In breve
L’IGF è finito da un paio d’ore, ed è stato un vero delirio: soltanto oggi ho dovuto alzarmi alle 7 per presenziare a un workshop alle 8,30, lasciandolo alle 10 per andare a fare il rapporto in sessione plenaria sul workshop della Carta dei Diritti, per poi seguire la sessione cruciale sui piani per il prossimo IGF, che finiva alle 13, ora in cui sono entrato nel meeting preparatorio per la plenaria del pomeriggio, nella quale ero sul palco – con, tra gli altri, Vint Cerf e Bob Kahn, nonché il tizio che ha scritto The Cult of The Amateur e che per esso è stato preso a pesci in faccia da chiunque da Lessig in giù – e in cui ho dovuto esprimermi più o meno su qualsiasi campo dello scibile internettiano; come intervento di partenza, ho segnalato il coinvolgimento di Cisco nel campo dell’intercettazione dei contenuti in rete, più nolente che volente ed essenzialmente per la mancanza di principi globalmente condivisi su come debbano comportarsi le aziende occidentali in presenza di richieste di intercettazione per motivi politici, e vista la reazione incacchiata dei megamanager Cisco presenti sul palco credo che sia meglio che non compri più alcun oggetto Cisco per le mie reti. Nel frattempo abbiamo dovuto premere per riuscire a fare un intervento a nome dell’Italia e per far sì che la Carta dei Diritti venisse menzionata nelle conclusioni del panel (missione compiuta); e poi, dopo la cerimonia di chiusura, abbiamo ancora dovuto fare un’oretta di meeting della coalizione, cercando di controllare i vari entusiasmi e accordarci su alcune mosse pratiche. Insomma, capite perché è un paio di giorni che non bloggo…
A margine di tutto ciò, qui sembra novembre – cioè, so che è novembre, ma da questa parte del mondo dovrebbe essere maggio, e invece è novembre: piove a dirotto da quattro giorni, con la sola eccezione del pomeriggio di ieri, in cui però ero talmente stanco che sono tornato in albergo in anticipo (attraverso soli 50 minuti di ingorgo) e sono crollato con la faccia sul letto per due ore prima di cena.
Ah, e non venite a Rio in vacanza, stare qui è uno stress unico… ne parleremo meglio in futuro.