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sabato 11 Settembre 2010, 12:06

Treni speciali gratis per le Sagre di Asti

Chi fosse intenzionato ad andare stasera o domani al Festival delle Sagre di Asti è incoraggiato ad andare in treno; è un ottimo modo di evitare code chilometriche in auto e di poter mangiare e bere senza preoccupazioni. Quest’anno, finalmente, si sono decisi a mettere un buon numero di treni straordinari da/per Torino Porta Nuova, con fermata in quasi tutte le stazioni intermedie, che trovate elencati qui. L’andata si paga, ma il ritorno è gratuito.

Se volete pianificare, qui trovate l’elenco dei piatti; sono più o meno sempre gli stessi, e aggiungerei per fortuna, perché alcune sono specialità tipiche della sagra e si trovano solo lì… Per chi ci sarà, magari ci incroceremo domani a pranzo in mezzo alla baldoria!

Invece, per chi viene oggi pomeriggio a Chiomonte per la marcia No Tav, l’appuntamento è sul treno che parte da Porta Nuova alle 13:15: sopra troverete un nutrito gruppo di movimentisti.

[tags]asti, festival delle sagre, treni, torino, no tav[/tags]

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venerdì 10 Settembre 2010, 15:26

Dove va la libertà

La EXGAE è una associazione spagnola senza scopo di lucro con sede a Barcellona, creata da amanti della cultura libera, che promuove l’uso e la diffusione delle licenze libere per il rilascio di software e di contenuti musicali, multimediali e artistici in genere. Esiste da parecchi anni, tanto è vero che sono loro ad avere organizzato il Free Culture Forum a cui ho partecipato lo scorso anno, coordinando una interessante discussione. Si chiama così per fare il verso alla SGAE – la SIAE spagnola – ribadendo come “ex SGAE” che dalla prigione del copyright si può anche uscire.

Qualche settimana fa, nel bel mezzo del mese di agosto, EXGAE ha ricevuto un fax dagli avvocati della SGAE, che le contestano… una violazione del marchio a scopo di concorrenza illegale. Secondo la SGAE, siccome EXGAE si rivolge agli artisti e fornisce servizi di consulenza per la distribuzione della loro produzione, fa concorrenza alla SGAE, che è il leader del mercato suddetto; e in tale attività non può dunque usare un nome che assomigli al suo. “E’ come se qualcuno aprisse dei negozi di abbigliamento col nome EXZARA”, sostengono gli avvocati.

Quanto EXGAE sia un business lo spiegano loro stessi, da ben prima di questa vicenda, sul loro sito: “Gli avvocati prendono 100 euro l’ora. Noi chiediamo 20 euro alla gente e mettiamo gli altri 80 euro. L’abbiamo fatto per un anno e mezzo e abbiamo accumulato un debito di più di 10000 euro… A fronte di una situazione economicamente insostenibile, a partire da adesso funzioneremo in questo modo. Persone di esperienza ma non avvocati risponderanno gratuitamente alle domande… Se si arriva al punto che richiede un avvocato vi metteremo in contatto con avvocati specializzati con cui concorderete voi stessi le tariffe.”

L’attacco della SGAE è chiaramente pretestuoso; utilizza la legge sui marchi come grimaldello per fermare la diffusione della pericolosa idea secondo cui, per chi vuol distribuire le proprie creazioni anche a scopo di lucro, pagare un intermediario che lucra per legge e redistribuisce gli utili ai soliti noti non è affatto necessario.

Io partecipo da oltre dieci anni alle discussioni sui nuovi principi di condivisione della cultura introdotti da Internet (che poi, non dimentichiamolo, sono in realtà quelli vecchi, quelli che l’umanità ha adottato fino a un paio di secoli fa) e ho avuto modo di conoscere molti avvocati delle lobby della proprietà intellettuale e delle multinazionali del settore, anche a livello internazionale. Non ho paura di dire che, con poche eccezioni, non ho mai visto delle persone più avide, corrotte e false di loro. Uno di questi era un tizio settantenne, americano, curatissimo, perfettamente rasato, con le rughe spianate e incremate, che vestiva abiti elegantissimi e teneva al dito un anello d’oro dall’inquietante aura tolkieniana. Ecco, se dovessi immaginare il diavolo, credo che avrebbe le forme di un avvocato delle lobby della proprietà intellettuale.

Di queste cose i media parlano ancora meno che dei processi di Berlusconi, dato che Berlusconi può anche prima o poi cadere, ma le lobby economiche restano. La proprietà intellettuale fu originariamente introdotta con uno scopo condivisibile, quello di permettere agli artisti e agli inventori di farlo come professione; uno scopo che ormai è stato ampiamente travalicato. Oggi, è la base legale con cui si vogliono vincolare e censurare le idee scomode, ridurre le opportunità di organizzazione dal basso, stringere le catene con cui, in una società basata sull’immateriale, le persone possono essere tenute al guinzaglio.

I media non parlano per esempio di ACTA, il trattato internazionale segreto con cui, con la scusa della contraffazione, i governi e le lobby che li ispirano vogliono introdurre un livello di controllo senza precedenti su Internet e sulle nostre comunicazioni. E’ al centro di accesi dibattiti da anni, ma avete mai sentito un telegiornale parlarne?

Questi sono argomenti su cui la sovranità da tempo non è più del popolo, su cui i Parlamenti hanno poco da discutere (il nostro poi, anche potendo, non capirebbe di cosa si parla); sono questioni che vengono discusse e decise come minimo al Parlamento Europeo, più facilmente dietro le porte dei club privati dei potenti del pianeta.

Eppure, sono questioni su cui davvero, più di tantissime altre, si decide il tipo e il grado di libertà della società in cui vivremo nei prossimi secoli.

[tags]proprietà intellettuale, copyright, software libero, sgae, exgae, avvocati, acta, parlamento europeo, cultura, libertà[/tags]

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giovedì 9 Settembre 2010, 13:40

Di nuovo No Tav

Puntuale come la riapertura delle scuole, riapre anche la lotta sulla TAV. Stando a un messaggio che circola in questi giorni, le forze dell’ordine avrebbero prenotato decine e decine di camere in tutti gli alberghi della Valsusa e della periferia di Torino (a spese nostre, ricordiamolo) a partire da lunedì.

Dunque, è probabile che “nella notte tra lunedì 13 e martedì 14 settembre si possano piazzare delle trivelle per dei sondaggi “leggeri” in uno di questi comuni: Torino, Rivalta, Rivoli, Villarbasse, Buttigliera Alta, Avigliana, Sant’Ambrogio… Venaus, Susa, Vaie, Chiusa San Michele”.

Naturalmente, qui non ci si fa sorprendere: è già in programma una manifestazione intitolata Prove tecniche di Resistenza, che culminerà sabato pomeriggio in una marcia da Chiomonte a Giaglione, a cui ci sarò anch’io.

Nel frattempo, quest’estate è uscita l’ennesima “imprevista” bomba finanziaria legata alla TAV: si sono accorti solo ora che i contratti con gli appaltatori fatti vent’anni fa contengono delle clausole per cui a questi ultimi viene facilissimo contestare i conti e chiedere cifre ingenti, in qualità di “compensazione” per costi aggiuntivi che naturalmente all’inizio non erano stati conteggiati. In altre parole, la costruzione della TAV nazionale (Torino-Salerno) rischia di costare sei miliardi di euro in più rispetto a quanto già pagato, che comunque è già molto di più di quanto originariamente preventivato.

Ricordiamo che la Corte dei Conti già due anni fa ha sottolineato che le promesse iniziali di autofinanziamento della TAV nazionale, via project financing dei privati, erano chiaramente campate in aria, e che ciò ha già creato, contrariamente alle assicurazioni iniziali, “un onere rilevantissimo per la finanza pubblica” (vedi pagina 49 della relazione). Aggiungiamoci ancora sei miliardate di euro… il rischio concreto è il fallimento del Gruppo Ferrovie dello Stato, che, ricordiamo, è una s.p.a. – così può essere gestita un po’ come si vuole senza sottostare ai controlli previsti per gli enti pubblici, incluso l’indebitarsi a piacere – ma è posseduta al 100% dal Ministero dell’Economia – dunque anche qui, alla fine, paghiamo noi.

In questo bello scenarietto, come si possa ancora pensare di costruire la TAV Torino-Lione è un mistero; lo scetticismo e le opinioni contrarie sono penetrate in grandi parti dell’opinione pubblica torinese, da Nuova Società a Radio Flash, dove ieri una conduttrice commentava apertamente la follia di quest’opera nonostante il PD torinese ne sia da sempre il maggior sostenitore. E lo dice uno che cinque anni fa ripeteva ciò che sentiva dai mezzi d’informazione, cioè che un’opera importante per il progresso veniva fermata da quattro montagnini facinorosi, e che poi proprio grazie a una migliore informazione ha cambiato idea su questa e su tante altre cose; in particolare, grazie al lavoro del movimento valsusino e grazie a Grillo che ne è stato il primo megafono… e così spero a mia volta di aver convinto tanti altri abitanti di Torino città.

Comunque, è ancora molto presto per cantare vittoria; la mobilitazione, e soprattutto l’informazione, sono ancora necessarie.

P.S. Ricordo anche che domani sera in via Luserna 8 alle 21 si tiene un incontro pubblico del Movimento mirato agli abitanti della Circoscrizione 3.

[tags]torino, tav, torino-lione, valsusa, ferrovie dello stato, trenitalia, grillo[/tags]

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mercoledì 8 Settembre 2010, 19:05

La moschea tedesca

Non dovrebbe esserci bisogno di fare un post per spiegare perché è una notizia positiva quella dell’apertura di una moschea a Torino, in via Urbino. E non è solo una questione di diritti, del fatto che tutte le religioni devono essere liberamente praticabili e trattate allo stesso modo dallo Stato.

L’integrazione passa innanzi tutto, prima ancora che attraverso il conseguimento di una stabilità economica e sociale tramite il proprio lavoro, attraverso la sensazione di essere rispettati e accolti. Chi, pur straniero, si sente parte della nostra comunità – si sente torinese – avrà molto più rispetto per gli altri, molto più interesse a preservare il quartiere in cui vive dal degrado, molta più voglia di contribuire alla crescita pacifica dell’intera città. Chi si sente emarginato, umiliato e messo da parte invece maturerà rabbia e frustrazione, che poi si scaricheranno in una reazione negativa verso ciò che lo circonda; e dover pregare in un garage o in un sottoscala, vedendosi negare uno spazio migliore, può essere una umiliazione non da poco anche per una persona non particolarmente religiosa.

Naturalmente ciò non vuol dire che tutto debba essere tollerato, che chiunque debba essere accolto indipendentemente da come si comporta, o che non ci debba essere attenzione alla possibilità di derive estremistiche dentro i luoghi di culto (di qualsiasi religione siano). La strada è sempre quella, distinguere tra chi rispetta la legge e la convivenza civile e chi invece le viola, per poi sostenere l’integrazione dei primi ed espellere gli altri.

Tuttavia, esattamente come le parrocchie sono ormai praticamente l’unica struttura di assistenza sociale per togliere dalle strade i ragazzi delle periferie, anche le moschee – tanto più in una cultura ancora meno laica della nostra – possono diventare un buon modo per gestire il territorio, per provare a far sì che anche tra gli immigrati chi si trova in difficoltà possa aggregarsi e trovare assistenza tra i compatrioti, invece di finire ad ubriacarsi per strada con la birra dell’unico punto di aggregazione per gli stranieri della zona – la moschea tedesca di via Aosta.

[tags]moschea, religione, islam, torino, via urbino, integrazione, immigrazione, lidl[/tags]

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martedì 7 Settembre 2010, 16:39

I cantieri del quartiere Parella (2)

Prima delle vacanze avevamo già parlato della triste situazione dei cantieri del quartiere Parella. L’estate non ha migliorato le cose, anzi: su corso Lecce sono continuate le manovre bislacche, spostando chiusure e cantieri qua e là senza grande raziocinio. Su corso Potenza è stata chiusa la carreggiata centrale per realizzare il sottopasso della nuova strada sotterranea che collegherà corso Mortara al retro dell’ex ThyssenKrupp: e ci si chiede se fosse così pressante l’esigenza di una nuova strada sotterranea in parallelo al tratto finale di corso Regina, già asse di scorrimento piuttosto veloce, peraltro portando poi le macchine a ingolfarsi su una rotonda in via Pianezza.

E poi, è stato aperto il cantiere del parcheggio sotterraneo di piazza Chironi, dimenticandosi però di spegnere il semaforo all’incrocio con via Domodossola (divenuto sostanzialmente inutile) che viene dunque allegramente superato col rosso.

Ma il bello è avvenuto proprio sotto casa mia: infatti, a un certo punto i lavori si sono espansi per le vie interne, per portare il teleriscaldamento nei palazzi. Questa è la foto dell’incrocio sotto casa mia tratta dal post precedente, presa a metà luglio:

Questa invece è la foto dello stesso punto presa una decina di giorni fa (soltanto da un angolo diverso):

parella-nuova.jpg

Bene, notate qualcosa? Al posto di quella che era una strada in buone condizioni è rimasto dopo i lavori una specie di duna da Camel Trophy, totalmente irregolare e profonda anche alcune decine di centimetri, che va abbordata praticamente da fermi per non essere sbalzati via.

A un certo punto, dopo qualche giorno, è tornata una ruspa: pensavamo che fosse per sistemare il problema, invece hanno riaperto un altro pezzetto già lavorato per poi richiuderlo peggio di prima.

Segnalo che l’incrocio in questione (via Zumaglia angolo via Pilo) è uno dei più pericolosi del quartiere, perché sta tra una lunga via a senso unico usata come scorrimento in uscita dalla zona e una stretta via a doppio senso al fondo della quale c’è un semaforo che resta verde per pochissimo tempo, invogliando chi lo vede in lontananza ad accelerare. Almeno un paio di volte l’anno c’è un incidente spettacolare con macchine completamente sfasciate, con questo bel lavoretto non oso pensare come sarà l’autunno.

Mi piacerebbe però sapere chi, all’ufficio tecnico del Comune, ha collaudato e accettato i lavori…
[tags]torino, lavori in corso, teleriscaldamento, parella, corso lecce, corso potenza, piazza chironi, via zumaglia[/tags]

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lunedì 6 Settembre 2010, 16:50

La testa oltre i fischi

In questo fine settimana molte cose sono successe, a partire dal discorso di Fini che sembra preludere alle elezioni politiche anticipate. In pratica Fini ha detto “Berlusconi vaffanculo, ti lascio l’onere di rompere, intanto io per fare un governo tecnico e cambiare la legge elettorale ci sono”; d’altra parte è probabile che riandando a votare con l’attuale sistema rivincerebbe Berlusconi, dato che una coalizione-ammucchiata che vada da Vendola e Di Pietro fino a Casini e forse anche Fini provocherebbe il vomito in molti dei suoi teorici elettori.

Allora, cosa bolle in pentola? Io sospetto che il piano partorito da qualche stratega de noantri (avete letto le dichiarazioni di Massimo D’Alema?) sia quello di costringere Berlusconi a far cadere il governo, fare un governone tecnico di due mesi sostenuto dall’ammucchiata, e andare a votare col sistema francese (maggioritario a doppio turno) o con quello tedesco (proporzionale con selezione uninominale degli eletti), ossia con un sistema che permetta all’opposizione di presentarsi alle urne divisa in due o tre poli (Fini-Casini-Montezemolo, PD, Vendola-Di Pietro) per poi accordarsi rispettivamente dopo il primo turno o in Parlamento in base ai risultati conseguiti. Naturalmente non è detto che la cosa riesca, ed è anche possibile che Berlusconi la tiri per le lunghe o che si vada a votare subito col sistema attuale.

Noi del Movimento 5 Stelle, di fronte a questa prospettiva, come ci poniamo? La contestazione di sabato, di cui non rinnego nulla, è stata un momento importante e che ci ha portato altre simpatie in chi combatte per un’Italia nuova, libera e pulita; certamente mi dispiace che non si sia riusciti a raggiungere l’obiettivo iniziale della contestazione, almeno per noi del Movimento, che era quello di ottenere trenta secondi per fare le famose due domande a Schifani, e chiedere spiegazioni sulle sue frequentazioni mafiose e sull’insabbiamento dell’iniziativa di legge popolare “Parlamento pulito”. L’unica cosa che ci è stato concesso di fare è ribadire coi fischi che persone in serio odor di mafia, condannate o no, non devono avvicinarsi a cariche istituzionali di quel rilievo; e che la degenerazione delle istituzioni non può più essere tollerata passivamente.

Il rischio, però, è di passare presso ampi settori dell’opinione pubblica come quelli che sanno soltanto contestare, finendo ghettizzati nell’angolino degli estremisti, magari con sopra una bella etichetta di “sinistra estrema” che proprio non ci appartiene (né “sinistra”, né “estrema”). Contro questo rischio ci vuole una strategia: noi abbiamo tante idee, tante esperienze di società sostenibile, equa e virtuosa che sui nostri Facebook circolano a dozzine… ma solo sui nostri Facebook.

Grazie alla parzialità dei media, il rischio è che tutte le nostre proposte spariscano e vengano cancellate dalla scena; contro questo rischio ci va calma, preparazione, capacità di argomentare le nostre idee, e anche un po’ più di nervi saldi da parte di alcuni di noi. In giro la rabbia è forte, palpabile, a tratti incontrollabile, ma l’esagitazione davanti alle telecamere serve fino a un certo punto; meglio la protesta delle agende rosse e degli striscioni, per dire. Anche se poi, quando lo striscione viene strappato a forza dopo dieci secondi, che altro puoi fare se non gridare?

E non è tutto qui; anche per presentare una proposta credibile alle eventuali elezioni politiche (ma anche alle già certe elezioni comunali) serve una strategia coerente. Serve una pianificazione attiva, per mobilitare le forze anche in quelle parti d’Italia dove sono meno organizzate, per ampliare il sostegno alla nostra proposta in tutto quel mondo alternativo e associativo che la pensa come noi ma magari nemmeno lo sa. Serve l’individuazione di una manciata di punti programmatici fondamentali, magari tramite gruppi di lavoro aperti a tutti sulla famosa “piattaforma”, e di candidati giovani ma competenti e credibili, scelti dal basso dopo ampia discussione e presentati con sufficiente anticipo per farli conoscere. Serve l’implementazione pronta e ben ragionata dei nostri metodi di democrazia partecipativa, permettendo a tutti i cittadini onesti di impegnarsi nel Movimento e di darci forza, e garantendoci contro qualsiasi aspirante “capetto”.

Serve, insomma, un piano di lavoro intelligente e ben concepito in anticipo; costruito con una grande discussione tra le centinaia di persone di valore che si sono impegnate in questi anni nel Movimento, e realizzato con cura. Se veramente si andasse a votare in primavera i tempi sono molto stretti; spero che a Cesena ci potrà essere lo spazio e l’occasione per un primo incontro.

Quel che non si può fare, invece, è andare ad eventuali elezioni politiche alla chetichella, in ordine sparso, magari scoprendo solo alla fine che in certe zone non si raccolgono le firme o che non si riesce ad elaborare un programma sufficientemente approfondito (un social network è un ottimo elaboratore di idee ma ha comunque bisogno che qualcuno dentro ce le metta; non possiamo fare l’errore di pensare che lo strumento informatico generi automaticamente i contenuti). Lo sbarramento al 4% su base nazionale (difficilmente sarà rimosso, qualunque sia il sistema elettorale, anzi potrebbe salire al 5% tedesco) è tutt’altro che semplice da superare, visto che partiamo dal 3,7% di media nelle cinque regioni in cui siamo più forti, ma in alcune parti d’Italia non siamo praticamente presenti. Lo spazio c’è, ma bisogna lavorare molto e bene, tutti nella stessa direzione.

Con tutti i limiti e gli errori che possiamo aver compiuto fin qui, credo che il Movimento 5 Stelle sia ancora l’unica speranza di cambiamento vero, oltre che l’unico movimento politico veramente fatto dai cittadini e libero da interessi privati e logiche di attaccamento al potere; e chiunque abbia critiche da fare è benvenuto tra noi a far di meglio. Possiamo, dobbiamo credere di poter cambiare le cose; basta ricordare che, dopo i fischi e la rabbia, serve anche la testa.

[tags]movimento 5 stelle, politica, elezioni[/tags]

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lunedì 6 Settembre 2010, 09:40

Selezione dal PD’s Digest

La prima selezione è fatta di battute prese dal forum di Spinoza (*):

“Festa del Pd, Schifani fischiato durante un incontro con Fassino. A fermare i contestatori non è bastato l’imbarazzo della scelta.”

“Festa PD, Schifani contestato. No, non dal PD.”

“Schifani contestato alla festa PD: “Fuori la mafia dallo Stato”. Ma lui aveva già risposto che preferirebbe evitare le elezioni anticipate.”

“Bersani ha telefonato al presidente del Senato per esprimere solidarietà e profondo rammarico per quel che è avvenuto oggi a Torino. E ha auspicato che la mafia possa metterci una pietra sopra.”

“Festa Pd, i grillini irrompono contro Schifani. Che si è dimostrato indignato per la presenza dell’opposizione.”

“La contestazione ha portato scompiglio alla festa PD. Alcuni militanti si sono svegliati.”

“Fassino: “la festa del Pd è un luogo dove si discute e si mettono a confronto le idee”. In effetti era interessante sapere il punto di vista della mafia.”

“Alla festa del PD aspra contestazione durante il dibattito fra Schifani e Fassino. Al primo i fischi, all’altro i fiaschi.”

La seconda selezione è composta di frasi che mi sono state rivolte su Facebook da militanti e sostenitori del PD:

“Ma vai via te, coglione. Siamo l’ unico partito che elegge i suoi dirigenti con una consultazione popolare, e dovremmo sottostare alle condizioni da uno che lecca il culo di un miliardario per un posticino da assessore di Vattelapesca. Altrimenti “non se ne puo’ parlare”, pensa te. Buffone.”

“voglio vedere se tu e i tuoi amici avete le palle di rompere le scatole ai razzisti che stanno al valentino. ma non mi devo illudere il tuo leader bono del resto ha dichiarato di avere votato lega in passato. avevo fatto finta di non sentire fino a ieri e di tollerare. ma la violenza fisica e la mancanza di rispetto per chi cerca di far rispettare le regole democratiche non l’accetto. quando sentirò che spaccherete un braccio ad uno della lega avrete il mio rispetto.”

“Siete semplicemente patetici. è una festa nazionale, dove a parlare sono i politici, non gli incompetenti! Dove sta scritto che chiunque doveva poter parlare?”

(Nota: 1) se volevo fare l’assessore mi iscrivevo al PD dieci anni fa, certo non mettevo la mia faccia per un movimento che non controlla alcuna posizione di potere e che sta sulle scatole a tutta la casta; 2) al di là della strana logica di non accettare la violenza e poi incitarci a rompere un braccio ai leghisti tutto nella stessa frase, l’ultima volta che siamo andati dalla Lega era non più di due mesi fa… e ci saremmo andati anche ieri sera se la Digos, dopo il casino di sabato, non ci avesse schedati tutti e bloccati a prima vista)

(*) gli autori sono FrancescoCocco, Po’Lentone, Archi il Leone, Starrynight, cocosauro, Dante Docet, mancio1971, Puccio di luce.

[tags]fassino, schifani, contestazione, festa pd, pd, torino[/tags]

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sabato 4 Settembre 2010, 14:45

Commercianti per passione

Come sa chi mi conosce dai tempi dei memorabili raduni di Usenet di fine anni ’90, io sono un appassionato di fumetti; tuttora cerco di leggerne un po’, e dunque mi reco ogni tanto in fumetteria. Una volta ero fedele abbonato di Universi di carta in via Baretti, ma da quando ha chiuso sono senza casa; finisco generalmente per andare alla Borsa del Fumetto tutte le volte che per lavoro passo da Milano e ho una mezz’ora libera prima di riprendere il treno.

Comunque, mi capita anche di essere in centro a Torino e di fare un salto nella fumetteria che si trova in cima a uno dei più noti centri commerciali della zona. Il fumettaio è un mestiere che si fa per passione; generalmente non ci si arricchisce, anzi si fatica a tirare avanti, ma si ha la possibilità di fare un lavoro che piace condividendo un proprio interesse con i clienti (e anche di leggere gratis un casino di fumetti). Per la fumetteria suddetta, però, non dev’essere così; del resto da sempre l’assortimento è molto precario e soprattutto è totalmente privo di senso, in nessun ordine apparente, costringendoti a perquisire un po’ tutto il locale per non perderti niente, un po’ come se non si fosse ben certi di quali siano le categorizzazioni (per genere, per editore…) e di quale sia il gruppo a cui appartiene ogni serie.

Ne ho avuto la conferma l’altro giorno, quando, arrivando, ho assistito a una scena che mi ha fatto tenerezza. Due signori di una certa età stavano aprendo uno scatolone di Pan Distribuzione (il maggior distributore italiano) da cui uscivano pile degli ultimi numeri di alcune tra le serie giapponesi più lette del momento: Fullmetal Alchemist, Naruto, Fairy Tail e così via. Non sono proprio serie sconosciute o di nicchia, e nemmeno appena uscite, dunque uno che vende fumetti non può non conoscerle. Eppure i due erano intenti a riordinare la spedizione rimettendo insieme le varie pile… guardando le figure in copertina e dicendo “ah, sto qui è uguale a quello là, vanno insieme”. Ho avuto la netta sensazione (magari sbagliata, ma tant’è) che non avessero la minima idea di cosa stessero maneggiando, e non distinguessero Naruto da Sailor Moon

Comunque, quanto sopra è sempre meglio della gelateria dove l’altra sera la signora che serviva mi ha preparato la coppetta, l’ha guardata un po’, ha deciso che ci aveva messo troppo gelato, ha preso un cucchiaino di plastica, ne ha tolto un po’ da sopra e l’ha rimesso nella vaschetta prima di infilare il cucchiaino nella coppetta e darmela!

[tags]commercio, fumetti, fumetterie, gelaterie[/tags]

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venerdì 3 Settembre 2010, 15:00

Sarà il caldo

Stamattina sono andato dal mio solito barbiere, che frequento da una decina d’anni. L’ho visto dimagrito, quando ha parlato non aveva più voce; ho chiesto cosa avesse, e mi ha detto che durante l’estate gli hanno trovato e rimosso un tumore alle corde vocali (per fortuna benigno).

Due settimane fa, tornato dalle vacanze, ho invece scoperto che a un mio amico, più giovane di me, hanno trovato un cancro al colon. In certe fasi sembrava veramente a rischio di vita, ora sta meglio e sta intraprendendo le terapie, speriamo bene.

E poi, c’è la fine improvvisa e imprevista del dottor Topino, anch’essa nel giro dell’estate.

Può darsi che tutto questo sia soltanto un normale “grappolo statistico”, quando per coincidenza certi avvenimenti simili succedono tutti assieme senza che ciò implichi alcunché di strano. Eppure, spesso in natura ci sono fenomeni che si sviluppano sottotraccia per molto tempo, e che poi vengono fuori di colpo quando è troppo tardi per fermarli; la stessa evoluzione della vita si basa su mutazioni impreviste, e in un attimo può succedere che la natura, che pensavamo di aver messo sotto controllo, reagisca aggredendoci in un modo che non possiamo fermare.

Non so chi, tra gli scienziati e i medici, possa dire con effettiva certezza di saper controllare e prevedere gli effetti dell’ambiente inquinato e innaturale in cui viviamo; credo nessuno. D’altra parte, abbiamo permesso che la medicina, da arte sacra, diventasse industria medica e poi industria e basta, in cui i morti sono un effetto collaterale dei profitti.

C’è dunque qualcosa di profondamente sbagliato nel mondo in cui viviamo, una orribile sensazione come di qualcosa che sta spingendoci verso un dirupo, mentre noi vediamo avvertimenti sempre più chiari, ma siamo lanciati a velocità troppo elevata per accorgercene o anche solo per fare qualcosa.

E allora, non resta che far finta di niente; perché non sappiamo nemmeno dire bene cosa sia.

[tags]tumore, cancro, malattia, inquinamento, natura, terra[/tags]

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giovedì 2 Settembre 2010, 15:02

Primarie e promesse da mantenere

Oh, io avevo scritto un lungo post come seguito alla questione delle primarie online del Movimento 5 Stelle, viste le cose che sono successe dall’ultimo – prima Grillo ha confermato che le primarie online si faranno, anche per le elezioni comunali, e poi il Fatto Quotidiano ha lanciato le sue, mettendoci un po’ in difficoltà (alla fine stiamo convergendo sul nome di Davide Bono come “segnaposto”, che è probabilmente il meno peggio che possiamo fare; tuttavia, promuovere il nome di qualcuno che non potrà essere candidato svilisce l’idea stessa di primarie, che dovrebbero servire a ridare ai cittadini la sovranità sulle scelte politiche e non a verificare quale movimento riesca a mobilitare più click via Facebook).

Ma poi ho pensato che di questioni “politichesi” avete probabilmente la nausea, e che non era il caso di riaprire questioni che potessero essere interpretate polemicamente, e ho lasciato perdere quasi tutto quel che avevo scritto.

Sappiate solo che, nonostante tutto, nel Movimento è sempre forte l’opinione che “uno vale uno” è una metafora ma poi “è meglio se facciamo le scelte tra noi che ci conosciamo”, e che trovo la situazione del movimento torinese piuttosto preoccupante: alcune iniziative sono state fatte (la prossima il 10 settembre in circoscrizione 3), ma non abbiamo uno spazio di discussione pubblica, non prendiamo posizione su niente e abbiamo solo un sito semiabbandonato per divergenze su come gestirlo, un altro sito dove si pubblicano solo comunicazioni di servizio per non offendere nessuno, e una mailing list chiusa, privata e a iscrizione moderata; un po’ poco per mobilitare i torinesi, in un momento in cui la campagna elettorale per le comunali di fatto è già iniziata.

A fronte del buon lavoro fatto dagli eletti in Regione, io ammetto di essere parzialmente deluso dal Movimento proprio per questo: per la mancata realizzazione delle promesse fatte in campagna elettorale relativamente alla partecipazione dal basso dei cittadini alle scelte del Movimento – e ciò nonostante le numerose offerte di collaborazione teorica e pratica, mie come di molti altri. Non mi preoccupa il ritardo dello staff di Grillo nel pubblicare la famosa piattaforma informatica, a patto che prima o poi arrivi (ora si dice entro settembre…), ma mi preoccupa che molte persone nel Movimento, anche influenti, pensino che l’idea della partecipazione diretta di tutti i simpatizzanti alle scelte interne non sia poi così importante, anzi sia pure pericolosa.

Per quel che mi riguarda, io ribadisco quel che ho già scritto varie volte in passato, cioé che sono ben contento di continuare a impegnarmi se c’è qualcuno che lo vuole (ovviamente ringrazio quella ventina di lettori, non li ho contati, che hanno scritto il mio nome alle primarie del Fatto, mi ha fatto molto piacere), ma solo se il Movimento resta fedele all’idea di democrazia dal basso grazie alla rete; un’idea senza la quale il Movimento perderà ogni ragione d’essere, e si trasformerà nell’ennesimo partitino di opposizione di cui francamente non si sente proprio la mancanza.

E, a questo punto, invito voi a dire la vostra; perché questo è il bello della rete.

[tags]movimento 5 stelle, beppe grillo, elezioni, comunali, torino, primarie, politica[/tags]

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