Varie da ICANN
Beh, in effetti in questo meeting di casa – organizzato dallo staff di ICANN, a pochi chilometri dal suo quartier generale – ci trattano bene: nel cortile del ristorante di ieri sera stavano parcheggiate una Rolls Royce e una Ferrari, mentre in quello del ricevimento di stasera, proprio sulla spiaggia di Santa Monica, c’era una Lamborghini arancione. Il tutto nel solito ambiente di ragazzoni atletici e tipe in vestito superelegante, con la schiena nuda e le tette rifattissime a spingere sul davanti, mentre un pianista di mezz’età accenna del jazz o della musica lounge, e i camerieri rigorosamente messicani ti versano i cocktail.
Però, può succedere (a me) che l’Hilton pretenzioso ti schiaffi in una stanza all’ultimo piano che sta proprio sotto gli enormi motori del sistema di condizionamento, posizionati sul tetto; e così, per due notti ho fatto molta fatica a dormire, disturbato da un ronzio persistente e ben percettibile. Oggi, però, ne ho avuto abbastanza e nelle pause dei meeting sono andato a farmi valere presso la reception, ottenendo un’altra stanza due piani più sotto.
Nel frattempo, stamattina l’ALAC si è dedicato a una sessione di team building, con tanto di gioco di ruolo e gara di abbracci: good vibrations, peace and love, ma devo ammettere che sto cominciando a ripensare all’opportunità di spendere mezzo milione di dollari l’anno dei possessori di domini in un progetto del genere. Forse, se con un terzo di quei soldi ICANN assumesse un paio di persone sveglie da mandare nelle discussioni di policy a difendere l’interesse dell’utente medio, il risultato sarebbe migliore.
Insomma, dopo tutti questi anni questi meeting sono un po’ tutti uguali. Stasera una squallida cena nel sotterraneo dell’albergo, alla presenza di un sottosegretario americano: un quarantenne atletico e molto sveglio che ha prontamente cazziato Vint, segnalandogli che interporsi (come fa Google) tra la pagina di risultati della ricerca e i siti linkati, anche soltanto con lo scopo di visualizzare un avvertimento sulla possibile presenza di malware, è una violazione dell’antitrust e della neutralità della rete. Prima o poi anche noi avremo membri del governo in grado di formulare autonomamente un pensiero del genere.