Resoconto da Ginevra
Ieri a Ginevra si è tenuta una delle periodiche consultazioni delle Nazioni Unite sul futuro dell’Internet Governance Forum; si trattava di trarre delle conclusioni da Atene in termini di organizzazione e tematiche, per capire cosa fare a Rio.
La discussione è stata interessante anche se un po’ pomposa, come sempre in queste occasioni; bisogna sempre distillare i messaggi. E di messaggi ce ne sono stati, alcuni chiari, alcuni più sottili. La grande contrapposizione, si sa, è tra chi vuole mantenere l’IGF come un forum di pura discussione, che non prenda alcuna determinazione formale, e che non si occupi di nulla di controverso e men che meno del legame tra ICANN e governo americano – la cosiddetta “versione evirata” andata in onda ad Atene – e chi vuole aggiungere ad esso la capacità di discutere delle questioni scomode e di rilasciare risultati formali.
Nel primo schieramento troviamo i paesi sviluppati, capeggiati dagli Stati Uniti, appoggiati dal settore privato e dai tecnici della rete, e seguiti dall’Unione Europea, che ha trovato il modo di fare la solita dichiarazione priva di sostanziale contenuto; nell’altro troviamo i paesi in via di sviluppo, capeggiati dal Brasile che ospiterà il prossimo forum, e gran parte della società civile.
Le schermaglie procedurali sono state varie; la chicca è stata la proposta brasiliana di sostituire l'”advisory group” che ha organizzato Atene, e che è pieno di rappresentanti di ICANN e degli americani, con un nuovo “bureau” che farebbe le stesse cose, ma che essendo un’altra cosa potrebbe essere rinominato da zero. Astuto.
Alla fine, non si è concluso molto; tanto i governi sanno che la decisione finale su questi punti tocca all’ufficio del nuovo Segretario Generale delle Nazioni Unite, e per loro è molto più facile andare a far lobbying direttamente a New York che esporsi in un forum pieno di gentaglia come me.
E’ stato un buon momento per la nostra campagna sulla Carta dei Diritti della Rete: abbiamo presentato il nuovo sito web, e il governo italiano ha ribadito in pubblico l’impegno ad organizzare una conferenza internazionale in materia, a Roma a giugno. C’è però moltissimo da lavorare, e speriamo che le promesse vengano mantenute.
Certo però che è frustrante dover andare a Ginevra in giornata in auto a spese proprie, rinunciando quindi alle cene prima e dopo, che sono tradizionalmente l’occasione per fare un po’ di pressione e stabilire contatti utili. Pare che l’Italia abbia tante buone intenzioni, ma soldi per supportare queste attività , pochi.