Visto che in questo momento tutti parlano di stadi, mi sembra sensato riportare alcuni “dettagli” su quel che succede a Torino, dove è stato appena presentato il nuovo progetto di ristrutturazione del Delle Alpi, lo stadio che la città ha regalato alla Juventus, che come risposta ha detto che lo ristrutturerà solo se la collettività pagherà anche i relativi costi come parte della candidatura ad ospitare gli Europei del 2012.
L’articolo qui sotto non è mio, nè di un tifoso granata, nè di un giornale scandalistico o di opposizione: è uscito su Repubblica un paio di giorni fa. Divertitevi.
“IL REGALO DEL DELLE ALPI
Il 15 luglio scorso, il Comune di Torino ha concesso alla Juventus il diritto di superficie della durata di 99 anni sull’area dello stadio e zone adiacenti. In cambio di 25 milioni di euro, i bianconeri hanno ricevuto la possibilità di costruire un centro commerciale, una multisala cinematografica e la propria nuova sede con annesso museo. Si tratta di 54mila metri quadrati di superficie utile esistente all’interno di un’area complessiva di circa 350mila metri quadrati. Calcolando solo la superficie utile, il costo per la Juventus è stato pari a 4,68 euro annui al metro quadro: una minusvalenza in piena regola per i cittadini. Per installare un banco per il commercio di libri usati oppure di fiori, a Torino si pagano mediamente 76,65 euro annui al metro quadro.
La partita degli stadi, si è sempre chiamata. Chi l´ha giocata si sa, chi l´ha sempre persa pure: la città di Torino. Il paradosso è che stanno per piovere, sempre se l´Italia otterrà dalla Uefa gli Europei del 2012, milioni di euro sulle nostre terre, ma non sarà soprattutto la collettività a goderne bensì un soggetto privato, ovvero la Juventus.
È l´ultimo atto di una storia ormai lunga più di un decennio (fu Gianmarco Calleri ad aprire le danze, scatenando quella sarebbe poi diventata una valanga) e quasi sempre sbagliata: l´ultima notizia è che uno stadio costruito appena 17 anni fa verrà demolito e ricostruito, mentre l´impianto di proprietà del Comune, pomposamente e inutilmente olimpico, rischia seriamente di diventare un ingombro insensato, oltre che continuare a essere quello che già è, una macchina senza soldi. La Juve ha deciso: rifarà il Delle Alpi, ipotizzando un investimento di 120 milioni, soltanto se potrà scucire al governo un finanziamento agevolato a tasso zero.
Altrimenti rinuncerà alla spesa e si limiterà ad adeguare l´impianto ai parametri della legge Pisanu, sborsando una quindicina di milioni. In pratica, se il Comune non approverà il progetto firmando il protocollo d´intesa con la società bianconera, e se lo stato non finanzierà i lavori, Torino non avrà gli Europei, perché lo stadio Olimpico non è adeguato alle norme Uefa, che prevedono una capienza di almeno quarantamila spettatori.
Esattamente quella prevista dal nuovo Delle Alpi, che (sempre se i soldi e i permessi arriveranno) verrà raso al suolo e ricostruito, prendendo a modello stadi come la Philips Arena di Eindhoven, l´Aol di Amburgo o lo Stade de Suisse di Berna. Tutti impianti nuovi, moderni. La struttura non sarà quella del classico ovale degli stadi italiani, ma dall´esterno assomiglierà a un gigantesco parallelepipedo arrotondato sugli spigoli. Del vecchio Delle Alpi rimarranno soltanto quei pali a forma di V che sovrastano le curve e reggono la vela di copertura. Sparirà anche la famosa tensostruttura e, naturalmente, compariranno ristoranti ed esercizi commerciali, sempre sul modello tedesco. Al progetto ha lavorato l´architetto Renzo Zavanella, che già aveva firmato il plastico che gli era stato commissionato dalla Juve di Giraudo e Moggi. Lo studio Rolla si sta invece occupando delle strutture esterne.
E il Comunale? Resterà lì, monumento a mille errori. È un impianto inutile, troppo piccolo per il calcio e figurarsi per un Europeo. È anche considerato scomodo, bruttino e insicuro, visto che i tifosi granata della curva Primavera si lamentano per la facilità con la quale i tifosi ospiti li bersagliano di oggetti e petardi. È uno stadio senza futuro, pensato male e realizzato peggio: tutte le risorse cittadine si sono sempre concentrate sul Delle Alpi, che venne offerto alla Juventus per un cifra poco più che simbolica e sul quale, adesso, verranno dirottati anche gli eventuali finanziamenti pubblici, mentre il Comunale rischia di svuotarsi per sempre, visto che Cairo, paradossalmente, preferirebbe pagare l´affitto alla Juve pur di disporre di un impianto più adatto alle esigenze del Torino e dei suoi tifosi, che in corso Sebastopoli stanno oggettivamente stretti. Ma ormai non c´è più molto da fare, perché anche le promesse di un ingrandimento dell´Olimpico sono vane: si può recuperare qualche posto (poche migliaia, in ogni caso), ma non procedere a un intervento strutturale.
L´errore fu a monte, quando il Delle Alpi venne svenduto e l´altro stadio concesso al Torino di Cimminelli, nel quali tutti, in città , conoscevano le intenzioni e la disponibilità economica: non si può dire che il fallimento della società granata colse i torinesi di sorpresa, così come non si è mai diradato il sospetto che l´ex patron venne convocato alla guida del Toro proprio perché non si opponesse alla risoluzione della partita stadi.”