Autostrade barotte
Anche oggi bloggo tardi, il che vuol dire che ho avuto una giornata pienissima. Comunque, tra le cose che ho fatto c’è stato anche il percorrere per la prima volta il tratto settentrionale della nuova autostrada Asti-Cuneo, da Asti ad Alba. Per il momento non si paga, ma sono già pronti gli spazi e i segnali per i caselli; come per la Torino-Pinerolo, appena l’opera sarà finita potranno cominciare a riscuotere.
Segnalo comunque un senso di ridicolo e di incredulità di fronte ai segnali. Voglio dire, già che possa esistere un cartello autostradale verde con indicato Cuneo – non è uno scherzo, esiste davvero! – lascia un po’ basiti; ma che l’uscita indichi Castagnito… Non me ne vogliano i castagnitesi (castagnitensi? castagnitini? castagnati?), ma non c’è un minimo criterio di decenza sui nomi dei paesi degni di avere un’uscita dell’autostrada? Già sulla Torino-Pinerolo, con l’uscita Frazione Gerbole di Volvera (distinta da quella di Volvera, sia ben chiaro), avevamo toccato il fondo; ma qui, complice l’odore di vacca, si comincia a scavare. A questo punto tanto valeva fare i cartelli direttamente in piemontese.
Comunque, posso confermare che le denunce sulla realizzazione dei lavori da parte del gruppo Gavio sono fondate; per esempio, l’imbocco del ponte sul Tanaro è stato fatto talmente male che, nel bel mezzo del rettilineo dell’autostrada, hanno dovuto piantare una serie progressiva di limiti di velocità modello avvicinamento al casello. Prima 110, poi 90, poi addirittura 70; in pratica, tocca piantare una inchiodata per nessun motivo apparente. Il problema è che la terra sotto l’approccio pare aver ceduto, creando una rampa parecchio inclinata; per cui prendendo l’imbocco del ponte ai normali 140-150 all’ora ci si esibirebbe in un salto tipo Hazzard. La velocità di 110 indicata dal limite dei 70 è il massimo che si possa fare senza spaccarsi un semiasse. Adesso vediamo se glielo fanno sistemare o se ce lo teniamo così.
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