Un altro anno da Toro
Ben sapendo quanti granata leggono questo blog, mi sento in dovere di dedicare la domenica a scrivere due righe sulla situazione del Toro; che dopo il 2-1 di ieri, come tante cose in Italia, è grave ma non è seria, anche se domenica scorsa in casa con il Livorno si è vista la prima vera contestazione dell’era Cairo, con migliaia di persone a gridare “Ma ci prendi per il culo, fai giocare pure Oguro” (peraltro giocatore non meritevole certo di sfottò simili) e “Per restare in A, per restare in A, noi vogliamo Oronzo Canà “.
Guardando la squadra di quest’anno, il fatto di avere chiuso il girone d’andata con meno punti persino rispetto alla derelitta compagine dell’anno scorso non si spiega proprio; il gioco è di un altro livello, i giocatori pure, l’allenatore altrettanto. Certo, c’è una chiara mancanza di un centravanti serio, e pure di un paio di ali di livello; ma se nel calcio ci fosse una logica, questa squadra, sistemando decentemente tali buchi, nel girone di ritorno farebbe trenta punti.
La partita di ieri, peraltro, è stata segnata pure dal solito delirio arbitrale; la Fiorentina, pur essendo nettamente più forte del Toro, è riuscita a segnare soltanto su due rigori regalati. Per dare un’idea, riportiamo qui sotto la sequenza del “fallo” su Mutu che avrebbe causato il secondo rigore:
Su Sky, a un certo punto, hanno cercato disperatamente di giustificare l’arbitro proponendo il fermo immagine del primo fotogramma, ingrandendolo fino a far sembrare ciascun piede un quadratone, e dicendo “mah… qui forse c’è un contatto…”. Poi ci hanno ripensato, e hanno concluso anche loro che Mutu si butta spudoratamente.
Dopo la partita, sia Novellino che Cairo erano furibondi; quest’ultimo ha dichiarato apertamente che “questo rigore mi sembra una cosa assurda, allucinante, il trattamento che ci riservano gli arbitri è incredibile”, che “credo sia una cosa vergognosa e scandalosa”, che “mi è piaciuto il Toro stasera per il temperamento, poi purtroppo quando ci sono i cascatori è difficile andare avanti”, e addirittura che “da quando ho criticato il gol di Trezeguet, da allora in poi ci hanno trattato in modo incredibile”.
Effettivamente, favori al Toro non ne capitano proprio mai, se si esclude un rigore regalato a Napoli e subito compensato da rigore ed espulsione contro. Effettivamente, nonostante faccia piacere il gemellaggio e i cori di sostegno reciproco, a Firenze ormai la società è fatta da “gobbi dipinti di viola”, partendo da quei Della Valle che non esitarono a farsi aiutare da Moggi pur di rientrare nel club di quelli che contano, e che nelle ultime giornate hanno inanellato favori arbitrali uno dietro l’altro (vedi rigore su tuffo di Vieri a Parma domenica scorsa).
La Stampa, ovviamente, si guarda bene dal sollevare il problema, o dal riportare le dichiarazioni di Cairo sul presunto dazio da pagare per aver protestato contro un discusso omaggio fatto dall’arbitro ai cugini rigatini all’ultimo minuto del derby. Allo stesso tempo, quella di buttarla sul superclassico “arbitro venduto, gobbi ladri” è per il presidente una buona tattica per distogliere l’attenzione dalle oggettive carenze della squadra: è difficile avere dei rigori a favore se non si entra mai nell’area avversaria…
Comunque, sperando nell’acquisto di una punta seria, il vero rischio per il Toro è precipitare in un clima d’isteria: è bene protestare, ma non si può entrare in uno psicodramma in cui al minimo ostacolo si perde la testa, si parla di complotti o ci si manda a stendere l’un l’altro. Ieri il Toro ha giocato un’ottima partita, e a parità di peso politico avrebbe portato a casa un punto senza problemi; soprattutto, preso il primo gol non si è disunito ed è arrivato a pareggiare su un bello schema. Bisogna continuare a crederci e a lavorare in tranquillità .
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