Mostri
Quando muore qualcuno, specialmente una persona molto giovane, è sempre una grande tragedia. Tuttavia, sono rimasto piuttosto colpito dalla specie di isteria collettiva, istigata dai media, che si è scatenata negli ultimi due o tre giorni, a proposito dei morti investiti da guidatori ubriachi.
Per dire, l’altro ieri a Ischia è morto un bimbo di quattro anni, folgorato da una lampada dell’illuminazione pubblica apparentemente male installata; anche qui una morte per dolo, se volete anche peggiore, visto che il bambino era piccolissimo, e che l’elettricista che ha fatto quei lavori probabilmente non era ubriaco. Eppure, ci si è limitati a qualche servizio sui telegiornali, e articoletti nelle pagine di cronaca, parlando di fatalità .
La morte della ragazza di Rivalta, invece, è diventata subito uno psicodramma nazionale: la prima pagina dei giornali e parecchie all’interno, ampie telecronache dei funerali, corsivi ed editoriali indignati, prediche di vario genere contro chi beve e si sballa (pure una di Gigi D’Agostino…) e una specie di linciaggio collettivo dell’investitore, che sicuramente ha tutte le colpe di questo mondo, ma che è diventato immediatamente un mostro, complice un giudice pistolero che, tra gli applausi della folla, si è inventato una accusa di omicidio volontario che non sta nè in cielo nè in terra, come se il tizio al volante si fosse detto “guarda quella tipa lì, adesso la ammazzo”. E poi il trionfo del kitsch popolare: interviste apologetiche, striscioni appesi alle finestre, richiami melensi agli angeli volati via, prolusioni funebri che terminano con “Ciao panzerottina mia”, Vivere e Albachiara di Vasco Rossi a tutto volume. (Anche a Roma sono morti due ragazzi in un incidente stradale, e anche lì hanno usato Vivere come colonna sonora del funerale: ma sarà Vasco che porta sfiga?)
Senza nulla togliere al dolore di chi perde una persona cara, io mi sono interessato agli altri, per cui questa morte in teoria non è diversa dalle centinaia di morti sulle strade che accadono ogni settimana; e mi sono chiesto il perchè di questa ondata di indignazione. Non sono affatto sicuro delle conclusioni, ma ho il sospetto che dipingere come mostri i guidatori alterati – specie quelli che lo fanno di professione, sballandosi o bevendo tutte le sere – sia un modo per liberarsi la coscienza.
Già , perchè anche se sapete benissimo che io sono per la responsabilità individuale delle proprie azioni e contro alle giustificazioni sociologiche per i criminali, bisognerà pur chiedersi come mai ci sono in giro così tanti giovani che passano la vita a sballarsi, in numero crescente. Solo che bisognerebbe cominciare a parlare di quali sono i valori che la classe dirigente di questo Paese ha messo in mostra nella vita pubblica e ha trasmesso ai propri figli nel privato; e quali sono le opportunità che questo Paese offre a un giovane magari non troppo intelligente e di famiglia non troppo ricca ed educata. A parte ubriacarsi e mettere sotto qualcuno per disperazione.