La diversità della sinistra
Devo dire che quelli di Sxnet dovrebbero pagarmi: il mio post ha dato vita ad un thread che è di gran lunga il più frequentato di tutto il sito. Certo, la risposta più frequente a qualsiasi argomento venga portato è “Noi il Partito Democratico non lo voteremo mai”, che è peraltro ciò che pensa il 99% degli italiani (il rimanente 1% sono quelli che hanno un parente nei DS o nella Margherita), ma non mi sembra una risposta coerente alle mie osservazioni.
Comunque, immaginate quant’è stato buffo ieri sedersi sul Leonardo Express (“express” è una battuta, visto che impiega 31 minuti per percorrere una ventina di chilometri) da Fiumicino a Termini, e trovarsi accanto a due tizi, uno dei quali aveva una spilla con una stella rossa con la faccia di Garibaldi (credo), chiaramente appartenenti a Rifondazione; ovviamente, discutevano di poltrone.
In particolare, discutevano delle nomine in un gruppo di 32 persone (forse il direttivo nazionale, o un qualche gruppo costituente del nuovo ammassone Rifondazione – PdCI – Verdi – ex sinistra DS), di cui 28 sarebbero state indicate dal partito, e quattro dalla “società civile”, quindi al di fuori dei dirigenti del partito; e di un tal Domenico Jervolino di Napoli, che non rientrando nella lista dei 28, pur essendo un dirigente del partito, doveva assolutamente essere fatto rientrare in quella dei quattro, a nome di un “forum”, trombando così la persona indicata dai partecipanti e che avrebbe legittimamente potuto rappresentare il forum suddetto. E così, tra racconti di conversazioni con Fausto [Bertinotti] e con Walter [De Cesaris, il segretario organizzativo di Rifondazione], mi sono subito mezz’ora di racconti di maneggi e strategie di ogni genere per l’accesso alle poltrone.
Mi spiace solo non aver registrato la conversazione: l’avessi postata su Sxnet… beh, no, mi avrebbero detto che l’avevo fabbricata io e che sono un provocatore pagato dalla CIA, e poi avrebbero invocato una legge per proteggere i poveri politici dalle intercettazioni, che anche loro hanno diritto a maneggiare in santa pace. Sempre in nome del popolo, beninteso.