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domenica 27 Maggio 2007, 14:01

Disney spiega il copyright

Oggi è domenica, e quindi mi limito a lasciarvi con un pezzo di magistrale intrattenimento: la teoria del copyright spiegata dai personaggi Disney. Enjoy.

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sabato 26 Maggio 2007, 14:52

Monsieur Cimminaux

Le cronache sono tornate nuovamente a parlare del mitico Franco Cimminelli e del suo fu Torino Calcio: pare che, per il fallimento del suddetto, si vada al rinvio a giudizio. Questa, però, è storia nota; ce n’è invece un’altra che si svolge proprio in questi giorni.

Infatti, la fama del celebre calabroleso cittadino ha varcato i confini nazionali, giungendo fino in Val d’Aosta. L’altra sera, il TGR della Vallée ha trasmesso un lungo servizio sulla situazione pesantissima della Air Vallée, la compagnia aerea valdostana di proprietà della Ergom che, grazie al proprio tenace impegno sulle battutissime rotte Aosta-Roma, Torino-Pescara e Genova-Trieste, ha accumulato sei milioni di euro di debiti.

Se le pessime capacità manageriali del nostro, almeno quando non si parla di cruscotti, paiono confermate, più interessante è notare come anche in Val d’Aosta siano giunti alla stessa conclusione: nel servizio, Monsieur Cimminaux era presentato come un grande fornitore degli Agneaux, e pertanto, si diceva, “la pista porta alla Fiat”. E anche tralasciando come in questo contesto il termine “pista” acquisisca un almeno triplice senso, non si può evitare di notare come praticamente chiunque ritenga il Cimminelli, in termini affaristici, incapace di intendere e di volere per conto proprio; insomma, si dia per scontato che ci sia qualcuno che gli dica cosa deve fare dei soldi che il suo fornitore provvede a pompargli. Fossi in lui, non me ne farei un vanto.

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sabato 26 Maggio 2007, 12:48

Lidl entertainment

Stamattina, indovinate un po’, sono andato a fare la spesa al Lidl. E’ stata più dura del solito, perchè il sabato mattina il negozio è strapieno: tanto è vero che si è sfiorato il rissone, quando una coppia di albanesi ha cercato di infilarsi davanti a tutti e una signora romena un po’ più indietro si è messa a protestare.

L’idea di una albanese e una romena che litigano in cattivo italiano è piuttosto surreale; peraltro l’italiano era padroneggiato piuttosto bene, tanto è vero che la signora romena ha concluso a mezza voce con un eloquente “Albanesi tutti appesi” (ah, l’espansione delle massime da periferia coatta) che per fortuna gli altri non hanno sentito. Però, con un po’ di fortuna, prima o poi mi troverò in mezzo a un rissone interetnico: vedi che Lidl fornisce anche l’intrattenimento gratis per chi sta in coda?

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venerdì 25 Maggio 2007, 11:27

Al cine vacci tu

Non avevo ancora visto il Giro quest’anno; anzi, devo ammettere che da molti anni ormai lo guardo sempre meno, tra impegni lavorativi crescenti e qualità ciclistiche decrescenti. Eppure, in questi due giorni di montagna mi ci sono dato, nelle pause tra un lavoro e l’altro, e ieri ne sono stato completamente rapito.

La tappa di ieri rispondeva all’improbabile nome di Scalenghe – Briançon, un po’ come un Cavese – Manchester United che arrivasse sì all’Old Trafford, ma partisse dal Lamberti di Cava de’ Tirreni. Breve, ma epica, prevedendo due cime leggendarie come il colle dell’Agnello e l’Izoard. Ed epica è stata, con un approccio a velocità pazzesca a lasciare subito tutti sulle gambe, e un equilibrio incredibile tra i cinque, sei corridori sopravvissuti. Con tutte le canoniche storie e storielle a punteggiarla, e il gregario Piepoli che tira alla morte per cinquanta chilometri per il suo capitano e poi scoppia, e Garzelli che resiste coi denti sulle strade della sua ultima grande vittoria, senza più Pantani a fargli l’andatura, e Savoldelli che da un anno preparava la tappa e ieri è scivolato sulle strisce e gli fa male, e mentre scivola sempre più indietro gli viene da piangere e quasi da mollare la bici lì in mezzo a un prato; e i vecchi francesi in fuga di giornata, e i giovani che reggono e stupiscono tutti.

Alla fine, Simoni è il fesso di sempre e vince Di Luca. Il rilevante, però, è che si verifica proprio quel miracolo senza tempo di cui canta il Paolo Conte del periodo migliore, e i francesi che s’incazzano, e i giornali che svolazzano; e tutti noi che avremmo altro da fare, ma non riusciamo a smettere di guardare: forse avremmo da andare al cine, ma al cine vacci tu. Perchè non si spiegherebbe altrimenti come, nell’anno del Signore duemilaesette, ci siano ancora migliaia e migliaia di persone che si inerpicano sulle pietraie alpine con ogni mezzo possibile – poche auto, parecchi camper, una infinità di biciclette da corsa e se no, signori, a piedi – per accamparsi per uno o più giorni sul ciglio di una strada, solo per gridare “Alé” per una frazione di secondo, quando passa il primo della lista; e poi ancora “Alé” quando passano il secondo, il terzo e giù giù fino all’ultimo, che a differenza dei campioni è un onesto impiegato che guadagna al più come un vicedirettore di filiale bancaria, ma si tira su una bici a trenta all’ora per duemilacinquecento metri di dislivello, per poi riportarla giù a novanta all’ora e a pochi centimetri dalla roccia, e poi ancora su per altri mille metri abbondanti.

Sì, anche il ciclismo, come altri sport secondari al calcio ma non minori, ti può permettere di eliminare un po’ di fame e raccogliere un po’ di fama; ma non certo in modo tale da giustificare la fatica assurda che (doping o non doping, che la bici comunque non si muove da sola) si compie in questo sport; paragonabile probabilmente solo alla maratona, però a una maratona fatta tutti i giorni per tre settimane. Come nella maratona, la forza fisica è relativa, e sono molto più importanti la testa, la tattica, la capacità di sfruttare quelle risorse misteriose che gli esseri umani trovano soltanto nelle situazioni disperate o nelle sfide contro se stessi.

Da Scalenghe a Briançon, potevano comodamente arrivare in macchina in un’oretta. Farlo in cinque ore su una bici, passando per il percorso più lungo e arduo possibile, è chiaramente masochismo. Dev’essere per questo – per questo senso di sfida sbruffona e insensata, però mai rimangiata, e sempre regolarmente portata a termine a prezzo di grandi sacrifici – che il ciclismo è uno sport eccezionale.

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mercoledì 23 Maggio 2007, 09:08

Sicurezza bancaria

Ieri pomeriggio sono andato (invano) a cercare i biglietti per il settore ospiti di Inter-Toro di domenica. Sono andati esauriti in due ore: erano venduti solamente nelle filiali piemontesi della Banca Popolare di Milano.

Orbene, ieri pomeriggio sono entrato nella semideserta filiale di corso Racconigi, e mi sono messo in coda. Proprio in quel punto vi è il retro del bancomat che dà sulla strada; ebbene, questo oggettino aveva in bella vista un tastierino e vari display a cristalli liquidi (monocolori, quelli di una volta). Su uno di questi c’era scritto “sskernel version …”, e vabbe’. Ma quel che mi ha gelato era ciò che c’era scritto sotto:

“Windows XP Pro SP1”

Per carità, a ben pensarci, trovo logico che le banche si siano abituate a usare Windows per queste attività una decina d’anni fa, quando non c’erano alternative serie, e che di lì vadano avanti per inerzia. Ma al pensiero che le mie transazioni bancomat girino su Windows XP, nonostante la versione “profèscional”, non sono molto tranquillo…

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martedì 22 Maggio 2007, 17:08

Un nuovo blog

Era da tempo che avevo bisogno di un blog in inglese, in particolare a proposito delle mie attività in ICANN e nella governance della rete: lo richiede il bon ton delle mie relazioni internazionali nei circoli buoni della società civile liberale, in cui se non hai un blog sei uno sfigato e anche un po’ un mafioso che non vuol essere trasparente.

E così, in un impeto notturno, l’ho messo in piedi: cinque minuti per installare l’ultima versione di WordPress, venti minuti per integrarla con il CMS fatto a manina in PHP che regge questo sito, un’ora per scegliere il tema grafico, e due ore (stamattina) per aggiustare virgole e puntini come piacevano a me (e ce ne sarebbe ancora). Poi ho riempito il blogroll, ho scritto i primi post, e ho corretto i link in giro per il sito, aggiungendo anche una nuova box in home page. Ed ecco il risultato!

Dopo aver fatto tutto questo, dovrò pur trovare il tempo di postare anche in inglese, ogni tanto… nel frattempo, però, visto il caldo, scappo in montagna lasciandovi un post per domattina.

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martedì 22 Maggio 2007, 14:01

Una giornata di calda follia

Stamattina, dovendo uscire, ho preso la macchina. Non fatelo.

Non tanto perchè il termometro dell’auto presto segnava 37 gradi: per quello basta abbassare il finestrino ed eventualmente accendere il condizionatore; ma perchè il caldo fonde il cervello e sbriciola la pazienza della gente.

Io stesso, dopo che un marocchino sul furgone si è messo di traverso dietro di me, fermo in coda, per girare a sinistra al semaforo, e una signora su una Ypsilon non ha trovato di meglio che suonare il clacson per dieci secondi abbondanti e continuati, visto che ciò le impediva di guadagnare la pole position dal lato di destra per scattare al semaforo, ho avuto la forte tentazione di tirare il freno a mano, abbrancare il primo oggetto a tiro, scendere dall’auto e spaccarglielo sul cranio.

Per fortuna che ci sono i vigili: difatti, dopo un anno abbondante di inazione, stamattina i vigili devono aver deciso che era giunto il momento di far rispettare la minuziosa sequenza di divieti di sosta – che iniziano e finiscono ogni dieci metri, in corrispondenza dei cancelli dei garage – che sono stati installati nella mia via da quando ha aperto la metropolitana e la pressione da parcheggio per notav con cappello in uscita dalla tangenziale è un po’ aumentata. E così, la Citroen fighetta di uno dei miei vicini aveva sul vetro una bella multa: penso che anche lui, quando la vedrà, avrà voglia di abbrancare il primo oggetto a tiro e scagliarlo sulla sede dei sadici vigili da solleone.

Peccato che ci abbia già pensato qualcun altro.

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lunedì 21 Maggio 2007, 15:09

Priorità

Alla fine, il governo Prodi s’è messo d’accordo: dopo solo due mesi di discussioni sul tesoretto, che chiamato così sembra un gelato al biscotto come quello di ieri, si è trovato un accordo su come utilizzarlo. Oddio, per trovare l’accordo si sono dovuti sbattere fuori dalla stanza praticamente tutti i partiti della coalizione a parte il costituendo Partito Democratico: ma alla fine, almeno con se stesso Prodi ha raggiunto un accordo, per concentrare le scarse ma preziose risorse su poche priorità decisive.

Le quali prorità sono, stando al quotidiano ufficiale: le pensioni più basse, i precari, gli ammortizzatori sociali “per i disoccupati o chi vive in condizioni di particolare disagio”, le infrastrutture, l’innovazione e la ricerca, il piano casa e le politiche a sostegno della famiglia.

Solo? Direi che ci mancano soltanto i terremotati dell’Irpinia e il buco nell’ozono, ma non dubito che saranno prontamente aggiunti all’elenco a colpi di emendamenti parlamentari. Quando incasserò i miei cinque centesimi di sconto sull’ICI (compensati da cinquemila euro di aumento sull’IRPEF) penserò: meno male che abbiamo un governo con una salda visione strategica su come salvare l’Italia…

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domenica 20 Maggio 2007, 14:23

Biscotti

Cosa deve succedere oggi pomeriggio lo sanno anche i sassi. Cioè, la maggior parte del popolo dei forum granata incita la squadra alla vittoria, che darebbe la salvezza matematica; non vuol sentir parlare di pareggio. Ma la minoranza del forum ch’è fatta di uomini di mondo non ha fatto altro che ripostare una immagine, questa:

Biscotto

Largo alla vaniglia, arriva il cacao: 0-0 (o 1-1, che fa più fine) e tutti a casa, ché in tal caso basterebbe la sconfitta di una fra Catania, Chievo, Cagliari e Reggina per essere entrambe matematicamente salve; e, se non basta, sarà poi d’avanzo un pareggino la domenica successiva per essere salvi con praticamente qualsiasi combinazione degli altri risultati, a parte una invasione aliena.

Il biscotto è il pasto principale della fine campionato; se ne ricordano infiniti, anche clamorosi. Ci sono ad esempio il famoso Milan-Brescia 1-1 che spedì in B la Fiorentina, o quel derby di Roma finito 0-0 in cui, nel secondo tempo, la palla non arrivò mai in alcuna delle due aree di rigore; persino Milan-Reggiana 0-1, col Milan già campione d’Italia e la Reggiana che si salvò con l’insperata vittoria. Il Livorno stesso è noto per alcune situazioni invero particolari, a cominciare da quel Livorno-Siena 3-6 finito dritto dentro Moggiopoli (sei gol in casa dal Siena non li prenderebbe nemmeno la Puteolana). Un mesetto fa, Livorno-Reggina 1-1 è finita tra gli insulti del pubblico di casa e le grida di “venduti”, con Lucarelli a dire “non giocherò mai più a Livorno” (le domeniche dopo era regolarmente in campo).

Già, perchè uno degli ingredienti principali del biscotto è l’ipocrisia: il pubblico deve indignarsi, le altre squadre devono infuriarsi, nessuno deve mai e poi mai ammettere l’evidenza. Per dire, domenica scorsa il Livorno ha fatto una piazzata, dopo la vittoria del Toro a Roma (di cui non si sa molto, ma a giudicare dai quindici angoli e tre pali della Roma, se anche fosse stato un impasto non era per un biscotto a perdere). Spinelli e Lucarelli hanno gridato allo scandalo, accusando il Toro di aver comprato la partita, di essere una squadra di farabutti e maneggioni (sempre con quel detto e non detto, che in Italia si è ipocriti anche nelle accuse).

Ora, dovete sapere che Spinelli, attuale presidente del Livorno, è l’ex presidente del Genoa; vive a Genova da sempre e ha fatto i miliardi in attività commerciali nel retroterra, ossia nella provincia di Alessandria, da cui proviene Cairo. Tempo fa, pare che Spinelli avesse cercato di vendere a Cairo l’Alessandria (come? Spinelli non è mai stato il proprietario dell’Alessandria? sì, vabbe’). In generale, si conoscono da quindici anni. Negli ultimi diciotto mesi, le due società si sono scambiate quattro giocatori (Lazetic, Melara, De Ascentis, Fiore) a botte di prestiti e regali. La probabilità che uno cerchi di mandare in B l’altro è più o meno pari a quella che io diventi il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Certo, la storia è piena di biscotti venuti male, senza arrivare all’estremo di quel Venezia-Bari 2-1 in cui, a cinque minuti dalla fine e sul risultato di 1-1, il Venezia spedì in campo lo sconosciuto brasiliano Tuta, che aveva visto il campo per dieci minuti in tutto il campionato. Egli entrò, e nello stupore generale segnò un gol incredibile. Fu pestato in campo dai giocatori di entrambe le squadre, e immediatamente venduto alla squadra delle miniere di sale del Mato Grosso. Quindi, esiste anche il caso che oggi qualche giocatore con vecchi conti da regolare o con poca esperienza di vita stortagni la partita e sbricioli il biscotto: vedremo.

Ma prima che vi indigniate, ricordatevi che il calcio è bello proprio perchè è lo sport che più fedelmente mette in scena le commedie e le tragedie della vita reale: incluse le amicizie, le inimicizie, le guerre, i tradimenti, le disonestà e le miserie umane. Non sarebbe così bello se fosse solo un banale sport, mirato soltanto alla prestazione fisica o al gesto tecnico, di cui, detto onestamente, non ci frega nulla.

E quindi, sarebbe bello che Torino e Livorno potessero oggi consumare meritatamente il proprio agognato biscotto, finendo la partita abbracciati a fare il gesto dell’ombrello ai tifosi perdenti dell’odioso Catania, la cui sconfitta renderebbe il biscotto pienamente saporito.

Non fosse che il Catania gioca a Genova con la Sampdoria, che, con grande sportività, farà riposare le proprie punte titolari per far giocare un attaccante della primavera e il figlio di Gheddafi. Indigniamoci!

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sabato 19 Maggio 2007, 16:00

Applausi

La notizia, apparentemente, è che il Garante della Privacy si è costituito in giudizio nel caso Peppermint Jam, la casa discografica tedesca che, tramite una società specializzata svizzera e mediante lo studio legale “Signorina Rottenmeier di Bolzano, ha recuperato gli indirizzi IP di quasi quattromila utenti Internet di tutta Italia, ne ha prontamente ottenuto i nomi dai vari provider, e li ha riempiti di raccomandate chiedendo 330 euro per non denunciarli. Il motivo sarebbe il fatto che questi utenti condividessero o avessero scaricato da Internet brani prodotti da tale casa discografica.

Ora, ci sono alcune cose poco chiare nella vicenda, primo tra tutti cosa possa spingere un essere umano a scaricare brani di artisti del calibro di James Kakande, Roachford o Omar. Comunque, il tema di fondo è scottante: perchè il mio provider deve rivelare la mia identità al primo che passa e che millanta crediti tutti da dimostrare nei miei confronti? Il tutto aggravato dal fatto che la società che ha ricercato i dati è svizzera, quindi i dati sono stati esportati al di fuori dell’Unione Europea, operazione vietata dalle nostre leggi sulla privacy a meno che non vi siano certe garanzie.

Sono contento che il Garante si sia mosso, e certamente c’è lo zampino di Fiorello Cortiana, che da un paio di settimane mandava mail e comunicati in merito. Spero che salti fuori un bel pronunciamento che io possa usare nella mia parallela battaglia perché il database Whois, contenente gli intestatari dei domini Internet, sia finalmente reso compatibile con le leggi sulla privacy anche nei domini globali, a partire dal .com. Ma, ripeto, questa non è la notizia.

La vera notizia è che il TG1 dell’ora di pranzo ha parlato del caso, e con ampiezza, e nemmeno particolarmente alla fine; e non solo: invece di emettere il solito bollettino discografico cucinato dai Mazza, propinato dai Faletti e infiocchettato dai Mollica, ha intervistato una associazione di consumatori permettendole di dire ciò che tutti pensiamo da anni, e cioè che la legge sul diritto d’autore, così come concepita oggi, è una cagata pazzesca.

Chissà in quante case la gente si è alzata in piedi per i canonici novantadue minuti di applausi.

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