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domenica 4 Novembre 2007, 10:05

Pomeriggio a Santa Monica

La cosa positiva dei trasporti pubblici della città di Santa Monica è che una delle loro quattordici linee ha una fermata proprio davanti al mio albergo – che pure si trova a una dozzina di chilometri dai confini della suddetta città – e ne ha altre ad ogni angolo della Quarta Strada, proprio accanto alla Third Street Promenade e vicino al famoso molo di Santa Monica.

La cosa negativa dei trasporti pubblici della città di Santa Monica è che all’andata, con una frequenza annunciata di un bus ogni quindici minuti, ne ho attesi ventidue; al ritorno, con una frequenza di un bus ogni venti minuti, ne ho attesi cinquanta… per poi fare i 55 minuti di viaggio in piedi, in un pullman strapieno, dove ad ogni fermata era il delirio.

Ma me la sono voluta, ho preso gli autobus in America… e d’altra parte il viaggio è costato in tutto un dollaro e mezzo contro i sessanta che avrei speso in taxi. In più, ho avuto modo di fare un confronto interessante: all’andata infatti sono uscito attorno alle 15, e quindi il pullman era pieno di studenti (avete mai notato che ora segna l’orologio nei fumetti americani, quando suona la campanella?). Solo che alla high school di Westchester sono salite essenzialmente ragazzine nere di stazza cetacea e qualche ispanica derelitta, mentre a Santa Monica High sono salite tre diciottenni alte, bionde, truccatissime e con le tette già rifatte (il rifacimento di tette e/o naso qui è il tipico regalo dei 18 anni per chi non ha problemi di soldi).

La spiaggia di Santa Monica è comunque bellissima, specialmente in questa stagione, quando è quasi deserta (non del tutto però, anzi c’erano gruppi che facevano il bagno). E’ talmente enorme – ci saranno tranquillamente tra i duecento e i trecento metri di spiaggia, tra la fila di case sotto lo strapiombo e il mare – che è facile ritrovarcisi completamente soli, attorniati dalla sabbia piena di tracce di quad e di zampe di uccelli, nel silenzio assoluto, rotto appena dal vento, dal mare e da qualche gabbiano.

Certo, poi poco più in là c’è David Hasselhoff uno vestito come David Hasselhoff che esce dal regolamentare gabbiotto del baywatch e, dalla noia, insegue i turisti per farsi fotografare con loro. Io mi chiedo invece come facessero a girare le scene di corsa di Pamela Anderson: probabilmente cementavano la sabbia, perchè è talmente fine e alta che ci si sprofonda dentro, e si riesce a malapena a camminare, figurarsi a correre, e figurarsi a correre con quella distribuzione dinamica di pesi sul davanti che ballonzolano in modo scomposto.

Anche il centro commerciale all’aperto è piacevole, voglio dire, più della media del centro commerciale americano. Il fulcro della Third Street Promenade è ovviamente l’Apple Store, nel quale ho incontrato almeno una decina di partecipanti al meeting di ICANN. Ho giochicchiato con l’iPhone, che è davvero bellissimo, se non fosse che, con quella tastierina, è assolutamente impossibile scrivere un SMS; ci ho provato varie volte, senza riuscire ad andare oltre a “CIQL MSBNA”. In più, l’oggetto è coperto da mezzo centimetro di grasso e ditate; capisco che è quello in esposizione, ma non oso pensare che ne sarebbe di uno di essi tra le mie mani. Alla fine non ho comprato niente, perché è vero che costa tutto il 30% in meno, ma tra il rischio dogana, la difficoltà di scaricare l’IVA e la spina da sistemare mi sembrava che non ne valesse la pena.

Il resto della promenade sono negozi di abbigliamento, cinema e ristorantini; io sono andato prima a comprare libri da Barnes & Noble, e poi pantaloni da Macy’s, e poi ho cenato al fast food cinese, con dell’ottimo manzo al pepe in mezzo a noodles e pollo ai funghi. E nel frattempo è scesa la notte, e mi sono divertito a guardare un po’ la vita che mi scorreva attorno, prima di fare amicizia con una vecchietta brasiliana che aspettava il mio stesso pullman. Ha otto figli, di cui un paio a L.A., un altro paio a San Francisco, e uno che fa il militare a Padova, con l’uniforme e tutto quanto, e un altro che si è trasferito da poco a Roma, e un marito che è mancato da poco, e la capacità di indovinare al volo da dove vengo e il mio segno zodiacale, e poi sparirà nella notte a una fermata qualsiasi, e però avrà avuto un senso lo stesso.

[tags]santa monica, iphone, david hasselhoff, pamela anderson, third street promenade[/tags]

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