Standard aperti
Il mio discorso è stato ben ricevuto, anche se la platea era più interessata a sentire lo scambio tra il rappresentante del governo cinese – che sostiene che è necessario eliminare i diritti di proprietà intellettuale sugli standard internazionali e renderli aperti, altrimenti loro non possono utilizzarli nel libero commercio – e quello del governo americano – che sostiene che naturalmente loro sono a favore del libero mercato, specialmente quando si tratta di esportare, ma “le preoccupazioni dei nostri cittadini per lo spostamento di posti di lavoro tecnologici in India e Cina non possono essere prese alla leggera”.
In generale, il simposio è molto interessante, seguito da una cinquantina di persone ma tutte di altissimo livello, e con discussioni piuttosto avanzate: ho conosciuto una simpatica signora di Sun che mi ha ribadito come loro siano molto avanti sul liberare la loro proprietà intellettuale, a differenza del signore di Microsoft (il responsabile di tutte le politiche aziendali sulla proprietà intellettuale e sugli standard) che ha ribadito che tutto va bene, e non c’è bisogno di direttive in materia perchè il mercato decide da solo se gli standard devono essere aperti o chiusi. L’ambiente gotico e l’abbondanza di cibo gratis poi fanno il resto… Comunque, se volete sapere cosa sono andato a raccontare, trovate qui il testo del position paper, e qui le slide.