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venerdì 23 Febbraio 2007, 10:51

Il problema del calcio

Basta aprire un giornale nelle pagine sportive per trovare, negli ultimi due giorni, queste notiziole dal mondo del calcio:

De Rossi, centrocampista della Roma e della Nazionale, campione del mondo, durante la partita con il Lione – seguendo l’insegnamento di Materazzi – ha insultato pesantemente (pare anche con epiteti razzisti) il centrocampista avversario Abidal per tutta la partita. Ma alla fine, naturalmente, è andato a scusarsi e, ai presenti, ha qualificato la cosa come “una normale tattica di gioco, di quelle cose che succedono in ogni partita”.

Il neo giocatore juventino Salihamidzic, attualmente al Bayern Monaco in attesa di spostarsi a Torino l’anno prossimo, ha trascorso l’intera partita contro il Real Madrid a sputare contro il pubblico e i presenti a bordo campo. E’ la stessa partita in cui il centrocampista dei tedeschi Van Bommel, dopo aver segnato, ha fatto il gesto dell’ombrello agli avversari. Il presidente dei tedeschi Rummenigge, mito del calcio germanico, ha commentato “Avrei preferito un arbitro più intelligente; ha chiaramente sbagliato contro di noi, quindi non ci si deve scandalizzare di queste reazioni.”

C’è poi il caso dell’ “irrequieto” (come lo definisce La Stampa) Francesco Flachi, punta di talento della Sampdoria, che questa settimana è risultato positivo alle indagini antidoping, per uso di cocaina. Già dieci anni fa successe la stessa cosa, ma fu poi assolto. In compenso, quest’anno è già stato squalificato per due mesi dopo che si scoprì una sua telefonata all’allora laziale Bazzani per sapere il risultato del derby romano prima che fosse giocato, partita su cui poi scommesse una bella cifra, ovviamente vincendo; fu il famoso derby del 2005, finito 0-0, in cui dall’inizio del secondo tempo le squadre si disposero attorno al cerchio di centrocampo e cominciarono a passarsi la palla amichevolmente come ai giardinetti, in mezzo ai fischi del pubblico, in un aperto biscotto.

E non riapro nemmeno la questione stadi torinesi; tra le novità recenti vi è quella seduta del Consiglio Comunale in cui il sindaco Chiamparino, indicando i gruppi di tifosi presenti in tribuna, con spirito di pacificazione e interesse per i propri elettori avrebbe detto “Non abbiamo più bisogno di loro”.

Al massimo, possiamo aggiungere che Bobo Vieri è stato rapinato di un orologio da 16.000 euro, per strada a Milano, e avrebbe reagito dicendo “Tanto ne ho un altro”.

Ah, però, non dimenticate; il problema del calcio sono gli ultras, specie quei criminali che vanno allo stadio con le pericolosissime bandiere e i vergognosi striscioni con scritto “Forza Toro” (che il nostro Questore, unico in Italia, in un rigurgito di celodurismo chiamparinista ha vietato all’interno dello Stadio Olimpico). Nel frattempo, se non ve ne foste accorti, da questa domenica praticamente tutti gli stadi di A e B riaprono a pieno ritmo o perlomeno per gli abbonati. Eh, ma adesso che abbiamo i tornelli e una legge che permette di andare a casa di qualcuno martedì mattina e arrestarlo in flagranza mentre lancia una bomba carta la domenica pomeriggio allo stadio (non scherzo: la legge dice proprio “in flagranza”, ergo senza necessità di particolari prove), non ci saranno più problemi.

[tags]calcio, ultras, flachi, vieri, de rossi, roma, toro, chiamparino[/tags]

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6 commenti a “Il problema del calcio”

  1. sciasbat:

    Uhm, mi sembra il tipico approccio italiano in cui si grida: ma perché dovete proprio iniziare da me a risolvere il problema, quando gli altri sono peggio?

  2. simonecaldana:

    Quando il popolo osanna qualcuno costui si eleva al di sopra. al di sopra del popolo, delle regole del popolo, della morale del popolo. E il popolo lo osanna ancora di piu’. Ogni volta che un tifoso orgasma per un giocatore che segna, para, salva un gol… lo investe di un potere su di se’. Succede per lo sport, per la politica, per tutto. Osanna, e sarai sottomesso.

    Non fosse che l’idea l’ha gia avuta Neil Gaiman bisognerebbe scrivere un libro dal titolo “VIP: i nuovi Dei”. (ref: American Gods, Neil Gaiman, Mondadori)

  3. vb:

    Che i violenti vadano repressi è indubbio, ma si è usata questa occasione per concentrare l’attenzione e lo sdegno popolare sugli ultras, in modo che tutti gli altri continuassero a farsi le proprie mafie e i propri comodi…

  4. BlindWolf:

    Il calcio è uno sport (che personalmente mi piace).
    Ma è anche un prodotto.
    Un prodotto ha bisogno di marketing.
    Il marketing deve stabilire un target di pubblico.
    Il target attuale sono i beceri.

    Questo non toglie che persone colte, fini ed intelligenti possano amare il calcio, ovviamente. Ma lo spettatore becero sarà più attratto dalla furbizia del tuffo in area, dalla gomitata ad arbitro girato (riproposta alla moviola da Biscardi), dalla rissa in campo, dalla provocazione all’avversario, dall’atteggiamento arrogante che non dalla stoica fatica del ciclismo, della maratona o del canottaggio o dalla correttezza del rugby.

  5. Bruno:

    Bravo Sciasbat. Credo che si chiami “Benaltrismo”.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Benaltrismo

  6. Alberto:

    Proverei ad ipotizzare che finché l’omicidio sarà considerato un reato più grave dello sputo, dell’epiteto razzista, del gesto dell’ombrello, del consumo di cocaina, delle scomesse clandestine, delle partite truccate, dello sproloquio, del possesso di orologi costosi, gli ultras saranno sicuramente il problema del calcio. Quando le nostre scale etiche cambieranno chissà…
    Per quanto riguarda il benaltrismo perfettamente d’accordo. Ben altri sono sempre i problemi e l’indicare sempre “ben altri” problemi è il miglior modo per non affrontare i propri come gli ultrà, come del resto tutti noi italiani, sanno fare sapientemente.
    Ciao ciao

 
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