Governo?
Come ampiamente previsto, pochi minuti fa il governo è andato sotto al Senato, sulla mozione per il rifinanziamento della missione in Afghanistan. Di cui, detto tra noi, in Parlamento non fregava nulla a nessuno, a parte forse un paio di idealisti dell’estrema sinistra; era solo una occasione pubblicamente spendibile per una resa di conti nella presunta maggioranza.
Non si sa, ora, cosa succederà ; se ci terremo questo governo agonizzante ancora per mesi, o se decideranno di staccare la spina (la legge sull’eutanasia però non l’hanno fatta, per cui non so se sarebbe legale). Certo che, vista dall’esterno, l’intera situazione italiana mette tristezza.
Innanzi tutto, con tutti i problemi che ha l’Italia (a proposito, Alitalia: siamo un paese che nemmeno riesce a tenere in piedi una compagnia di bandiera, un po’ come la Costa d’Avorio), è due mesi che si parla solo di gay che si devono sposare, di aeroporti militari e financo di brigatisti rossi (usciti dritti dal banco surgelati); perchè, come al solito, parlare a ruota libera di questioni teoriche è sempre meglio che lavorare, e comunque non dà fastidio a nessuno.
Al centro di tutto questo stanno come al solito gli ideologi del no a tutti i costi, quelli per cui nulla di concreto si può fare senza ledere qualche astratto e non ben definito principio di equità e buonismo; ben rappresentati dalla coppia sempreverde Dario Fo – Franca Rame e dal video, mandato qualche giorno fa da Studio Aperto, in cui i due nobili artisti, ripresi dietro le quinte del palco di Vicenza mentre guardavano in televisione le recensioni del loro spettaccomizio, davano del “cazzone” al ministro della Difesa Parisi, e del “bugiardo” a Fassino.
Non che il resto della maggioranza sia tanto meglio; credo però che la sinistra conservatrice ed estremista abbia dimostrato di non avere la maturità necessaria per governare un paese occidentale (probabilmente neanche per farsi fare un mutuo in banca, se è per questo).
E quindi, detto che pare comunque difficile che si torni veramente a votare, speriamo che sia giunta l’ora tanto attesa: fuori Bertinotti, dentro Casini, che sarà democristiano, ma almeno una vaga idea di cosa sia il senso delle istituzioni ce l’ha.
Se poi in tutto questo ci sia di mezzo anche la famosa coltellata di Massimo… lo scopriremo solo tra qualche tempo!