Ancora matrimoni
Oggi sono andato ad un inconsueto matrimonio feriale in quel di Borgone di Susa, uno dei paesi della media valle. Anche evitando accuratamente l’autostrada – uscendo cioè ad Avigliana ovest – per non pagare tre euro e quaranta per quindici chilometri di rettilineo, ci si arriva in mezz’ora; ed è stata una delle più belle mezz’ore degli ultimi tempi.
Infatti, dopo una settimana di pioggia, oggi il cielo era finalmente azzurro e luminoso, appena striato da qualche nuvola alta. Tutto ciò si rifletteva nel freddo intenso delle cime delle montagne già innevate, che mostravano interi versanti di neve bianca immacolata, che dissolvendosi poi nei boschi qualche centinaio di metri più in basso si specchiavano infine nei prati fangosi e giallini del fondovalle.
Effettivamente in giornate così gloriose si capisce come sarebbe opportuno evitare di rovinare anche questa valle; peraltro la sindachessa che ha sposato i miei amici è notoriamente una delle pasionarie del movimento No Tav. Sono stato tentato di trollare, ad esempio indicando il portone del municipio ed esclamando ad alta voce “Ma quand’è già che tirano giù ‘ste quattro baracche per farci la ferrovia?” (tra l’altro la sala del municipio di Borgone ha un soffitto bellissimo). Ma era un giorno di festa, suvvia.
Il matrimonio è sempre un giorno rischioso per tutti; non è un caso che nei millenni l’umanità abbia imparato a stenderci sopra strati e strati di pittura irrigidente, a base di riti, giuramenti e comandamenti, per evitare che il naturale e contrastante desiderio biologico degli esseri umani (della donna di riprodursi con sicurezza, e dell’uomo di spargere il seme il più possibile) provochi l’autodistruzione della specie a forza di coltellate e ratti delle Sabine, o più prosaicamente scoppi di rabbia o di desiderio all’interno della cerimonia stessa. Oggi però è andata generalmente bene, non tanto per me (non avevo dubbi) quanto per un paio di altre persone che, insomma, hanno telefonato molto, fatto qualche passeggiata e preso in prestito bambini altrui, ma in generale sono state bene.
Il matrimonio in questione, poi, era mezzo russo; io avrei anche provato a simpatizzare su falci e martelli, ma la cravatta rosso-bianco-azzurra del padre della sposa mi ha subito suggerito che forse non era il caso. Anche il cibo non è stato utile, visto che gli italiani hanno snobbato il borsc, mentre i russi sono rimasti istintivamente schifati dalla carne all’albese (“cruda?”). Però abbiamo simpatizzato lo stesso, e poi il gruppo maschi giovani ha messo in piedi pure la banda con tanto di batteria e amplificazione, tra le imprecazioni del gruppo anziani e un po’ anche del gruppo giovani madri abbandonate coi pargoli dai giovani maschi.
Devo però aprire una parentesi per lanciare un appello a tutti coloro che mettono musica ai matrimoni: come canzone conclusiva della festa, non è affatto appropriato scegliere Can’t Help Falling In Love di Elvis Presley.
Certo, è un pezzo romanticissimo e pieno di melensaggini, oltre che molto famoso e rifatto un po’ da chiunque. Peccato però che la canzone di Elvis (che era tanto bellino e certamente un animale da palco, ma non precisamente un gran compositore) sia una scopiazzatura dalla romanza classica Plaisir d’amour, composta nel 1785 dal tedesco Jean-Paul Martini su una melodia e un ritornello che secondo alcuni risalgono addirittura al medioevo; questa ne è l’esecuzione anticlassica (non impostata), basata sull’orchestrazione del Berlioz (1859), che ne diede il Maestro in Come un cammello in una grondaia:
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Purtroppo per i romantici, il testo originale di Jean Pierre de Florian è ben diverso:
Plaisir d’amour ne dure qu’un moment,
Chagrin d’amour dure toute la vie.
J’ai tout quitté pour l’ingrate Sylvie.
Elle me quitte et prend un autre amant.
Plaisir d’amour ne dure qu’un moment,
Chagrin d’amour dure toute la vie.
Tant que cette eau coulera doucement
Vers ce ruisseau qui borde la prairie,
Je t’aimerai, me répétait Sylvie,
L’eau coule encore, elle a changé pourtant.
Plaisir d’amour ne dure qu’un moment,
Chagrin d’amour dure toute la vie.
Suggerirei quindi che non è il caso… nè in termini di buoni suggerimenti aiuta il CD che avevo in macchina al ritorno, che ha tirato fuori People In Love degli Art Brut, che prima o poi meriteranno ancora un post a parte: People in love lie around and get fat / I didn’t want us to end up like that / To every girl that’s ever been with me: / I’ve got over you eventually.
Queste però sono soltanto alcune delle varie (per quanto non troppo) possibilità dei rapporti di coppia. Oggi in sala ce n’erano parecchie di migliori, e ciò costituiva una delle cose più piacevoli della festa; in fondo, al di là della cerimonia e del tentativo di instaurare vincoli, il punto più a favore del matrimonio è il sottolineare una fase bella della vita. A una certa età sappiamo già tutti che non sempre la vita è rose e fiori, e proprio per questo è bene evidenziare le parti che lo sono.
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27 Novembre 2007, 11:20
Ma quante mogli russe ci sono in italia??? Personalmente ho 3 amici sposati (recentemente) con donne russe… van via come il pane! :-)
27 Novembre 2007, 12:22
Qui abbiamo i presupposti per un altro thred-lidl.
Io ho un amico sposato con una cinese che precedentemente si era interessato ad una polacca. Per sua stessa ammissione “le donne straniere rompono (molto) meno le balle”.
Lancero’ il sasso dicendo che dal mio angolino di mondo effettivamente sembra che una parte consistente di donne (20-40) italiane siano altamente nevrotiche, mentre le loro coetanee di altri paesi (sviluppati piu e meno dell’italia) lo siano molto meno. E’ un problema percettivo? di campione statistico?
Inoltre: donne, vedete una situazione simile nel confronto tra uomini italiani e non?
27 Novembre 2007, 12:45
non ho molte esperienze. per quel che ho visto, i tedeschi sono mediamente più sxxxxi (ops, freddi, diretti, femministi, fautori di uno scambio alla pari, non inzuppati di romanticismo pataccoso). ma il campione statistico secondo me influisce molto.
influisce anche (questa volta in positivo) il fatto che mettersi con uno straniero o una straniera taglia via una bella fetta di comprensione reciproca, e questo talvolta (non comprendere a fondo l’altro, o meglio rendersi conto di non poterlo fare) in una relazione aiuta.
27 Novembre 2007, 15:00
Io ho un amico sposato con una cinese che precedentemente si era interessato ad una polacca. Per sua stessa ammissione “le donne straniere rompono (molto) meno le balleâ€Le orientali, ai nostri occhi di maschi occidentali, appaiono come delle sante: servizievoli, silenziose, ossequiose. E’ la loro cultura maschilista che insegna loro a fingere sempre dato che non è previsto che lora possano fare richieste dirette. Sono delle vere artiste del “raggiro”: ti fanno credere di essere un dio per ottenere ciò che vogliono. Sicuramente rompono meno delle occidentali ma sono anche meno… veraci!
DISCALIMER: a scanso di equivoci il mio non è un giudizio razzista/razziale ma solo un’osservazione basata sull’esperienza – filtrata dagli occhi di un ragazzino – di parecchi anni passati in giappone. Non pretendo nemmeno di essere un sociologo!
influisce anche (questa volta in positivo) il fatto che mettersi con uno straniero o una straniera taglia via una bella fetta di comprensione reciproca, e questo talvolta (non comprendere a fondo l’altro, o meglio rendersi conto di non poterlo fare) in una relazione aiuta.concordo al 100%
27 Novembre 2007, 15:37
@simone caldana: Dall’alto dei miei molti anni vissuti senza risparmio ti dirò che, per mia esperienza personale, gli uomini rompono indipendentemente dalla nazione di origine. Sarebbe cosa molto sana eliminare del tutto i riti religiosi e civili di matrimonio per consentire a chi ci riesce una bellissima e amorevole convivenza-almeno finché non ci si sente massacrati- senza complicazioni. Ma, come diceva un mio vecchio amico, l’uomo è nato per zoffrire(non era italiano), e allora, beccatevi il matrimonio.
27 Novembre 2007, 17:31
Anch’io premetto il disclaimer comune
E’ una questione di mentalità . In Italia (ma se vogliamo includere l’Europa orientale suggerirei anche la Romania e, mi suggeriscono, la Lettonia) le donne si sono rese conto che è più facile per una donna avere un uomo che per un uomo avere una donna. Perchè è la donna quella che sceglie. E quando c’è questa consapevolezza, è facile essere prede dell’egoismo e diventare volubili e capricciose.
E nelle altre nazioni?
In quelle cosiddette “meno sviluppate” (ma dal punto di vista culturale anche il Giappone appartiene a questa categoria) la cultura è più maschilista e le donne sono più sottomesse.
In quelle cosiddette “più sviluppate” c’è una maggiore cultura alla parità dei sessi e le donne mediamente si assumono la responsabilità anche dei doveri morali che tale parità comporta, tra i quali una maggiore correttezza nei rapporti tra uomini e donne.
Nel 2005 sono stato ad un torneo in Olanda e ad una festa una graziosissima ragazza (una che in Italia non mi avrebbe neppure guardato di striscio) è stata 2 ore a parlare con me del più e del meno (mi aveva addirituta chiesto cosa ne pensavo del nuovo Papa… e lei era protestante).
Comunque dovessi scegliere “per nazione” anch’io preferisco le russe (e propendo per le giapponesi).
27 Novembre 2007, 17:57
Blindwolf: dici quindi che siamo in un periodo di transizione? A volte ho la sensazione di essere nato nella generazione sbagliata…
27 Novembre 2007, 19:34
C’entra anche il vecchio adagio sull’erba del vicino, suppongo. E poi noi italiani siamo esterofili per tradizione e vocazione.
27 Novembre 2007, 23:16
Un parametro interessante sarebbe capire se, a fronte dell’evidente crescita del numero di coppie con uomo italiano e donna straniera – che, di per sé, potrebbe anche essere una semplice conseguenza della crescente percentuale di stranieri in Italia – ci sia anche un aumento del numero di coppie con uomo straniero e donna italiana. Può anche darsi che queste coppie si vedano meno perché in genere è la donna che si sposta; altrimenti devo dire che per ora ne conosco una sola, a fronte di svariate coppie del tipo opposto, il che farebbe effettivamente pensare a una bassa competitività della donna italiana sul mercato globale dell’accoppiamento.
Ma molto varia anche da regione a regione, appena ho messo il naso fuori da Torino mi sono stupito di come ragazze cresciute a Roma o nel sud possano essere molto più socievoli e meno piene di paranoie delle torinesi.
28 Novembre 2007, 00:05
@simonecaldana: periodo di transizione? Lo spero! Nati nella generazione sbagliata? Lo credo anch’io, lo credono in tanti altri miei circa coetanei.
Faccio un statistica di conoscenze personali.
Uomini:
A.: in Italia ha avuto una fidanzata bulgara ed una francese, ora vive a Monaco di Baviera ed ha la morosa da Taiwan
M.1: a Torino è stato per un mesetto con una lettone
M.2: tra le conquiste annovera un’asiatica centrale (Tajika o Kirghiza, non ricordo) ed ora in Brasile ha una fidanzata locale
L.: la sua fidanzata è lituana (di origine russa) e colà risiede. Non immaginavo che potessero esistere ragazze belle come lei.
? (ex compagno di appartamento di A): morosa congolese.
M.3: Ungheria
Aggiungo due compagni di corso di lingua giapponese entrambi con la fidanzata dagli occhi a mandorla. Anche la nostra insegnante madrelingua aveva il fidanzato a Torino.
Tra le donne:
M.: vive in Inghilterra da una vita ed ha un marito inglese.
28 Novembre 2007, 09:37
vb, non è che ci voglia poi molto ad essere più socievoli di torinesi, milanesi e settentrionali in genere. (W gli stereotipi!) :-)
Ma da voi a Torino sono rimasti dei torinesi? Qui da noi i milanesi sono una specie protetta dal WWF!
28 Novembre 2007, 10:01
@Blindwolf: L. è quell’L. che conosco io?
@vb: la mia (ancora per poco) inquilina a Torino ha un marito sudanese. Però si sono conosciuti in Olanda.
@for those: rivendico la mia antisocievolezza come valore.
28 Novembre 2007, 16:31
errata corrige: la fidanzata di (?) non è del Congo ma da Camerun.
@.mau.: non lo so, dato che non ti conosco di persona e le tue connessioni (quindi ti ho appena richiesto una join LinkedIn :-) ). Dimenticavo però di dire che il suo ex-socio A. ha la fidanzata svizzera.
28 Novembre 2007, 16:52
@for those…: torinesi doc nell’ultima generazione penso che siano veramente pochi. (io abito nel capoluogo ma sono di Casale Monferrato (AL); i miei nonni materni sono veneti)