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Archivio per il mese di Marzo 2007


venerdì 9 Marzo 2007, 08:55

Annozero (3)

Ieri sera è ricominciato Annozero, con una scelta secondo me molto azzeccata: quella di parlare, nel giorno della festa della donna (categoria un tempo discriminata e ormai generalmente paritaria), dei diritti degli omosessuali. Santoro ha deciso di dedicare buona parte della puntata a far rivedere i filmati del Gay Pride romano del 2000, quello che scandalizzò i cattolici e scatenò oceanici cortei di protesta di Forza Nuova (erano quasi in duecento).

La cosa particolare, però, non è stata tanto la discussione, visto che tanto sappiamo tutti cosa pensare della contrapposizione tra il movimento degli omosessuali e la Chiesa Cattolica (“una lite tra froci”, come sarcasticamente ma a buon diritto la definiva uno degli intervistati). E’ stata invece la partecipazione dell’unico politico invitato, Clemente Mastella, che doveva rappresentare la posizione di compromesso del governo, ma che alla domanda di un giovane omosessuale, che gli chiedeva quale fosse il danno alla famiglia tradizionale causato dal riconoscimento di diritti alle coppie omosessuali, ha cominciato a dire che “non sono io o la legge a definire la famiglia come unione di un uomo e una donna, è il diritto naturale, che esiste a prescindere”. Alla terza o quarta volta che, invece di rispondere alle domande, ripeteva questa stronzata, Santoro è sbottato e gli ha detto con tono un po’ accalorato: “Ma scusi, in Germania, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, dove hanno i Pacs, non conoscono questo diritto naturale?”. Mastella si è un po’ irritato, ma la cosa è finita lì, e si è andati in pubblicità.

Tornati dopo lo spot, viene il turno di Vauro; e Santoro, dandogli la parola, fa la battuta “Ci dicono che questa è una trasmissione di comunisti, da oggi ci diranno che è una trasmissione di froci comunisti”. A quel punto, mentre le telecamere inquadrano Vauro, Mastella blatera qualcosa, fa l’indignato, si alza e se ne va.

Ecco, è proprio in quel momento, dopo due ore in cui, di fronte a problemi veri, drammatici, profondi di persone reali, la politica ha saputo soltanto lavarsene le mani, fornire risposte vaghe ed ipocrite, e generare irritazione crescente in chiunque assistesse, che la finta piazza televisiva si è fatta di colpo vera, e si è trasformata in un luogo di potere permanentemente okkupato, e insieme un po’ spaesato di fronte alla ritirata del nemico, e all’insperata liberazione del centro della scena.

Santoro, che per queste cose ha fiuto, è esploso: “Scusate, siccome sta succedendo un fatto, questa sera… quello che sta succedendo alla politica, l’arroganza della politica in questo paese, è i-nac-cet-ta-bi-le!” (Applauso) “Poi fate quello che volete, cacciateci… non ce ne frega niente! Dovete abituarvi a discutere con la gente! … E’ insopportabile questa concezione della politica, fatta tra l’altro da persone che non sanno di cosa parlano…”

E’ vero che, subito dopo, Vauro ha ripreso e ha fatto una battuta tremenda su come i vescovi siano i primi a fare outing, “vestiti così, più appariscenti delle drag queen”. E non è nemmeno la prima volta che un politico se ne va a metà trasmissione (vedi Berlusconi dall’Annunziata). Ma la sensazione è che si sia passata una soglia; che l’incomunicabilità tra potere e popolo, tra potere e giovani, stia facendo, abbia fatto un passo avanti.

E’ proprio questo genere di episodi che mi fa pensare che viviamo in un periodo di erosione carsica delle basi della convivenza sociale; poco visibile forse, ma che comincia a manifestare crepe ben apparenti. In un milione di rivoli diversi, in un milione di ambiti disparati, l’insoddisfazione tende a trasformarsi in rabbia sempre più palpabile verso chi ci (s)governa con menefreghismo, incompetenza e malafede.

Probabilmente aveva ragione Caselli, al TGR di ieri a pranzo, che parlando dei terroristi recentemente arrestati a Torino diceva che non c’è la minima possibilità che, come fu negli anni di piombo, questo torni ad essere un fenomeno di massa. Aveva ragione, ma solo perchè non è più quella la modalità della lotta, e quasi nessuno dei blandi, paurosi, viziati e introversi giovani di questa generazione avrebbe mai le palle di vivere in clandestinità o di sparare per un ideale (non che sia un male, intendiamoci).

Eppure, la disperazione e la mancanza di alternative rende aggressivo qualsiasi animale: mi riesce difficile credere che si possa ancora per molto assistere passivamente allo scempio che questa classe dirigente fa del nostro paese, senza che una quantità significativa di italiani si metta a spaccare tutto.

P.S. A Fantastico 7 (1986), Grillo disse la famosa battuta sui socialisti, con Craxi e Martelli in missione in Cina, e Martelli che chiede a Craxi “Ma se qui sono un miliardo e sono tutti socialisti, a chi rubano?”. Dopodichè, concluse il pezzo dicendo “Va bene, e con questa, ci vediamo a Fantastico 18!” Col senno di poi, aveva sbagliato per difetto, visto che saremmo a Fantastico 28 e Grillo in Rai non s’è ancora rivisto. Vediamo se Santoro resta.

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giovedì 8 Marzo 2007, 19:14

Se non ci fossero

Se non ci fossero, bisognerebbe inventarle – e non solo per questioni meramente riproduttive.

Ci fanno soffrire, godere, divertire, piangere, incazzare, immaginare, sognare, annoiare, sperare, scappare e ridere. Ci fanno la spesa, la cena, il bucato, ma spesso anche le scarpe sul posto di lavoro, mentre noi ci facciamo la spesa, la cena e il bucato.

Sono delle ottime amiche, anche se raramente lo sono veramente; più spesso, vige un rapporto che è un mix tra un gioco di bambini, uno scontro armato, una caccia in cui sei preda e predatore insieme, una grande ed emozionante avventura, e poi talvolta anche una brutta telenovela, una sceneggiata napoletana o un vero e proprio dramma; e, più avanti nella vita, anche un club dagli interessi in comune, una piccola azienda in crescita, una assicurazione reciproca e una delle poche certezze che si hanno, naturalmente finchè non si smette di crederci e si lascia andar tutto in malora. Sono, insomma, la cosa più viva della nostra vita.

Continuano ad essere spesso incomprensibili e imprevedibili: abbiamo proprio il cervello fatto in modo diverso. Mi dissero che il grande dolore della vita è che per essere felici bisogna essere felici in due; più che un dolore, però, è una verità da prendere come guida. Per carità, è vero, da adulti si vive piuttosto bene anche da soli; però, che mondo sarebbe senza donne?

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giovedì 8 Marzo 2007, 08:56

Supportiamo anche Linux, eh!

Sempre per non parlare dello scandaloso italia.it, mi hanno segnalato un’altra chicca: il portalone ministeriale da 45 milioni di euro offre anche la possiblità di scaricare una toolbar da installare nel proprio browser, in modo da avere sempre a portata di mano le utilissime potenzialità di ricerca che il portale offre.

Nella pagina relativa, offerta da uno sponsor privato, si elencano i sistemi operativi supportati: ovviamente, c’è una sfilza di Windows, e poi c’è scritto “Linux solo con browser Firefox” (Mac OS X non l’hanno mai sentito nominare). Bene, dico, proviamolo su Linux: clicco su “scarica”…

…e viene giù un magnifico .exe!

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mercoledì 7 Marzo 2007, 12:03

Ancora informazione all’italiana

Oggi ho sentito la pubblicità della nuova puntata di Informaconsumatori, la trasmissione radiofonica di Radio Flash pagata dalla Regione Piemonte (cioè dalle mie tasse) che dovrebbe “informare” il popolo sulle nuove iniziative del governo, che naturalmente risultano sempre meravigliose (ne avevo già parlato). In questo spot, si sentono i soliti finti cittadini che dicono cose come “costava mille euro ma senza ricevuta ottocento, è uno scandalo!” o altre affermazioni qualunquiste su chiunque non faccia l’operaio (che, si sa, è l’unico mestiere che i leader della sinistra italiana trovano eticamente corretto, a patto ovviamente che lo facciano gli altri).

Dopodichè, una voce spiega il tema della trasmissione di questa settimana: “Con le liberalizzazioni del governo, i professionisti saranno obbligati a rilasciare ricevute e fatture. Cosa succederà davvero?”

La domanda è un capolavoro di propaganda in stile Ceausescu: difatti, una “liberalizzazione” (cioè qualcosa che dovrebbe rimuovere dei vincoli preesistenti) è l’esatto opposto di obbligare qualcuno a fare qualcosa, a meno che non si interpreti la libertà (come purtroppo è abitudine della parte deteriore della sinistra italiana) come “libertà di obbligare qualcun altro a fare quello che dico io”. In più, quella che in teoria è la questione interrogativa di cui il programma dovrebbe occuparsi è chiaramente priva di contenuto: chiedersi “cosa succederà davvero?” è un po’ come chiedersi “domani piove?” o “il Toro vincerà domenica?”. Sarebbe più utile chiedersi se i provvedimenti del governo in materia siano equi ed efficaci o siano soltanto di facciata, ma naturalmente non è questo il punto della trasmissione…

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mercoledì 7 Marzo 2007, 10:01

Parlando di stadi (2)

In risposta a un articolo di Gramellini che lo accusava di non voler investire, oggi Cairo pubblica su La Stampa una risposta che mi pare eloquente, giusto per sottolineare il regalo che Chiamparino, a danno delle casse pubbliche, sta facendo alla famiglia Agnelli. Perlomeno, se regalo dev’essere, che la città faccia regali equivalenti ad entrambi i suoi figli calcistici…

“IL PRESIDENTE GRANATA RISPONDE A GRAMELLINI

Caro Gramellini,

tramite la sua rubrica vorrei rassicurare tutti i tifosi del nostro Toro. Non è vero che io non voglio comprare lo stadio Olimpico perché non ho un progetto a lungo termine. Semmai il contrario: è proprio perché ho un progetto che non lo compro.

Sarei un matto a buttare via soldi per un bene che, purtroppo, a mio giudizio non li vale. Il costo innanzitutto: l’equivalente di circa 1500 euro per ogni spettatore, mentre alla Juventus il Delle Alpi mi risulta sia costato circa 400.

E poi vogliamo mettere la differenza fra i due impianti? Quello è uno stadio che la Juve potrà far lavorare 7 giorni su 7, allargando addirittura di oltre 20.000 metri quadrati la zona commerciale, mentre all’Olimpico manca lo spazio fisico per impiantare qualsiasi attività (ristoranti, cinema, negozi). Aggiungiamo che la capienza e la visibilità sono modeste e che, anche ampliandolo, parecchi spettatori continuerebbero a vedere male la partita. Hanno fatto uno stadio senza pensare né al calcio né al Toro e adesso vorrebbero farmi sentire in colpa se io non pago il prezzo dei loro sbagli?

La città di Torino è in debito con i tifosi granata da almeno vent’anni. Mi sarei aspettato che assumesse su di sé almeno l’onere della ricostruzione del Filadelfia. Invece il Comune finora si è detto disposto a investire solo 3 milioni e mezzo di euro. Di questo passo non si va da nessuna parte e i nostri tifosi hanno tutte le ragioni di lamentarsi della diversità del trattamento riservato ai due grandi club cittadini. Io sono disposto a sedermi anche domani a un tavolo con il Sindaco e gli assessori per riavviare un dialogo. Ma deve essere chiaro che non ho nessuna intenzione di portare il Toro sull’orlo di un altro fallimento per rimediare agli errori strategici che altri hanno commesso sulla questione stadi.”

[tags]torino, toro, juve, juventus, chiamparino, stadio, delle alpi, olimpico[/tags]

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martedì 6 Marzo 2007, 23:33

Mistero

Ma perchè uno come Enrico Ruggeri, con tutte le cose belle che ha fatto nella vita, deve finire a condurre un orrido programma fintogiovane di terza serata, brutta copia dell’insopportabile Lucignolo, su Italia Uno?

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martedì 6 Marzo 2007, 18:40

Mafiuso sugnu

Un paio di settimane fa, l’azienda per cui ho lavorato nel 2006 mi ha pagato otto mesi di stipendi arretrati, più il venti per cento di IVA; come potete immaginare, è una bella sommetta. Io li ho tenuti un po’ lì, poi ci ho aggiunto la liquidità che mi restava dall’aver finalmente venduto un po’ di vecchie azioni, e venerdì, dall’Internet banking, ho trasferito il tutto sul mio Conto Arancio in attesa di decidere investimenti più seri.

Oggi comincio a ricevere mail e telefonate dalla mia banca, in cui mi avvisano che devono parlarmi urgentemente. Già penso che vogliano vendermi qualche fondo di liquidità, visto il bonifico di venerdì. Invece, li richiamo e la gentile signorina comincia con circospezione a farmi qualche domanda… a chiedere quali sono le mie fonti di reddito… e in particolare, “potrebbe spiegarci il motivo di quel consistente bonifico che arriva da un’azienda?”.

Gli spiego che è il mio stipendio, e allora di colpo la signorina si rasserena, e mi spiega che dalla centrale hanno dei meccanismi che individuano automaticamente movimenti sospetti di denaro tra più conti, specie quelli intestati a singoli individui come me. In più, c’è quel bonifico di importo elevato disposto via Internet… e naturalmente, arrivando da Internet, come ci si può fidare?

Per quest’ultima cosa, insomma, la signorina mi dice che dato l’importo hanno bisogno di una riprova, per sicurezza, in modo che io non possa contestare. E la riprova consiste nel far partire una conversazione a tre: io, lei e un risponditore che registra la conversazione. Una gentile voce sintetica mi recita un numero di ticket, e poi io recito il mio nome, cognome, data di nascita, numeri di conto, ABI, CAB e importo. Finito: finalmente il mio bonifico può partire.

Resto però stupito dall’efficienza antimafia (antinero?) della mia banca; e ho il sospetto che alla prossima fattura di importo elevato che transiterà sul mio conto, non potrò più presentarmi in filiale…

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martedì 6 Marzo 2007, 14:35

Finder?

Ho passato dieci minuti di panico, non riuscendo più a montare le mie condivisioni remote (da Ernesto via Samba) sul mio portatile con Mac OS X. Ogni volta che provavo, ricevevo il seguente messaggio d’errore: “Non posso connettermi al server perchè il nome o la password non sono corretti.”

E così, mettendoci dentro il fatto che il server è appena stato installato e anche la quantomeno confusa gestione degli utenti di Samba, ho cominciato a bestemmiare: difatti, ho resettato (almeno credevo) la password delle condivisioni sul server, ma, dopo quel messaggio, Mac OS X non mi permetteva di inserire un nuovo username e una nuova password!

E’ solo dopo i suddetti dieci minuti di panico che mi sono accorto del problema fondamentale, ovvero che il server Samba era spento…

Insomma, quando ci si prova a connettere con un server che non risponde, il Finder di Mac OS X ti dice che hai sbagliato username e password… ma poi, a differenza di quel che accade quando li sbagli davvero, non ti chiede di inserirne di nuovi. Immagino che sia per qualche deviata elucubrazione di sicurezza di qualcuno, “così non puoi sapere se c’è un server acceso o no provando a montare una condivisione”… peccato che così sia io a non sapere cosa sta succedendo!

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lunedì 5 Marzo 2007, 23:43

Le Iene

Le Iene hanno spesso delle ottime idee, ma quella che ho visto stasera (già usata da loro in passato) è fantastica: si va a un qualsiasi raduno di VIP – in questo caso il Festival di Sanremo -, si manda un inviato in incognito con una macchina fotografica, accompagnato da una bella ragazza con una telecamera nascosta nel cappello, e si fa in modo che esso incocci nel VIP di turno, al quale rivolge la fatidica domanda: “Possiamo fare una foto?”.

Quando l’altro, con variabile livello di entusiasmo, alla fine accetta, invece di abbracciarlo e mettersi in posa con lui, con la massima naturalezza l’inviato gli porge la macchina fotografica, fornendo tanto di dettaglio su dove schiacciare e come fare lo zoom, e si mette in posa con la ragazza, come se si aspettasse di farsi fare la foto dal VIP.

La faccia inorridita che ha fatto stasera Giorgio Faletti – come se avessero appena bestemmiato e, incidentalmente, lui fosse Dio – valeva da sola tutto il programma!

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lunedì 5 Marzo 2007, 21:42

Milano

Oggi era una giornata talmente bella che persino Milano sembrava quasi un posto piacevole dove stare.

Oh, ho detto quasi, eh!

(A dimostrazione di questo, nel già brutto quartiere tra Corso Buenos Aires e la stazione, vicino al leggendario Bar Cin-Cin…nato di piazza Cincinnato, all’incrocio tra via Lecco e corso Tunisia, oggi ho avvistato un intero palazzo semibruciato e abbandonato, che nemmeno a Beirut l’avrebbero lasciato lì così.)

(Sì, come sempre quando ho mezz’ora di attesa per il treno di ritorno, sono andato alla Borsa del Fumetto!)

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