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domenica 1 Luglio 2007, 09:13

Sicurezze

Dev’esserci qualcosa che non va, visto che il blog sembra morto da un po’. In compenso, Iberia offre parecchi terminali Internet gratuiti nelle lussuose lounge del nuovo terminale 4 di Barajas, per cui posso postare da qui, in attesa di riprendere un aereo per Torino. Il nuovo terminale di Barajas è molto spagnolo: nuovissimo, bellissimo, sinuoso, e progettato dagli imitatori di Picasso e Dalì, nel senso che i percorsi interni sono quanto di meno razionale e più labirintico si potesse pensare, metafisicamente imperscrutabili. Non a caso ci vanno venticinque minuti (compreso un treno sotterraneo e parecchie scale mobili sia in su che in giù) per arrivare da un gate a un’altro…

Il volo è stato tranquillo, anche se, tornando dai Caraibi, ci sono a malapena tre ore per dormire. Ho scoperto di essere sullo stesso volo della mia nuova collega di ALAC, moldava; così abbiamo condiviso l’attesa e l’uscita (il volo no, visto che io ero in business, e mi sono ritrovato accanto al rappresentante in ICANN del governo olandese, la cui sorella lavora… a Torino in Fiat Veicoli Commerciali). Ecco, non ho mai apprezzato tanto il fatto di essere maschio, e dell’Unione Europea. Maschio, perchè posso attraversare un aeroporto senza dovermi fermare per almeno dieci minuti a ciascuno dei negozi sul percorso; dell’Unione Europea, perchè non mi trattano come hanno trattato lei.

Alla partenza da San Juan, infatti, hanno subito notato il colore strano del suo passaporto; al controllo di sicurezza – che ora prevede, oltre al metal detector senza scarpe, una macchina che spara soffietti d’aria su tutto il corpo, e non chiedetemi a cosa serva – le hanno fatto posare i “liquidi”, tra cui un profumo e un rossetto. Lei non ha gradito, anche perchè il profumo costava un mese di stipendio medio moldavo (circa 70 euro). Le hanno detto, nel modo più sgarbato possibile, che avrebbe potuto tenerlo se fosse uscita dalla zona airside e se avesse trovato un negozio che potesse venderle una busta trasparente, rifacendo poi tutti i controlli di sicurezza. Perdipiù, c’era un bel cartello evidente che mostrava “Security level Orange – High risk of terrorist attacks”, così erano tutti preoccupati… Alla fine, dopo un mezzo litigio, lei ha ceduto; per tirarla su, io, latinamente, sono riuscito a farla entrare con me nella business lounge anche se lei era in economy.

All’arrivo a Madrid, invece, io sono passato dalla coda veloce (esseri umani con passaporto rosso) e lei è finita nella massa aggrovigliata di americani in punizione (facciamo a loro quel che loro fanno a noi) ed esseri umani che ricadono nella nazionalità “altro”. La coda lunga era comunque piuttosto veloce, e io mi sono messo ad aspettare dietro i botteghini del controllo, cercando persino di occhieggiare il software sui PC. Nel giro di trenta secondi, è arrivato un ragazzo in borghese, mi ha mostrato il distintivo e mi ha pregato (in spagnolo, ma molto gentilmente) di andare ad aspettare più avanti. Ormai smascherato, cinque metri più avanti l’ufficiale in divisa mi ha fermato e mi ha chiesto da dove venivo; naturalmente l’indicazione “Puerto Rico” non ha risollevato gli animi. Così mi ha fatto una serie di domande, poi mi ha lasciato andare, poi mi ha inseguito perché gli sembrava di vedere qualcosa nei miei pantaloni; mi ha non-perquisito (cioè, mi ha comunicato con lo sguardo di sapere di non potermi perquisire ma di avere gran desiderio che io volontariamente mettessi le sue mani sui miei pantaloni, cosa che ho fatto nel modo meno equivoco possibile) e poi mi ha lasciato andare.

Nel frattempo, la mia collega era già quasi al controllo; peccato che quando è arrivata lei il sistema è andato in tilt. Difatti, dalla Moldova c’è bisogno del visto per qualsiasi destinazione, e lei, che da Madrid transitava soltanto, non aveva quello per la Spagna; e il razionale aeroporto di Barajas pare non avere un percorso separato per il puro transito. L’ho vista discutere per una decina di minuti, con una massa urlante dietro, poi mi sono girato e sono spariti sia lei che il poliziotto; dopo cinque minuti è tornato solo il poliziotto. Per scrupolo ho aspettato ancora un quarto d’ora, poi mi sono rassegnato e sono andato verso la mia sala VIP; purtroppo, mi sono ricordato troppo tardi di avvertirla che in Spagna i moldavi senza visto vengono cremati all’ingresso. Peccato, era simpatica.

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4 commenti a “Sicurezze”

  1. simonecaldana:

    Evidentemente non era figafaiga.

  2. AndreaC:

    “ma di avere gran desiderio che io volontariamente mettessi le sue mani sui miei pantaloni” ?! Ma poi avete limonato?

  3. .mau.:

    e non avevi un coso di plastica trasparente da offrire alla tua nuova collega?

  4. vb:

    Ma quanti doppi sensi riuscite a scrivere in tre righe?

 
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