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giovedì 10 Agosto 2006, 19:02

Il futuro di Internet

Ormai la notizia è uscita in giro e l’hanno riportata financo i blog degli amici, quindi per una volta mi tocca fare un post serio (non so nemmeno in che categoria metterlo).

Qualche settimana fa, mentre ero in ufficio, ho ricevuto una telefonata in diretta dal Senato dalla Repubblica: era il sottosegretario Beatrice Magnolfi che mi annunciava la nomina in un nuovo comitato, istituito dal ministro Nicolais, per discutere della posizione italiana al prossimo Internet Governance Forum delle Nazioni Unite, a fine ottobre ad Atene. Ovviamente la cosa mi ha fatto molto piacere; giusto per mettere le cose in chiaro, non si tratta di una posizione retribuita (anzi, mi pago io ogni volta l’assenza dal lavoro e il viaggio a Roma), ma si tratta comunque di un segno di grande stima e fiducia, derivante direi dai miei ruoli in ICANN e nei forum delle Nazioni Unite che parlano di Internet.

Il comitato è composto da persone che si sono occupate di questi temi, da Stefano Trumpy, che rappresenta il governo italiano in ICANN, a Matilde Ferraro, che ha rappresentato le ONG italiane al WSIS – solo per nominarne un paio. Include Fiorello Cortiana, che si è occupato di questi temi nello scorso Parlamento, ma anche Joy Marino, uno dei fondatori dell’industria Internet italiana. E’ presieduto da una persona eccezionale come Stefano Rodotà, colui che ha introdotto in Italia il tema dei diritti personali nella società dell’informazione, e che da tempo battaglia per la “Costituzione di Internet”; poterlo conoscere di persona è stato un gran piacere.

Ci siamo riuniti per la prima volta giovedì scorso, il che mi ha permesso di entrare per la prima volta nello studio di un ministro, in un bel palazzo rinascimentale in corso Vittorio Emanuele: e vai di salone chilometrico, legno pregiato, dipinti a tema epico e commessi alla porta. Il Ministro Nicolais, comunque, è stato molto gentile; ci ha accolti personalmente e ha partecipato alla prima parte della riunione, prima di fuggire per andare a pranzo a batter cassa da Padoa Schioppa; ha poi lasciato la riunione a Magnolfi.

L’argomento della riunione è stato come organizzare un processo per definire una posizione del governo italiano sui temi che saranno discussi ad Atene. I temi dell’IGF (definiti a Ginevra tramite un do ut des diplomatico teso a lasciar fuori qualsiasi questione veramente pericolosa, dal controllo americano su ICANN alla proprietà intellettuale) saranno quattro: libertà e apertura della rete, sicurezza e stabilità della rete, diversità e internazionalizzazione dei contenuti, e costi di accesso.

Per ciascuno di questi, sono state definite persone di riferimento (io, con Fiorello, mi occuperò del primo, che include anche la libertà di espressione, l’accessibilità del sapere e i diritti in genere) e ci siamo ripromessi di preparare una bozza per metà settembre; vogliamo inoltre organizzare, per metà ottobre, una consultazione pubblica, online ed offline, per permettere a chiunque di esprimere il proprio parere. A quest’ultima cosa io tengo molto: credo che potrebbe essere un’occasione per mettere il governo di fronte alle istanze che vengono dalla rete, su tutti i temi relativi a Internet, e quindi incoraggio tutti a prepararsi per tempo.

A fine riunione, io ho proposto che il Governo sponsorizzasse anche due workshop che vorrei organizzare ad Atene, anche se il tempo stringe (le proposte vanno inviate entro il 24 agosto); il primo sulla Costituzione di Internet, e il secondo sul trusted computing, una tecnologia che, dipendentemente dalla sua implementazione, vedo potenzialmente molto lesiva dei diritti delle persone e della natura stessa di Internet. Alla fine si è scelto di concentrarsi sul primo, per non disperdere le forze (devo dire che anche a livello internazionale l’interesse sul trusted computing è risultato scarso: probabilmente è un tema troppo tecnico per essere accolto dai diplomatici e dalle ONG, tipicamente di stampo sociale e cooperativo, che partecipano ai processi ONU).

Tornando a noi: per quanto mi riguarda, questa è soprattutto una occasione per portare all’attenzione del nostro governo un po’ dei problemi reali che leggiamo tutti i giorni sulle liste e sulle riviste della rete, e che mi preoccupano alquanto. In queste cose sono totalmente piemontese: non sono in grado di sfoggiare i salamelecchi e le adulazioni (ma nemmeno lo sgomitìo per farsi vedere) che usano in queste occasioni, e quindi nemmeno di “ammanicarmi” oltre quel che deriva naturalmente dalle cose che faccio. Se però il Governo ci darà modo di influenzare un po’ la sua politica in materia, allora ne sarà valsa la pena.

Io però li attendo al varco: in particolare, va bene Atene, ma ho tutte le intenzioni di cominciare a parlare appena possibile di revisione della legge Urbani, di privacy, diritto d’autore, trusted computing, di diritti dei consumatori dei pessimi servizi ICT nostrani, del digital divide interno, e così via. Questo è un esperimento che potrebbe finire a ottobre, o potrebbe essere la base per un processo più ampio e più stabile, veramente innovativo per l’Italia, di concertazione multi-stakeholder delle politiche sull’ICT, che porterebbe anche esiti migliori per le istanze del “popolo della rete”. Credo quindi che sia il caso di provare tutti assieme a farlo funzionare.

Nel frattempo, compatibilmente con la scarsa connettività che tutti noi abbiamo ad agosto, la mia email (vb [a] bertola.eu.org) è a disposizione per chiunque voglia presentare suggerimenti o pareri.

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11 commenti a “Il futuro di Internet”

  1. Daisuke Ido:

    Ebbravo vb, vai sempre piu’ in alto :D
    Complimenti e in bocca al lupo!

  2. Ubik:

    Come ci siamo (href=”http://www.webdomus.it/blog/2006/08/04/i-paradossi-della-rete/”) detti, la questione dovrebbe essere l’Argomento principe del Popolo della Rete.
    Come modalità di discussione, la cosa che mi sembra più semplice e banale è aprire un forum di discussione, questo:
    http://groups.google.com/group/IIGF
    Le proposte invece potrebbero essere redatte in forma di wiki.
    Se la cosa ha un seguito potrei metterlo su.

    Che ne dici/dite?

  3. Flavia:

    Bene, sono molto contenta e conto molto su di te e per fortuna anche su qualcun altro, ma non tutti, per portare avanti le nostre battaglie di sempre!
    Ti auguro buon lavoro e sono a diposizione per quanto di mia competenza (e tu sai più o meno di che cosa si tratta). Aggiungo un bit di informazione: il progetto europeo sull’e-participation DEMOnet http://www.demo-net.org cui partecipo con l’Istituto di Linguistica Computazionale di Pisa. E’ un Network of Excellence, grosso progetto della durata di 48 mesi iniziato a gennaio 2006. Dagli un’occhiata e magari iscriviti come osservatore, se hai un po’ di tempo.
    Ciao e ancora complimenti e auguri di buon lavoro.
    F.

  4. Roberto:

    Speriamo in bene, e soprattutto che il governo si impegni anche ad ascoltare i tecnici informatici indipendenti e non solo quelli che appartengono al soldo delle grandi aziende multinazionali.
    Una notizia che mi preoccupa un pò l’ho letta sul giornale “La Stampa”, che riguarda l’interesse di “zio” Bill per il politecnico di Torino.
    Non vorrei che sotto le promesse di presunte “opportunita’” di ricerca e di lavoro per la città si finisse per monopolizzare anche il politecnico di Torino a sostegno dei “secondi fini” della Micro$oft….
    Ribadire una vera politica antitrust sui temi dell’informatica credo sia importante.

  5. BlindWolf:

    Il “Poli” ha già un laboratorio sponsorizzato da zio Bill ed il Magnifico Rettore (che non è un informatico) ne va fiero.

  6. Donghe:

    Ma se non si parla ad atene del trusted computing perche’ l’interesse e’ scarso.. quando e in che occasione bisogna occuparsene..? Ma i workshop li fate sugli argomenti che gia’ conoscono tutti?
    Degli altri temi chi si occupa?

  7. Felice Balsamo:

    Posso consigliare di spingere molto su una commissione che detti regole tra gli ISP nazionali.
    Semplificare le procedure di trasferimento dei domini tra i vari ISP e collaborare per la lotta allo SPAM (almeno proveniente dalla rete nazionale).

    Se vuoi io sono disponibile per eventuali collaborazioni.

  8. Roberto Simoni:

    Salve a tutti,
    siamo ormai a metà settembre. Qualche news sui lavori del comitato?

    Esiste qualche sito su cui seguire i lavori “in diretta”?

    Grazie
    Roberto

  9. Roberto:

    Finalemte! Era ora che il governo ascoltasse anche la voce degli italiani ed il popolo in particolare, non solo le grandi Major italiane o statunitensi.

    In particolare perchè non si è iniziata ancora in Italia la transazione del software da proprietario a quello libero nell’amministrazione pubblica come stanno facendo in Francia e in Austria? ( ed in altri Paesi europei?).
    Di certo la trasazione non è facile, forse inizialmente anche un pò onerosa, ma sicuramente avremo nel futuro la possibilità di risparmiare molto!
    Inoltre l’informatizzazione pubblica che si basa su un SO tutt’altro che sicuro, sostanzialmente vulnerabile e non direttamente sotto il controllo dei tecnici dipendenti dallo stato italiano?…
    (Impossibilitati ad agire sui sorgenti).
    Come mai uno Stato si fida totalmente da una ditta straniera con la fama accertata di tendere alla monopolizzazione del mercato?
    Perchè pagare diritti ad una ditta straniera, mente c’è una alternativa valida sul software libero?
    Perchè costringere i cittadini italiani ad acquistare le licenze Microsoft anche per poter pagare le tasse?

    Sulla legge Urbani…
    Perchè non si è pensato di abolire la tassa sui CD e DVD in Italia? Perchè se uso i supporti magneti od ottici per memorizzare lavoro fatto da me stesso devo pagare una tassa per diritti d’autore?
    Per lo meno doveri poter scalare la percentuale delle tasse dei diritti, visto che l’autore di quel materiale è di mia proprietà!
    Un DVD a doppia densità di 8.5 GB lo si paga intorno ai 7 euro. Una rivista può costare 5 euro con allegato un DVD di
    8.5 GB. Che senso ha tutto questo?

  10. Roberto:

    Finalemte! Era ora che il governo ascoltasse anche la voce degli italiani ed il popolo in particolare, non solo le grandi Major italiane o statunitensi.

    In particolare perchè non si è iniziata ancora in Italia la transazione del software da proprietario a quello libero nell’amministrazione pubblica come stanno facendo in Francia e in Austria? ( ed in altri Paesi europei?).
    Di certo la trasazione non è facile, forse inizialmente anche un pò onerosa, ma sicuramente avremo nel futuro la possibilità di risparmiare molto!
    Inoltre l’informatizzazione pubblica che si basa su un SO tutt’altro che sicuro, sostanzialmente vulnerabile e non direttamente sotto il controllo dei tecnici dipendenti dallo stato italiano?…
    (Impossibilitati ad agire sui sorgenti).
    Come mai uno Stato si fida totalmente da una ditta straniera con la fama accertata di tendere alla monopolizzazione del mercato?
    Perchè pagare diritti ad una ditta straniera, mente c’è una alternativa valida sul software libero?
    Perchè costringere i cittadini italiani ad acquistare le licenze Microsoft anche per poter pagare le tasse?

    Sulla legge Urbani…
    Perchè non si è pensato di abolire la tassa sui CD e DVD in Italia? Perchè se uso i supporti magnetici od ottici per memorizzare lavoro fatto da me stesso devo pagare una tassa per diritti d’autore?
    Per lo meno dovrei poter scalare la percentuale delle tasse dei diritti, visto che l’autore di quel materiale è di mia proprietà!
    Un DVD a doppia densità di 8.5 GB lo si paga intorno ai 7 euro. Una rivista può costare 5 euro con allegato un DVD di
    8.5 GB. Che senso ha tutto questo?

  11. Mariatalmem:

    Hi all! cialas
    :) Swallow the tablet whole with a glass of water it can be taken with or without food also.
    Goodluck!!!

 
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