Sicurezze, part 2
Ok, posso finalmente raccontarvi cosa è successo alla mia collega moldava dopo che è stata portata via al controllo passaporti (per fortuna, non l’hanno veramente cremata).
A differenza degli austriaci, che l’avevano lasciata entrare senza problemi nell’area Schengen durante il viaggio di andata, secondo gli spagnoli lei necessitava di un visto anche solo per transitare. Credo che questo sia dovuto anche al fatto che Barajas, come dicevo prima, non ha un’area airside unica fuori dal controllo passaporti: in altre parole, è necessario entrare fisicamente in Spagna per poter cambiare terminale, da quello internazionale (4S) a quello europeo (4).
Dopo essere stata portata via, nell’ufficio della polizia di frontiera, le hanno dato due scelte: o risalire sul prossimo volo per gli Stati Uniti, o essere deportata in Moldova tra due giorni, trascorrendoli in attesa fuori dal controllo passaporti. L’ufficiale di frontiera si è comportato in modo autoritario, ha ritirato il passaporto, e si è rifiutato di fornire qualsiasi documento o spiegazione scritta sul come mai ci fosse bisogno del visto anche solo per transitare e quali fossero le opzioni legali a sua disposizione.
Quando lei si è accorta di aver perso il suo volo per Vienna, ha cambiato approccio, e si è messa a protestare (e garantisco, per averla vista alle prese con le guardie americane, che protesta in modo piuttosto efficace): ha cominciato a chiedere i nomi di tutti i poliziotti e a scriverseli, segnando tutto quel che facevano con tanto di data, ora e numero della stanza. Poi ha minacciato di fare ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani (di cui, incidentalmente, io conosco un giudice di cui le avrei volentieri dato il contatto) se non avesse avuto spiegazioni scritte e adeguata assistenza legale.
Come risultato, nel giro di un quarto d’ora le hanno dato una lista di voli diretti fuori dall’Unione Europea su cui avrebbe potuto essere imbarcata, e che le avrebbero permesso di arrivare a casa in giornata. Alla fine, l’opzione migliore è stata un volo Iberia per Istanbul, da cui un altro volo l’ha portata a Chisinau, dove è arrivata a mezzanotte. Non le hanno nemmeno fatto pagare i voli, visto che il biglietto che aveva, pur essendo di economy, era costato uno sproposito…
Insomma, è sempre sorprendente vedere come possiamo complicare la vita a persone che abitano al di là di una riga immaginaria, quella che separa gli inclusi dagli esclusi. Certo il controllo dell’immigrazione è un problema, ma questo genere di episodi fanno capire come, alle volte, possiamo essere noi stessi a creare nel resto del mondo la diffidenza o la rabbia nei nostri confronti.