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giovedì 12 Luglio 2007, 14:13

La diversità della sinistra

Devo dire che quelli di Sxnet dovrebbero pagarmi: il mio post ha dato vita ad un thread che è di gran lunga il più frequentato di tutto il sito. Certo, la risposta più frequente a qualsiasi argomento venga portato è “Noi il Partito Democratico non lo voteremo mai”, che è peraltro ciò che pensa il 99% degli italiani (il rimanente 1% sono quelli che hanno un parente nei DS o nella Margherita), ma non mi sembra una risposta coerente alle mie osservazioni.

Comunque, immaginate quant’è stato buffo ieri sedersi sul Leonardo Express (“express” è una battuta, visto che impiega 31 minuti per percorrere una ventina di chilometri) da Fiumicino a Termini, e trovarsi accanto a due tizi, uno dei quali aveva una spilla con una stella rossa con la faccia di Garibaldi (credo), chiaramente appartenenti a Rifondazione; ovviamente, discutevano di poltrone.

In particolare, discutevano delle nomine in un gruppo di 32 persone (forse il direttivo nazionale, o un qualche gruppo costituente del nuovo ammassone Rifondazione – PdCI – Verdi – ex sinistra DS), di cui 28 sarebbero state indicate dal partito, e quattro dalla “società civile”, quindi al di fuori dei dirigenti del partito; e di un tal Domenico Jervolino di Napoli, che non rientrando nella lista dei 28, pur essendo un dirigente del partito, doveva assolutamente essere fatto rientrare in quella dei quattro, a nome di un “forum”, trombando così la persona indicata dai partecipanti e che avrebbe legittimamente potuto rappresentare il forum suddetto. E così, tra racconti di conversazioni con Fausto [Bertinotti] e con Walter [De Cesaris, il segretario organizzativo di Rifondazione], mi sono subito mezz’ora di racconti di maneggi e strategie di ogni genere per l’accesso alle poltrone.

Mi spiace solo non aver registrato la conversazione: l’avessi postata su Sxnet… beh, no, mi avrebbero detto che l’avevo fabbricata io e che sono un provocatore pagato dalla CIA, e poi avrebbero invocato una legge per proteggere i poveri politici dalle intercettazioni, che anche loro hanno diritto a maneggiare in santa pace. Sempre in nome del popolo, beninteso.

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7 commenti a “La diversità della sinistra”

  1. Mir:

    T’e’ andata bene.. Attento che a far circolare certe informazioni ti rovini la carriera!
    Con la spartizione, in Italia, non si scherza. E ognuno ha amici degli amici degli amici che in qualche modo finanziano, supportano, o invitano a cena chi in qualche modo puo’ aprirti strade, chiudertele, o semplicemente trovare un pretesto per sputtanarti sulla stampa nazionale.

  2. BlindWolf:

    Forse l’idea grillesca del V-day non è poi così campata per aria…

  3. Alberto:

    Il post si intitola “diversità della sinistra” e nel post si confuta autoreferenzialmente questa presunta diversità ma a me in realtà a me non è chiaro in cosa consista questa presunta diversità. Non so voi ma io personalmente non ho mai sentito qualcuno dire: “A sinistra non si fanno maneggi, non ci si spartisce le poltrone eccetera…”.
    L’Italia ha certo delle peculiarità storiche. Per primo il fatto che la sinistra sia stata per quasi 50 anni all’opposizione (dalla quale è innegabilmente più facile fare le anime belle) ma anche il fatto che negli ultimi 13 anni si sia appropriato della destra un uomo moralmente controverso come Berlusconi che è diventato di fatto la pietra angolare del dibattito politico. Queste peculiarità hanno contribuito spesso a fare della “questione morale” uno spartiacque tra i due schieramenti, ma mi chiedo quanti tra gli elettori di sinistra si stupirebbero a leggere quanto vb riferisce.
    Ciao

  4. Alberto:

    A proposito di V-Day, anche a me viene spesso una gran voglia di rivolgere un cordiale Vaffa nella direzione del potere, comunque esso sia composto. Il problema è queste impetuose ondate di anti-politica mi suscitano non pochi sospetti.
    La politica è corrotta, inefficiente e noiosa ma è anche l’unico strumento che abbiamo per influire, come cittadini, nell’evoluzione della nostra società. Più i cittadini si tirano indietro nauseati dalla politica, più la politica si popola di lobby, poteri forti, intrighi di palazzo. Credo che Grillo sia in buona fede ma che sia anche inconsapevole alleato di chi spera che i cittadini smettano di partecipare alla politica dibattendo, schierandosi, partecipando a forum e iscrivendosi a partiti, onde poter alla fine decidere dove andare senza il pesante fardello del consenso dell’opinione pubblica.
    Per questo, personalmente, per quante fesserie scriva, apprezzo maggiormente chi partecipa ad un forum sulla politica (di destra o di sinistra che sia) piuttosto che chi va al V-day.
    Ciao

  5. BlindWolf:

    Il qualunquismo non ce lo inventiamo certo oggi. Ma…

    (preambolo)
    inizialmente, leggendo alla veloce il post di vb volevo scrivere: “In fin dei conti per proteggere gli interessi del popolo una poltrona sotto il sedere la devi avere, no?”. Ovviamente come commento può essere inteso sia in senso serio che in senso ironico (ed è qui il grottesco della situazione). Poi, leggendo meglio, mi sono accorto che non si discuteva di una poltrona di “potere” ma di un semplice consiglio politico (quindi il commento non avrebbe avuto senso e non l’ho pubblicato).
    In compenso la nuova luce sotto la quale ho letto il post è la seguente: “la politica si sta ulteriormente staccando dalla popolazione se ricorre a questi mezzucci per escluderla anche dal dibattito interno”
    (fine preambolo)

    Il senso del V-day è (o dovrebbe essere) proprio questo: protestare, da parte della cittadinanza, per riottenere il proprio spazio nella politica. I disinteressati alla politica non parteciperanno di certo all’iniziativa. Ed una persona che parla di politica “per partito preso” senza il minimo senso critico ma spinta solo dal proprio “tifo” politico (vale anche per chi accetta come fede il Verbo di Grillo, sia ben chiaro) non è meno pericolosa del “qualunquista”.

    Il problema è il seguente: molta, troppa gente (sia di destra che di sinistra) non si riconosce negli attuali schieramenti. Perchè tali schieramenti hanno troppe persone impresentabili. Perchè tali persone hanno l’elezione garantita da una legge elettorale che fa scegliere i candidati ai partiti e non agli elettori. Perchè i governi vivono alla giornata invece che avere dei progetti di più ampio respiro. Perchè le politiche sono decise dai gruppi di pressione.
    Questo è lo spazio che bisogna rivendicare, dal basso.

  6. Alberto:

    Il problema, a mio avviso, è che siamo in un circolo vizioso. Quante di quelle persone che dicono di non riconoscersi nei partiti hanno mai fatto vita politica? Hanno partecipato a dibattiti e comizi? Si sono iscritti ad un partito? La gente non si riconosce nei partiti anche perché i partiti non si riconoscono nella gente in quanto la gente non partecipa alla vita politica ed il calo di partecipazione dal basso ha reso più “pesante” la presenza degli interessi di centri economici e corporazioni, i “gruppi di pressione”.
    D’altronde siamo proprio sicuri che sono solo i governi che non hanno progetti di più ampio respiro o non è forse l’opinione pubblica che preferisce spesso guardare al proprio quotidiano che a prospettive più lontane? Quanto interesse ha suscitato il dibattito sulla costituzione europea in Italia? Quasi zero. Tutti erano concentrati sull’utilizzo che il governo avrebbe fatto del tesoretto.
    Non è forse vero che le persone impresentabili continuano ad avere tonnellate di voti ad ogni elezione?
    Non è forse vero che lo schieramento che ha approvato quella “porcata” della legge elettorale attuale è anche quello che, secondo i sondaggi, gode del favore della maggior parte degli italiani?
    E allora non è forse partecipando maggiormente alla vita politica nelle sue sedi naturali (che sono poi anche le uniche che abbiano davvero un peso) che possiamo influire su di essa?
    Facciamo il V-day, per carità, incontrarsi è sempre utile ed importante. Ma poi? L’unico modo per riottenere spazio nella politica è farla, e farla significa iscriversi ad un partito (o fondarne uno nuovo se si preferisce, ma non credo siano sufficienti quelli attuali), impegnarsi, lottare se serve. Magari non tutti ne hanno voglia, per carità, ma se non ne abbiamo voglia purtroppo non possiamo poi lamentarci se la politica la fanno altri e la fanno, naturalmente, secondo i loro interessi, non i nostri.
    Ciao

  7. BlindWolf:

    @Alberto: hai dato alcuni spunti interessanti, ti quoto un po’ in corsivo:

    Il problema, a mio avviso, è che siamo in un circolo vizioso. Quante di quelle persone che dicono di non riconoscersi nei partiti hanno mai fatto vita politica? Hanno partecipato a dibattiti e comizi? Si sono iscritti ad un partito? La gente non si riconosce nei partiti anche perché i partiti non si riconoscono nella gente in quanto la gente non partecipa alla vita politica
    Sia ben chiaro: non siamo più negli anni ’70 ed abbiamo sostituito la politica con il “Grande fratello” (quello televisivo). Il calo dell’interesse nella politica comunque non è solo in Italia e nelle ultime elezioni politiche l’affluenza è stata alta (anche se a mio avviso solo perchè è diventata una questione da tifo becero). Resta comunque il fatto che all’interno di un qualunque movimento politico sia più difficile farsi strada “dal basso”. L’episodio citato da vb o il “ribaltone” delle primarie a Caserta dimostrano quanto anche a sinistra rispettino poco la base. Inoltre: oggi la politica si fa anche sul web. Anche qui la stiamo facendo. Ma nei Palazzi non si sono accorti che siamo nel 2007.

    Non è forse vero che le persone impresentabili continuano ad avere tonnellate di voti ad ogni elezione?
    Con la legge elettorale attuale (ma anche con il maggioritario…) non occorre votarle: i voti arrivano a loro.

 
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