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Archivio per la categoria 'Tech&Howto'


mercoledì 27 Dicembre 2006, 12:33

Linux e Windows

“Let’s talk about viruses… I have a Mac, but I have many friends who live in the semi-illuminated world of Windows…” (risata in sala) “Ok, I guess most of you here are Linux weenies… but don’t laugh, you got your own problems! I mean, who needs viruses when you can have Debian install?”

(John Perry Barlow, parlando al 23C3)

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lunedì 23 Ottobre 2006, 10:52

Ave, IE7…?

Seconda puntata: mi sono installato Internet Explorer 7 per risolvere il problema, e così ho potuto farci un giro. In pratica, è la versione Microsoft di Firefox: se andate a scaricarlo, vi troverete di fronte a un enorme messaggio che dice che con questa versione ci hanno ascoltato e soddisfatto, ma in realtà hanno solo copiato pari pari le innovazioni di Firefox, come il tabbed browsing e la barra di ricerca. L’interfaccia però è particolare: sono spariti i menu e la maggior parte delle operazioni ora sta in posizioni non ovvie dentro menu a tendina attivati da pulsanti. Sarà…

Per quanto riguarda lo sviluppo dei siti, esiste per fortuna una esauriente descrizione di tutte le incompatibilità con le versioni precedenti, pessimamente tradotta come “elenco di controllo per sviluppatori”. Esistono poi due add-on che vi conviene scaricare e installare, naturalmente dopo aver provato l’autenticità della vostra copia di Windows XP SP2 tramite il controllo Windows Genuine: il primo è il Readiness Toolkit, che in realtà si rivela essere un set di pagine HTML in locale, con informazioni di varia utilità; il secondo è la Developer Toolbar, che contiene un analizzatore DOM (quasi introvabile: dovete premere su Tools, quindi su Toolbar, quindi su Developer Toolbar, quindi cliccare su View DOM nella barra che compare) anche esso copiato pari pari da quello di Firefox (da denuncia…). Anzi no: quando selezionate un elemento della pagina, l’analizzatore di Firefox lo segnala con una cornice rossa che lampeggia tre volte, mentre quello di IE7 con una cornice blu che lampeggia quattro volte…

Comunque, leggendo questo articolo sulle novità riguardanti i fogli di stile, scoprirete che hanno cambiato il valore di default dell’overflow degli elementi, da hidden a visible, per cui è probabile che certe parti che prima venivano nascoste da altre ora restino in primo piano (vedi quello che succedeva a me). Rimettendo esplicitamente a hidden il valore della proprietà in un certo numero di elementi, ho apparentemente risolto il problema, pur dovendo rinunciare a quel bell’effetto per cui il paragrafo in corso si espandeva subito alla fine del riquadro (ora bisogna aspettare il nuovo paragrafo). Però non ho più a disposizione Internet Explorer 6: qualcuno che lo usa mi segnala se è ancora tutto ok?

La conclusione di tutto questo, comunque, tra verifiche anti-privacy, download incrociati, visualizzazioni sballate e incompatibilità sottili, è che la vita è più facile usando Firefox al posto di Internet Explorer, e magari Ubuntu Linux al posto di Windows…

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sabato 21 Ottobre 2006, 23:25

Mediaset Premium Howto

Stasera c’era Cagliari-Toro (col senno di poi, è più corretto Cagliari-Abbiati), ed essendo stato paccato dal mio club per una visione collettiva, mi sono detto: perchè non vederla a casa, sfruttando le meraviglie della pay per view?

Se non avete comprato abbonamenti o pacchetti vari, una partita di serie A può essere visibile in tre modi:

  • via satellite, su Sky, per 8 euro (ma dovete già essere abbonati almeno al pacchetto base di Sky);
  • via digitale terrestre, su Mediaset o su La 7 a seconda della squadra e del campo, per 5 euro;
  • via streaming Web, su Rosso Alice, credo per 3 euro.

Scartato lo streaming Web per dubbi sulla qualità dello stesso, ho scelto quindi di provare il brivido di essere uno dei pochi italiani ad utilizzare sul serio la grande innovazione del digitale terrestre; ma con il dubbio di saper come fare.

Il Toro è una squadra Mediaset, il che significa che Mediaset trasmette non solo le partite in casa, ma anche tutte le trasferte, comprese quelle sui campi delle squadre che hanno il contratto con La 7 (è una novità di quest’anno: i due operatori si sono reciprocamente incrociati i diritti per cinque squadre a testa): a me conviene quindi comprare la tessera Mediaset Premium. C’è un sito abbastanza ben fatto (certo meglio di quello orrido di Sky) che fornisce un bel po’ di informazioni, ma ho pensato di lasciare comunque traccia di quel che dovete fare.

Supporrò che abbiate già un “box digitale interattivo”, a forza degli incentivi di Berlusconi, e che abbiate già verificato di ricevere Mediaset Premium; a questo scopo basta effettuare la ricerca dei canali e verificare che nella lista compaiano dei canali denominati “Mediaset Premium 1”, e così fino a 6, e “Premium Attivazione”.

A questo punto vi serve la tessera, che si compra in un qualsiasi negozio di elettronica che abbia i decoder (io l’ho presa da Saturn all’8 Gallery). Si tratta di una scatoletta con tessera e libriccino, che costa 30 euro e vi offre un credito di 25 (se in Italia ti portano via un dazio di ricarica gli operatori telefonici, perchè non dovrebbero farlo anche quelli televisivi?). La si può poi ricaricare acquistando ricariche in negozio, oppure sul sito, con carta di credito.

Una volta ottenuta la tessera, è necessario attivarla. A questo scopo, dovete segnarvi il numero di 12 cifre che è scritto sul suo retro, quindi inserirla nel decoder, accenderlo, e sintonizzarvi sul canale denominato “Premium Attivazione”. Il decoder mi ha risposto subito con un messaggio rassicurante: “Smart card illegale”. Incurante di questo, io ho chiamato il numero verde indicato sulla confezione (ma potete anche usare un SMS o il sito Web), premuto 4, e poi digitato il numero di serie della tessera. La voce registrata risponde che il numero non è valido… calma, sangue freddo, riprova… e voilà!

Due secondi dopo lo schermo del televisore si riempie di una grande scritta lampeggiante “TESSERA ATTIVA” e di un “Benvenuto nel mondo della libertà digitale!” che sembra tratto dall’ultimo discorso di Silvio. Eureka!

Ma la cosa più carina è come fare a comprare il singolo evento: basta guardarlo. Sintonizzandosi sul canale dove sta iniziando o è in corso una trasmissione a pagamento, il sistema manda automaticamente un pop-up per chiedere se si vuole pagare. Con un doppio OK sul telecomando, si effettua l’acquisto e la trasmissione diviene immediatamente in chiaro.

Il che vuol dire che credito residuo e autorizzazione alla visione sono entrambi in locale. Interessante…

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sabato 14 Ottobre 2006, 12:06

Antisociale

Mentre ero in treno, mi si sono rotti definitivamente gli auricolari dello Zen. Essendo stato pesante passare una dozzina di ore di viaggio senza musica, ieri a pranzo mi sono proiettato da Fnac ad acquistarne un paio nuovo. Ho valutato attentamente prezzo e prestazioni della ventina abbondante di modelli esposti, e alla fine ne ho comprato uno.

Solo stamattina ho realizzato che avevo comprato praticamente l’unico modello di auricolari neri.

Ok, nell’era dell’Ipod, sono decisamente antisociale: provate a buttare un occhio attorno a voi su un autobus o per strada, e non vedrete altro che gente con auricolari bianchi. Ma c’è un vantaggio: sarò subito di moda quando Apple farà uscire il misterioso, rivoluzionario, agognatissimo Ipod nero.

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giovedì 28 Settembre 2006, 19:24

OpenExp

La seconda notizia di oggi è che da domani pomeriggio a domenica sera, a Cerea (VR), si svolge un meeting di tecnici e hacker, questa volta del genere “giacca e cravatta” (più o meno: io arriverò solo con la giacca).

Si chiama OpenExp, e mi hanno gentilmente invitato a ripeter laggiù l’intervento che feci all’Hackmeeting, sul controllo della rete e sulle strutture che la gestiscono. Il mio talk sarà quindi sabato alle 12, ma (anche se non sono del tutto sicuro) vorrei essere già là in giro domani pomeriggio.

In generale, sono sempre contento di poter incrociare i miei punti di vista con quelli di altre persone, anche se questo comporta spararsi centinaia di chilometri in macchina in poco tempo. Purtroppo però dovrò scappare sabato nel primo pomeriggio: domenica ho impegni familiari sin dal primo mattino, e sabato sera c’è Toro-Lazio, seguita da una notte bianca in città per festeggiare i mondiali di scherma…

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giovedì 28 Settembre 2006, 13:53

The Open CD

Per la vostra gioia, oggi niente commenti; solo notizie utili.

La prima riguarda un emerito progetto che i miei discepoli del Politecnico – discepoli in quanto hanno ereditato ufficio e risorse del mio vecchio progetto Politecnico a casa di dieci anni fa, e si sono ora denominati linux@studenti – hanno messo in piedi: la versione italiana di The Open CD.

Si tratta di una raccolta di tutto il più importante software libero per Windows, che potete usare sui vostri PC o far avere agli amici che non hanno ancora il coraggio di passare a Linux, ma vogliono scoprire l’idea e le potenzialità del free software.

Potete ottenere il CD presso il loro ufficio vicino all’entrata principale del Poli, oppure scaricare l’immagine ISO per poi masterizzarlo, oppure utilizzarlo direttamente online. Enjoy!

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mercoledì 9 Agosto 2006, 23:01

Prego, mi passi De Sica

Non lo sapete, ma da ieri pomeriggio anche io faccio parte del magico mondo dei clienti TIM, e di una sottospecie particolarmente incosciente: quella che desidera utilizzare il telefonino per collegarsi a Internet con il portatile dai luoghi di vacanza.

Volendo difatti andare in montagna, mi sono premurato di esaminare le varie offerte disponibili per la connessione Web via GPRS.

Quella di Vodafone (20 euro a bimestre per 250 MB, quindi due o cinque euro per MB a seconda del piano) è pessima; ho chiamato il 190 per chiedere se veramente non vi fosse nulla di meglio, e la signorina ha avuto serie difficoltà a capire la domanda.

TIM e Wind ne hanno due molto simili, che ti danno 1 GB per 20 euro se consumati entro un mese (quella di TIM solo dal primo rinnovo, se non la lasci mai scadere). Io però non ero certo di consumare così pochi dati in una settimana (l’abitudine…) e quindi ho preferito una offerta che ha solo TIM: 9 GB per 25 euro, però da consumare nei festivi oppure, nei feriali, dopo le 17 o prima delle 9. Così, ho pensato, mi impedisco anche di stare attaccato a Internet di giorno…

Qui comincia la mia odissea: ieri pomeriggio vado nel negozio TIM (ufficiale) vicino all’ufficio, chiedo una SIM spiegando a cosa serve, il tizio mi chiede 35 euro (25 per la tariffa più 10 per la SIM comprendenti 4,70 euro di traffico), io chiedo la fattura intestata alla mia partita IVA personale; il tizio si rifiuta, perchè ci andrebbe la visura, e poi tanto lei non scarica quasi niente, e qui e là, ma si vede benissimo che pensa “non mi rompa i coglioni che ho il negozio pieno di gente”.

Va bene, sono di corsa anch’io e parto per le vacanze, non ho voglia di litigare. Prendo la busta della SIM, domandandomi come mai proprio 4,70 euro; lo scopro un’ora dopo, quando apro la busta e scopro che la SIM è già staccata dalla tesserina, e (mettendola nel telefono) c’è traccia di una chiamata già fatta. Ottimo servizio, non c’è che dire.

Adesso si pone il problema di come far funzionare il tutto. In teoria, la SIM è TIM, il telefono è marchiato TIM (un Sony Ericsson Z600 recuperato dai fondi di magazzino in ufficio, visto che il mio vecchissimo Nokia 6610 non ha il Bluetooth, che è l’unico mezzo semplice di connessione di un cellulare verso il mio iBook), le configurazioni dovrebbero esserci. E ci sono: ma non una, sei! Nei punti di accesso preimpostati ci sono “TIM”, “TIM GPRS”, “TIM GPRS sic”, “MMS”, “MMS GPRS” e finalmente “I-BOX” che è quella che devo usare io. In più, ci sono preimpostati una ventina di numeri con dei nomi e quindi degli scopi incomprensibili; non me li ricordo ma erano qualcosa tipo Timmammè, Tuttitim, @TenzioneTim, ZeroTimPiùEstateMaxi, Timpalo e Timculo, per capire il genere.

Sottolineo il punto riguardante la connessione, perchè dovete sapere che le connessioni dati dei telefonini si distinguono per una roba chiamata APN, che ha l’aspetto di un indirizzo Internet e indica il gateway in uscita dalla rete GSM verso la rete IP; gli operatori rendono accessibili servizi diversi su APN diversi, ma li tariffano anche in modo diverso. La mia offerta semiflat vale solo sull’APN ibox.tim.it; se per caso il telefono dovesse collegarsi usando uno degli altri APN, è probabile che la connessione funzioni lo stesso, ma mi venga tariffata con quei prezzacci tipo sei euro a megabyte (che costa meno trascrivere il pacchetto byte per byte su un foglio di carta e mandarlo per corriere espresso…).

Non sono comunque sicuro che i dati preimpostati siano giusti: preferirei chiamare TIM e farmi mandare un SMS di configurazione. Sfortunatamente, la mia chiamata al 119, dopo cinque minuti di navigazione guidata da una vocina entusiasta in modo irritante, diventa un venti minuti di attesa a sentire la musichina della tribù, per poi sentirmi riattaccare in faccia. Occhei, facciamo domani.

Così stasera, all’ora di cena, riemergo da una epica partita di Civilization III pieno di fiducia; avendo deciso di dare per scontato che le configurazioni del cellulare siano giuste, accendo il portatile, attacco il Bluetooth sul telefono, e dal menu Bluetooth di Mac OS X faccio “Imposta dispositivo”. Il portatile cerca il cellulare, lo trova, si parlano un po’, mi fa autenticare tramite un numero da leggere dal portatile e scrivere sul cellulare; poi mi dice che ci sono vari servizi, tra cui la sincronia dei contatti e la connessione a Internet, con due sotto-opzioni: tramite numero di telefono (modem tradizionale), o tramite rete dati (GPRS).

Commetto l’errore di lasciare attivata la sincronia dei contatti, al che l’iBook cerca disperatamente di copiare contatti di qua e di là, prima che lo prenda a martellate per evitare che faccia danno. Riprovo selezionando solo la connessione a Internet, e mi chiede tre cose: uno username, una password, e una “stringa GPRS CID, esempio *99*12345678#”; e poi, mi preseleziona un “tipo di script”.

Panico. Ero preparato a varie domande, mi ero stampato varie tabelline da vari siti con vari dati (tra l’altro, a seconda del sito le impostazioni consigliate sono opposte, e un sito ti dice di lasciar vuoto lo username, e un altro ci mette il numero di telefono… e il mio cellulare c’aveva scritto “easyibox”, vassapere perchè), ma queste due cose proprio non le so. Alla fine chiamo Simone, che si era vantato di aver fatto funzionare la cosa al primo colpo. In effetti, concludiamo che *99* è quel che il mondo usa per queste cose, un po’ come http davanti agli URL, ma cosa ci scrivo dopo?

Qui ho un mezzo colpo di genio: avevo notato che le varie connessioni impostate sul cellulare avevano un parametro chiamato CID, assegnato dal cellulare e non modificabile; in pratica, un numero d’ordine per distinguerle. Così, provo a scriverci quello: per I-BOX il cellulare dice 3, e così metto *99*3# .

Funziona! Ma mi resta il panico: starò veramente usando la connessione giusta, o starò venendo spennato come un pollo? Il sito diceva di scrivere “SALDO TIME” per SMS al 4916 per sapere i byte di credito residui; provo a farlo subito prima e subito dopo di una breve connessione, per vedere se cambiano. Non cambia, ma in entrambi i casi mi dice che il credito è 2 GB, preciso al byte; o mi ha fregato la pubblicità, visto che io dovrei averne nove, o sto servizio satura alla cifra sbagliata.

Allora mi viene la geniale idea di chiamare il 119 per sapere il credito. Dopo altri cinque minuti di vocina irritante conditi da pubblicità varia e dalla pressione di un certo numero di tasti, mi vengono confermati i 9 GB, e mi viene detto che sulla SIM ho tre euro e venti centesimi, alle 20:49 del 9 agosto (circa venti minuti prima). Oddio, allora non è la connessione giusta, e mi stanno spennando!

A riprova, cerco di chiedere al 119 il dettaglio chiamate, ma dopo i canonici cinque minuti la vocina mi dice beffardamente di registrarmi sul sito TIM, guardare lì sopra e non rompere i coglioni. Ho capito, porco cacchio, ma io sono qui attaccato proprio perchè non riesco a collegarmi a Internet!! Visto che però nei venti minuti mi ero ricollegato, decido di aspettare e vedere se al prossimo aggiornamento il credito è calato ancora.

Dopo mezz’ora, rifaccio il tutto e… oddio, è calato: ora ho tre euro e zero centesimi… ma sempre alle 20:49 del 9 agosto! E che fate, barate?? Venti centesimi spariti in tempo zero? Debiti retroattivi? In compenso, navigando ho trovato un po’ di altri siti che mi hanno tranquillizzato: alcuni dicono esplicitamente che, come avevo immaginato, dopo *99* ci va il CID, e questo signore ha uno script di connessione che ti permette di inserire direttamente l’APN nella casellina del numero di telefono, riconfigurandoti al volo la connessione sul cellulare; apro il sorgente del suo script, e lui effettivamente chiama *99***3# . Non so se i due asterischi cambino, li aggiungo, ma a questo punto mi ritengo autorizzato a pensare di aver ragione io.

Ma allora il credito da dove mi sta sparendo? Forse l’SMS al 4916 è gratuito, ma quello di ritorno che ti manda lui non lo è?? O la chiamata al 119?

Insomma, per ora funziona (lentissimo e con frequenti disconnessioni, ma qui cadono anche le telefonate voce, non posso lamentarmi più di tanto; è solo impossibile leggere la posta, date le dimensioni della mia casella, ma troverò un rimedio), ma ho come la sensazione che presto dovrò litigare col servizio clienti TIM. Ammesso che risponda.

P.S. In tutto questo, nessuno mi ha ancora dato un username e una password. Sul sito TIM, però, ti dice di registrarti mandando un SMS con scritto “TIM” seguito da una password numerica a tua scelta, al numero 49001. Ora l’ho fatto, mi ricollego, e spero di avere ulteriori informazioni dal sito. Se no, quando mi stufo di parlare solo con risponditori SMS e macchine vocali, cerco l’indirizzo di Christian De Sica e vado a pescarlo a casa: lui saprà spiegarmi tutto, no?

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venerdì 21 Luglio 2006, 20:51

[Fanculo] All’antispam

Non sono sparito, eh (anche se sono un po’ preso, tra pile di scartoffie al lavoro e la prelazione sugli abbonamenti del Toro da organizzare entro stasera).

Però colgo l’occasione per mandare affanculo il nostro nuovo sistema antispam solertemente installato dai nostri tecnici: esso si basa su una idea geniale, ossia quella di rifiutare tutte le mail che ti vengono inviate, per vedere se il server del mittente riprova a mandarle. Come si dice, “se è di buona famiglia, richiamerà”; e se non richiama vuol dire che era probabilmente spam. E se non lo era, avrebbe dovuto esserlo: colpa dell’azienda del mittente che ha un server non nerd-compliant.

Credo infatti che soltanto un nerd bulgaro privo di vita sociale e invidioso del fatto che gli altri ricevano mail scritte da esseri umani (e non da programmi per calcolatore) possa aver concepito una idea così perversa. Nel frattempo, è due giorni che inseguo mail urgenti, con l’interlocutore che telefona o messaggia, “allora, è arrivata la mia mail? ho bisogno di una risposta urgentissima!”, e tu devi spiegare che grazie a un geniale sistema antispam quella mail è bloccata da qualche parte per una decina di minuti, e che anzi lui non la rimandi, che se no non solo te ne arrivano due o tre, ma il sistema pensa a maggior ragione che lui stia cercando di spammarti.

Tanto per dire, stasera quattro persone hanno rischiato di perdere il loro abbonamento dell’anno prossimo, grazie all’antispam; e se non fossi rimasto qui fino a tardi, avrei mancato fino a domani mattina la lettera urgente (pidieffata) firmata di suo pugno dal ministro Nicolais. Ma questa è una storia che vi racconterò nei prossimi giorni.

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martedì 11 Luglio 2006, 23:20

Punti, pollici, pixel

Oggi ho comprato un timbro online (sì, lo Stato Italiano richiede ancora ad ogni azienda, non importa quanto piccola, di avere un timbro, per poter inviare domande di vario genere). Bene, mi hanno chiesto di inviare l’immagine da imprimere sul timbro, e hanno specificato che i caratteri dovevano essere alti almeno “6 pt”. E qui sono andato in crisi… quanto sono 6 pt?

Alla fine, con un po’ di ricerca, credo di aver scoperto che 1 pt (punto) è equivalente alla dimensione dei pixel di un monitor a 72 dpi (pixel per pollice); si tratta quindi in realtà di una misura di lunghezza reale, pari a 1/72 di pollice, ossia circa 0,35 millimetri.

Quindi, per convertirla in pixel – che è una unità di lunghezza virtuale, relativa all’immagine digitale – è necessario passare attraverso la risoluzione dell’immagine, ossia i dpi; in una immagine a 72 dpi, 1 pt = 1 pixel, ma in una immagine a 600 dpi, ad esempio, 1 pt = 600/72 = 8,33 pixel. Nella mia immagine a 1200 dpi, quindi, 6 pt = 6*1200/72 = 100 pixel.

Però non c’è per caso qualche grafico in ascolto, che può confermarmi che ho capito bene come funziona?

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giovedì 22 Giugno 2006, 11:05

Cambiare programma di posta in Ubuntu

Se volete rendere Mozilla Thunderbird il vostro programma di posta preferito in Ubuntu Linux, è sufficiente (dopo averlo installato dal gestore applicazioni Synaptic, in Sistema | Amministrazione) andare in Sistema | Preferenze | Applicazioni preferite.

Non selezionate Thunderbird dal drop-down, ma inserite il comando personalizzato

mozilla-thunderbird %s

In questo modo, se Thunderbird è già aperto vi si aprirà soltanto la finestra aggiuntiva per comporre il nuovo messaggio.

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