2007, 10:11
Scusa, VB, ma non resisto alla tentazione di usare le tue parole contro di te:
>vb:
>29 Maggio 2007, 15:50
>Dev’essere questione d’età: per me “fascista”, “comunista” e “democristiano” sono aggettivi qualificativi riferiti a >ideologie del secolo scorso, mentre per chi era lì a menarsi negli anni ‘70 sono dichiarazioni di appartenenza: per cui >per loro, se appartenevano al gruppo opposto, “fascista” è un insulto grave, come “juventino” è un insulto grave per >un ultras del Toro.
Dal tuo post di oggi, sembra che il secolo scorso tu ce l’abbia molto ben presente. Al punto di includerci D’Alema.
15 Giugno 2007, 10:18
Mah, ad essere onesto è difficile associare D’Alema a una qualsiasi ideologia se non quella della presa del potere; peraltro i comunisti italiani non erano più comunisti in senso stretto sin dagli anni ’60. Il punto del discorso invece è il come la tradizione comunista si sia evoluta in modo così differente nei due paesi: una serie di uomini forti in Russia – che va al di là delle ideologie, visto che come dici anche tu si comincia con gli zar alla Ivan il Terribile, si continua con i capi del partito, e si finisce con i leader politici “democratici” – e una povertà assoluta di progetti e di idee in Italia, dove le uniche frasi che rimarranno dei nostri politici teoricamente progressisti sono le intercettazioni dei loro maneggi.
15 Giugno 2007, 10:36
In Italia il 50% (circa) degli elettori vota a destra perché se no vanno al governo i comunisti, e l’altro 50% (circa) vota a sinistra perché se no vanno al governo i fascisti. Sia i comunisti che i fascisti non esistono più da decenni. A ‘sto punto, favola per favola, perché non sacrificare un paio di vergini l’anno? Così evitiamo che tornino i marziani, e c’è più pathos che con gli exit poll!
15 Giugno 2007, 10:42
Si, vero “i fascisti” e i “comunisti” non esistono più da decenni come portatori di ideologie. Tuttavia continuano a persistere, radicatissimi nella mentalità italiana comune, certe categorie mentali, certi limiti intellettuali, certi vizi caratteriali che si riconducono direttamente a quelle ideologie. Sembra comico, invece è tristissimo.
15 Giugno 2007, 10:53
Tornando a bomba: non è il caso di citare una newsletter russa per trovare richiami al compagno di turno e prove del rimontante nazionalismo russo. Basta, come ai vecchi tempi, la Pravda. Ma online, stavolta…
Tra l’altro, ha collaborato all’edizione italiana della Pravda onlinte tale Franco Farro, un italiano che vive, credo, in Venezuela.
Qui trovate un suo articolo
http://www.corrierecaraibi.com/articoli_leFirme_FFarro2_perche.htm
che trovo francamente difficile da commentare. L’articolo in questione è stato pubblicato proprio dalla Pravda a suo tempo.
Un’altro sito su cui potete leggere contributi di Farro è questo:
http://www.italiachiamaitalia.net/
Dopo la lettura di questo materiale, i concetti di Comunista e fascista perdono un po’ di efficacia, come strumenti interpretativi della realtà.
15 Giugno 2007, 11:01
Sì, Elena, i concetti di fascismo e comunismo continuano ad esistere nella mentalità comune italiana. Esistono solo nella mente di alcune, molte, persone. Come i fantasmi e il malocchio, insomma.
Bruno
15 Giugno 2007, 12:53
Sono a favore di qualsiasi iniziativa che disincentivi la conservazione della verginita’. Bruno capo del mondo!