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Archivio per la categoria 'StillLife'


martedì 25 Settembre 2007, 16:11

Giornate

Non so se vi è mai capitato di svegliarvi la mattina all’ultimo momento, dopo essere andati a dormire tardi, ed essere già in ritardo per il primo appuntamento della giornata; e quindi, lavarvi in fretta, rinunciare a farvi la barba, infilarvi i primi vestiti che trovate, e uscire spettinati e un po’ in disordine.

La domanda è perché questo capiti sempre nelle giornate in cui, per qualche motivo, finite per incontrare mezzo mondo, in modo più o meno previsto: per cui un numero spropositato di persone, dal vostro gestore della banca agli amici commentatori del blog fino alle tre nuove stagiste del vostro ufficio, vi vedranno sfatto e trasandato…

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mercoledì 19 Settembre 2007, 23:59

Vita milanese

Oggi, durante un giro a Milano per riunioni, ho scoperto un paio di altre perle su quanto sia piacevole vivere in codesta città.

Ad esempio, avendo dieci minuti liberi in pieno centro, ho fatto un giro dentro al Duomo; molto bello, ma si viene subito colpiti dall’abbondanza di cartelli che con tono perentorio intimano “Silenzio!”, “Di qua!”, “Vietato entrare!”… insomma, non si ha esattamente la sensazione di essere benvenuti.

Ma la cosa più interessante è stato entrare nella stazione della metro e fermarmi davanti a un distributore di cibarie (sì, ogni tanto lo faccio): davanti a me un ragazzino stava armeggiando con le mani dentro la cassetta dove si ritira il prodotto acquistato. Ho pensato che stesse cercando di rubare qualcosa, oppure che fosse semplicemente molto impedito. Alla fine, dopo un minuto buono di sforzi erculei, il ragazzino ha estratto la sua bibita e se ne è andato; al che io ho comprato la mia, ho infilato le mani nella cassetta per prenderla, e… ho scoperto che, presumibilmente per paura dei furti, questa macchinetta era stata modificata in modo che l’apertura della cassetta facesse scendere una paratia di ferro proprio sulle mani del cliente, bloccandole contro la parete. Effettivamente l’unico modo per prendere il prodotto acquistato era dimenarsi in ogni modo, con le mani schiacciate in una fessura di un centimetro, cercando di afferrare l’acquisto con la punta delle dita e poi di deformarlo in modo da farlo passare nella fessura.

O era una candid camera, o l’utente milanese è molto benvoluto dai suoi fornitori.

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martedì 18 Settembre 2007, 23:28

Trasloco

Mi sembra il caso di annotare sul mio blog che questo pomeriggio, davanti a una notaia tanto in carriera quanto frettolosa, ho concluso la transazione e sono diventato definitivamente proprietario della mia nuova casa.

La giornata non è stata priva di situazioni grottesche, come quando in bicicletta, concentrato sulle cose da fare, ho imboccato il marciapiede di corso Monte Cucco per dirigermi alla mia filiale della Banca Sella; al primo cancello ho svoltato verso l’interno, ho alzato lo sguardo e… mi sono trovato sì di fronte a una banca, ma a una misteriosa filiale del Banco Desio. In un attimo di panico, ho pensato che i biellesi avessero chiuso tutto e fossero fuggiti coi miei soldi dopo aver venduto la filiale; invece ho scoperto che hanno aperto una nuova agenzia del suddetto banco esattamente trenta metri prima della mia, in una posizione identica rispetto al cancello precedente. Ma pensa te se son scherzi da fare.

E ci sono pure dovuto andare tre volte, in banca, perchè le varie fonti da cui doveva confluire il denaro non si erano messe d’accordo e quindi i miei soldi erano bloccati “per un problema alla procedura interna”. Ma alla fine ce l’hanno fatta.

Comunque, credo di aver trovato il modo di far stare nell’unico bagno sia la vasca idromassaggio che un ampio box doccia, pur scartando la proposta, decantatami dal venditore di sanitari, di incorporare la finestra del bagno nella doccia (pare che vada di gran moda; del resto, con le dimensioni e i prezzi delle case attuali…). E ho deciso di tenere il cucinino, che non è poi così piccolo, così posso isolare le puzze dal tinello. Ora devo solo scegliere le piastrelle del bagno: vi piace giallo e arancione?

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domenica 16 Settembre 2007, 09:31

Parcheggi a Caselle

Stufo di pagare le tariffe del parcheggio di Caselle – per tre giorni e mezzo, 42 euro parcheggiando sul prato (!) a un chilometro dall’aeroporto, e “soli” 64 nel multipiano; per dire, a Bergamo se ne spendono 31 – mi sono deciso a provare non il lontanissimo Parkingo, ma il vicino Parktofly, che costa pure molto meno.

In breve, sono molto soddisfatto. Vero è che devi prenotare sul web la sera prima (altrimenti costa di più), ma è molto meno scomodo di quel che sembra: si esce dalla superstrada a Caselle – subito prima del cavalcavia che plana sull’aeroporto – e si gira a sinistra; si ripassa sotto la superstrada e proprio lì, sulla destra, c’è il parcheggio. In tre minuti si completano le formalità, si paga (in anticipo), si lascia la macchina e si viene caricati su un pulmino che in tre altri minuti – è a cinquecento metri dall’aeroporto – ti scarica al terminal. Al ritorno, non c’è nemmeno bisogno di chiamare: sanno su che volo sei, si fanno trovare loro col pulmino davanti all’uscita degli arrivi. Se il pulmino non c’è, come è successo a me, puoi telefonare; ma prima che facessi in tempo a comporre il numero il pulmino è arrivato, e mi ha spiegato che aveva appena portato l’altro cliente del mio volo, che non aveva bagaglio e quindi era uscito cinque minuti prima.

In tutto ho speso 27 euro: sempre tanto se si pensa che ti affittano un pezzo di piazzale scoperto per non farci nulla, ma è il 40% in meno del più economico parcheggio ufficiale, e il 60% in meno del multipiano, e meno di un terzo degli 80 euro che costa andare e tornare in taxi (grazie, corporazione dei tassisti). Consigliato, almeno finchè alla Sagat non cominciano a vergognarsi per quanto fa schifo il sistema di collegamenti con l’aeroporto.

Già che ci sono, aggiungo (sempre per i gestori dell’aeroporto) che fare pagare tre euro per un quarto d’ora di sosta nel parcheggio a sosta breve non può che qualificarsi come estorsione: il risultato è semplicemente che non lo usa più nessuno, e chiunque aspetti amici e parenti abbandona la macchina in divieto in qualsiasi buco, inclusi i marciapiedi, i parcheggi dei taxi e le fermate degli autobus. Saranno incivili loro, ma non mi sento di biasimarli.

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giovedì 13 Settembre 2007, 17:09

Scatto

In questo momento sono in una delle sale del Consiglio d’Europa, dove sta per iniziare il mio panel. Mi aspettavo una grande sala da conferenze, e invece è una stanza modello Nazioni Unite, con vari cerchi concentrici di banchi e sedie; come relatore, oggi sono nell’anello più centrale e stamattina guardavo negli occhi i dignitari, tra cui due vicesegretari (del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO) e una europarlamentare, che naturalmente se ne sono in gran parte andati subito dopo aver parlato.

La sensazione che si ha prima di fare un intervento – perdipiù a braccio, in inglese, davanti a una platea di francesi con le cuffie – è sempre particolare: è come il momento in cui ci si concentra prima dello scatto (per proseguire il paragone con Pantani). Si accumula energia e si anticipa l’attimo, e poi, quando arriva, ci si butta, senza freni e senza reti di protezione: o si vince, o si cade.

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mercoledì 12 Settembre 2007, 19:38

Compleanno

È un periodo di cambiamenti ed evoluzioni piuttosto intensi, ed è per questo che ultimamente riesco a bloggare molto poco – unitamente al fatto che gli argomenti interessanti scarseggiano, e che noto insomma un periodo di stanca sia nell’autore che nei lettori. Oggi, comunque, vi scrivo da un Internet café di Strasburgo, che mi dicevano essere un buffo pezzo di Germania trapiantato in Francia, ma che a me pare francesissima, a parte i nomi dei posti.

Tornando ai cambiamenti, ce ne sono parecchi in corso (matrimonio di mio fratello a parte). Tra pochi giorni farò l’atto per comprare casa, e sono già attivamente impegnato dalle discussioni su cucina, piastrelle e bagno (alla fine troverò il modo di farci stare sia la vasca che la doccia). Farò anche l’atto per cedere una buona parte delle mie quote di Dynamic Fun, e avviarmi sempre di più sulla strada della libera professione. Di fede, direi, visto che tuttora non mi è chiaro quale sia la mia professione, a metà tra siti, riunioni politiche, meeting sociologici e scrittura varia; lo scoprirò più avanti, forse.

Peraltro, il mio termine in ICANN non è stato rinnovato, e finirà quindi regolarmente all’inizio di novembre: dopodiché, si viaggerà decisamente meno, e se da una parte mi dispiace, dall’altra non auguro a nessuno il tour de force di valigie che ho fatto io in questi tre mesi. Ci sono comunque una tonnellata di altre occupazioni del genere “sempre meglio che lavorare” (scherzo), dai forum delle Nazioni Unite alla campagna sui diritti della rete; non smetterò certo di imperversare sulle mailing list internazionali.

Così, oggi il mio compleanno è passato in sordina, in mezzo ai paesaggi verdi scuro della Renania. Colazione al bar, a pranzo kebab aeroportuale, a cena… non so, flammenkuche? Fast food? Vedremo. Purtroppo non sono riuscito, tra le cose da fare, a scansionare una delle svariate vignette di Life In Hell che si sarebbero adattate bene al tema; ma sono contento, perché sarebbe risultato un compleanno troppo cinico. Invece, quando il tempo che scorre perde la propria dimensione emotiva e diviene semplicemente una consuetudine, si può affrontare qualsiasi svolta prevista e imprevista senza tensione. Anzi, con un bel po’ di curiosità.

E quindi, oggi vorrei essere io a fare gli auguri a tutti.

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domenica 2 Settembre 2007, 09:47

Verso l’ignoto

Se non mi vedete apparire in questi giorni, è perché sono improvvisamente partito per uno dei miei viaggi, in particolare a Toledo, per questa conferenza. La cosa bella, però, è che per una volta non è una conferenza in cui sono io l’invitato; in sostanza, mi sono aggregato all’ultimo senza la minima idea di cosa fosse – se non che era una cosa estremamente e astrusamente erudita, a metà tra la rivelazione meravigliosa e il “mai più senza” intellettuale – e non ho nemmeno ancora letto il programma, prendendo la cosa come una totale vacanza. In pratica, potrei passare i quattro giorni in albergo a dormire, sperabilmente inframmezzando il sonno con visite alla città – che mi dicono bellissima – o magari con un giro nelle vicine Madrid, Avila o Segovia.

Poi già lo so che troverò una connessione a Internet, bloggherò, lavorerò, risolverò problemi… però lasciatemi pensare che, per quattro giorni, la mia vita possa non essere incasellata in un albergone ben programmato dalle sette alle ventuno a slot di quindici minuti, o in alternativa vagante per casa nell’eterna lotta tra le disparate incombenze da fare e il sotterraneo desiderio di logorante cazzeggio.

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giovedì 30 Agosto 2007, 12:07

Matrimoni

Io non riesco a capire perché uno, soltanto per essere parente dello sposo, debba venire:

  • Mobbato dai parenti per due mesi sulla necessità che il vestito sfoggiato per l’occasione sia assolutamente nuovo;
  • Portato a forza all’acquisto del suddetto vestito proprio il pomeriggio in cui c’è Toro-Rimini di Coppa Italia alle 18;
  • Trattenuto per oltre un’ora a provare ogni diversa sfumatura di taglio, colore e tessuto che si possa immaginare;
  • Trattenuto per un’altra ora per trovare tutti gli accessori necessari ad andar bene col vestito scelto;
  • Deprivato di oltre seicento euro del proprio patrimonio;
  • E infine, come se non bastasse, intimato di lavare la macchina prima dell’occasione (no dico, la mia macchina!)

Sono stato peraltro gentile: a cena davanti alla futura «non so la parola per indicare la moglie dei fratelli e speravo di non doverla mai imparare», mi sono trattenuto dal riferire il messaggio che almeno due diversi amici di famiglia sulla quaranta-cinquantina mi hanno vivamente invitato a propagare, che conteneva in vari punti le parole “cretino”, “ne riparliamo tra cinque anni”, e “pagherai alimenti tutta la vita”.

Comunque viva gli sposi, eh!

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lunedì 27 Agosto 2007, 14:18

Formerly known as

Giunto a casa dopo un weekend senza collegamento, apro la posta e trovo un messaggio che inizia così:

Hi Vittorio,

It’s Sara and Greg (formerly known as Zeus) from the Active NZ tour!

I tizi me li ricordo, erano due simpatici americani di mezza età, di Seattle se non erro, che erano con me nel giro della Nuova Zelanda un anno e mezzo fa. Lei faceva l’infermiera, e lui era un signore che non solo si chiamava Zeus, ma aveva il fisico del ruolo, minuto e magro, ma con una grande barba grigia. Peraltro, quando ci hanno dato la bici per scalare il Divide, io ho staccato facilmente i ragazzotti palestrati di Miami, ma nel frattempo lui è partito e me ne ha dato altrettanto…

Ora, capisco che Zeus fosse un nome ingombrante, ma sono sempre stupito di come gli americani considerino i nomi come una stringa di caratteri definibile e modificabile a piacimento. Sono piuttosto curioso di scoprire cosa possa spingere uno Zeus a diventare Greg!

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venerdì 24 Agosto 2007, 16:21

Carabinieeriiii…

Oggi dovevo fare una denuncia: quindici mesi fa ho perso un paio di chiavi della macchina (la denuncia serve perché siamo in Italia, e la ditta di noleggio e il meccanico vogliono pararsi il sedere in caso di successivi casini). Così, ho deciso di vedere se c’erano un commissariato o una stazione dei Carabinieri comodi per il giro di commissioni che dovevo fare.

Sul sito della Polizia, è facile: c’è un bel link Dove siamo proprio nella testata, che porta a un modulo di ricerca, che presenta una mappa interattiva (non è quella di Google ma funziona decentemente).

Sul sito dei Carabinieri, invece… niente. Ci sono, in bella evidenza, i comunicati stampa, le gare d’appalto, persino Giochi e Download, per non parlare della leggendaria rivista Il Carabiniere, ben nota a tutti i conoscitori dell’arma. C’è un link a una misteriosa “Stazione CC Web”, che poi sarebbe una animazione 3D con una carabinieressa virtuale che sembra un incrocio tra Lara Croft e Mary Poppins. Ma la posizione delle caserme – che, a naso, mi sembra la cosa più frequente che uno vorrebbe sapere dai Carabinieri – non c’è. O meglio, c’è, se schiacciate su Informazioni, poi scrollate di un paio di paginate, e trovate Dove siamo. Ben nascosto. Si sa mai, magari così la gente va dalla concorrenza e noi abbiamo meno lavoro da smaltire.

Devo comunque aggiungere la mia solidarietà al poliziotto che ha infine raccolto la mia denuncia al commissariato di Polizia di Madonna di Campagna (proprio sotto la sopraelevata). Certo, l’inizio è stato un po’ kafkiano, con una freccia sul portone principale che dice “l’ufficio amministrativo è nel palazzo successivo”, e poi un cartello sul portone dell’ufficio amministrativo che dice “però le denunce si raccolgono in corso Grosseto 283” – e poi sta all’utente capire che corso Grosseto 283 è il portone principale da cui si è partiti. Certo, io sono entrato alle 14,15 e fino alle 15 non si è presentato nessuno, nonostante il cartello dicesse che le denunce si raccolgono dalle 8 alle 20,30 con orario continuato. Certo, il poliziotto ha allargato le braccia e mi ha detto che avrebbe dovuto mandarmi via, che non c’era bisogno di fare una denuncia per una sciocchezza simile (e concordo con lui).

Ma intanto, oltre a passare dieci minuti ad annotare i dati della mia auto a noleggio, si è dovuto subire il tizio prima di me, che voleva “denunciare” che la firma obbligatoria in corso Giulio Cesare per lui era scomoda, e voleva spostarla lì; e quelli dopo, che – oltre a conoscere quello prima e a salutarlo con grandi pacche sulle spalle – volevano denunciare il vicino cinquantenne che guardava troppo intensamente il culo di lei quando si incrociavano sulle scale. Del resto, l’ultima volta che avevo fatto una denuncia (di smarrimento del foglio complementare della vecchia Punto da rottamare: ah, la burocrazia delle auto), prima di me si era presentato un tizio per denunciare che, al suo paese in Sicilia, il vicino aveva un sacco di galline, e quindi era un sicuro untore di aviaria: non poteva la polizia andare là ed ammazzargliele tutte?

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