Convivenza incivile
Oggi il telegiornale riporta con ampi dettagli la vicenda dei manifestanti anti-Bush che, dovendosi recare a Roma per protestare contro la venuta degli americani, hanno bloccato i treni e occupato le stazioni di buona parte del Nord e Centro Italia per protestare contro la richiesta di pagare il biglietto.
Trenitalia, difatti, aveva organizzato convogli speciali e aveva persino offerto la tariffa “grandi manifestazioni”: sedici euro andata e ritorno da Padova a Roma (se lo facessi io per lavoro, ne spenderei oltre un centinaio). Scandalizzati, i manifestanti – supportati da quel paio di ministri del “governo” Prodi che li aspettavano a Roma per manifestare con loro – hanno parlato di “attacco alla democrazia” e “complotto repressivo”: volevano viaggiare gratis, e per rinforzare il concetto hanno bloccato anche tutti gli altri treni, finchè non l’hanno avuta vinta.
Da che mondo è mondo, ogni attività sociale è un equilibrio tra diritti e doveri. In particolare, il diritto di manifestare si accompagna alle relative conseguenze: chi sciopera perde una giornata di stipendio, chi non va a scuola perde la lezione, chi si reca al comizio si paga il viaggio. Invece, esiste un numero crescente di nicchie nella nostra società a cui tutto è dovuto: qualsiasi richiesta di impegno, di spesa, di responsabilità , di un qualsiasi tipo di dovere, viene etichettata come violazione di diritti e mancato rispetto della loro libertà . Questo accade in casi molto diversi, dai manifestanti no tutto agli studenti del liceo, dai dipendenti Alitalia ai rom dei campi nomadi, accomunati dall’idea che le regole siano irrilevanti e che a loro tutto sia concesso, e se non lo è basta rompere le scatole piagnucolando o bullando, immancabilmente supportati da cori buonisti, finchè non la si ha vinta.
Per fortuna l’Italia non è solo così; l’Italia è piena di persone che in silenzio fanno il proprio dovere e vanno anche ben oltre, facendosi carico anche delle responsabilità di quegli altri. E poi succede come a Noto, dove cinque giovanotti si sono messi a fare il bagno fregandosene dei divieti e delle condizioni pericolose, hanno rischiato di affogare, e allora l’animatore del villaggio è andato a salvarli uno per uno, e poi è morto lui.
Il problema è per quanto tempo ancora la parte responsabile dell’Italia sarà disposta a sopportare l’altra: perchè quando si romperà le scatole, allora saranno guai per tutti.