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mercoledì 16 Gennaio 2008, 13:57

Un paese ridicolo

Si può non parlare oggi del Papa alla Sapienza? Forse ne avrei fatto a meno, ma più ci penso e più concludo che siamo un paese ridicolo.

Forse il meno ridicolo di tutti è proprio il rettore della Sapienza. Non sapremo mai se nell’invito al Papa ci fosse un qualche desiderio di visibilità o di acquisizione di meriti presso la Santa Sede, però resta il fatto che, da che mondo è mondo, all’inaugurazione degli anni accademici presenziano tutte le autorità locali, comprese quelle religiose. Sicuramente l’idea di invitare il vescovo può sollevare qualche dubbio, sicuramente essa è complicata dal fatto che tale vescovo è anche il Papa e che viviamo in un’era retrograda, con una espansione strisciante del clericalismo che fa davvero paura. Ma alla fin fine Ratzinger non sarebbe stato necessariamente fuori posto.

In quest’ottica, ci sta ovviamente anche che i docenti possano sollevare obiezioni, chiedendo che a parlare siano altre figure. E’ però francamente ridicolo ritirare in ballo Giordano Bruno, Galileo e dichiarazioni di vent’anni fa: il pastore tedesco lo conosciamo, ma anche esser bigotti è democraticamente permesso, e non si può addossare a questo poveruomo pure la responsabilità di duemila anni di intolleranza cattolica. Inoltre, è legittimo ma sgradevole chiederne l’allontanamento, perché comunque le idee vanno ascoltate, e soltanto dopo contestate. Sarebbe stato di gran lunga meglio far parlare il Papa, e poi riempirlo di critiche, magari anche di fischi, per le sue affermazioni.

Gli studenti okkupanti sono ridicoli di per sé; pensassero mai a studiare, o perlomeno a protestare per ragioni più concrete… Oggi su Radio Popolare intervistavano uno dei capi, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: “L’annullamento della presenza del Papa è una grande vittoria, ma continuerà la lotta, perché è tuttora prevista la partecipazione di Veltroni e di Mussi, che meritano altrettanta contestazione.” Con uno che chiama alle armi contro quel noto fascio di Fabio Mussi, che discorso politico vuoi fare?

Ridicolo è ovviamente il Papa, e non soltanto per le sue dichiarazioni sui peni della persona e per la sua visione del mondo che fa sembrare il mio trisnonno un rivoluzionario. E’ ridicolo perché invece di andare a prendersi i meritati fischi si chiama fuori e fa la vittima, atteggiandosi a soggetto di censura quando il pensiero papista è tutti i giorni su tutte le televisioni e tutti i giornali; e questo è un comportamento furbo ed ipocrita che ci si aspetterebbe da un Mastella, non certo dal Papa. Così, certo, ottiene la solidarietà generale e non dovrà rendere conto di quel che dice in un ambiente non sdraiato verso di lui, ma allo stesso modo si sottrae al confronto delle idee. Pare che persino al Vaticano scuotano la testa e constatino ancora una volta come, a differenza del precedente, questo Papa magari passerà alla storia come un buon politico di affari italiani, ma certo non come un leader spirituale su scala planetaria.

Il più ridicolo di tutti, comunque, è – con tutto il rispetto – il Presidente della Repubblica Napolitano, seguito peraltro da tutti i politici grandi e piccini del centrosinistra (e del centrodestra, ma quelli nemmeno li contiamo). Invece di ribadire che l’Italia è un paese laico – una affermazione di cui ci sarebbe moltissimo bisogno – e che la scelta di chi invitare a una propria cerimonia può essere al massimo un affare privato della Sapienza, Napolitano fa dichiarazioni di prostrazione totale verso il Vaticano. Invece di ripetere il fatto che comunque il Papa avrebbe potuto tranquillamente parlare, salvo poi – come s’usa in democrazia – sottoporsi al rischio che altri non fossero d’accordo, blatera di “manifestazioni di intolleranza”, come se gli studenti e i docenti di una Università non avessero diritto di esprimere una opinione sull’opportunità di invitare qualcuno a casa loro.

Triste, molto triste; ma del resto, da una parte politica che esprime totale solidarietà al ministro della Giustizia a cui hanno “solo” indagato la moglie per concussione – invece di cacciarlo a pedate – che ci vogliamo aspettare?

[tags]papa, ratzinger, sapienza, università, mastella, napolitano, centrosinistra[/tags]

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27 commenti a “Un paese ridicolo”

  1. Alberto:

    Il fatto che la lettera di un gruppo di docenti susciti una polemica nazionale mi pare sinceramente lo specchio di un’epoca nella quale la ricerca del conflitto pare continua e dolosa. Riporto un link al testo della lettera per capire di cosa parliamo:

    http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/esteri/benedettoxvi-18/testo-della-lettera/testo-della-lettera.html

    La vicenda, per come si è sviluppata, non fa che alimentare un clima di scontro tra cattolici e laici e faccio sinceramente fatica a capire quanto giovi alla Chiesa tutto ciò…

  2. BlindWolf:

    Per coerenza con le proprie idee Ratzinger avrebbe dovuto sin dal principio astenersi dall’andare a predicare nella prima Università italiana. A meno che non volesse raccontare a tanti laureati e laureandi in discipline scientifiche le sue seguenti chicche:
    1) l’Inquisizione era più vicina alla ragione di Galileo
    2) non è la scienza che salva l’uomo, ma la fede
    3) l’uomo è stato creato e l’evoluzionismo è una balla
    Non credo che sarebbero state accolte molto bene.

    E vedere il centrosinistra che si aggrappa alle tonache del clero mi rende triste.

    E sentire un coro di solidarietà (anche e soprattutto dall’opposizione) al peggiore ministro dell’attuale governo mi rende triste. Il fatto che si sia dimesso mi consola.

  3. Tizio:

    in tutto questo bailamme tutti dimenticano Cavour: libera Chiesa in libero Stato predicava lo statista poco prima di morire (Cavour morì nel 1861, la presa di porta pia ci fu nel 1870, giusto per ricordare i principali passaggi storici). E Libero Stato dalla Chiesa cattolica mai lo è stato effettivamente. Basta leggersi l’art. 7 della Costituzione: per la modifica unilaterale dei patti lateranensi occorre una legge di revisione costituzionale, che già si sa, non ci sarà mai. Quindi i patti lateranensi si modificano (e sono stati modificati) solo con l’accordo del Vaticano, e ciò non è propriamente da stato laico.
    Io non credo che l’Italia sia uno Stato laico, non lo può essere per la sua storia, per la presenza stessa dei patti lateranensi, per la pretesa della Cei di farsi riconoscere come soggetto di orientamento politico.
    Mi sembra altresì che dalle ultime sue manifestazioni, sia liturgiche sia di pensiero, questo Papa abbia una nostalgia fortissima del passato e voglia ricoprire (almeno moralmente) il ruolo ottocentesco di Papa-Re.
    Beh, i tempi sono un po’ cambiati, qualcuno gli dica che fu proprio lui uno dei motori del Concilio Vaticano II. Può darsi che se lo sia dimenticato, del resto si sa, che con l’età si tende a riscoprirsi conservatori.

    Per quanto riguarda il ministro della giustizia… sospirone.

  4. raccoss:

    La prima e la seconda parte del post sembrano scritte da due mani diverse, comunque entrambe sono abbastanza condivisibili.
    Non ti preoccupare della “figura”. Il risalto mediatico al fatto è tutto ristretto alle beghe di bottega italiche. All’estero il papa ha un risalto proporzionale all’estensione territoriale dello stato che governa.

  5. vb:

    Beh, il fatto che non sia affatto strano che il Papa parli in una Università (e se fosse venuto il Dalai Lama?) non vuol dire che io sia diventato cattolico o peggio clericale :-)

  6. Tizio:

    La posizione del Papa e quella del Dalai Lama a mio parere non sono assimilabili, almeno non in Italia, secondo me.
    Il Dalai Lama non pretende di essere riconosciuto quale soggetto protagonista del dibattito politico italiano, il Papa, attraverso la CEI, si.
    E la carne al fuoco nel dibattito politico italiano è molta: PACS, o DICO che dir si voglia, nuova discussione sull’aborto, testamento biologico e altre importanti questioni che siccome sono etiche, i religiosi pretendono di dire (se non imporre) la loro, ma non sempre etica e religione coincidono.

  7. raccoss:

    No non è strano in effetti. E nessuno probabilmente avrebbe avuto nulla da ridire se il clima creatosi (moratoria aborto, critiche a Veltroni, etc. etc.) non fosse già infuocato.

    E comunque non ci sarebbero stati problemi se avesse cambiato idea. Probabilmente qualche titolo sui giornali sarebbe venuto fuori dalle sue probabili parole, ricordando che nell’ultima versione del catechismo, da lui curata, non ci sono sostanziali critiche alla pena di morte.

  8. Attila:

    Non vorrai mica togliere la palma di più ridicolo all’uomo di Ceppaloni?

  9. RatzingaZ:

    Le contestazioni sono naturali e normali quando si pretende di essere un’autorita’ infallibile, religiosa e capace di dettare legge a milioni di persone. Non e’ una guida spiriturale, e’ una guida politica nonche’ un capo di stato.

    Ratzinger non e’ andato alla sapienza per sua volonta’, perche’, riportando quello che dicevano ieri le agenzie, avrebbe rovinato l’immagine del Papa a livello internazionale una sicura contestazione.

    Si chiama dissenso, se non sono d’accordo con te ho tutto il diritto di fischiarti, soprattutto se pretendi di essere colui che detta l’agenda politica anche del paese in cui vivo e a cui fanno riferimento politici di tutti gli schieramenti.

    Il medesimo dissenso che c’e’ stato in occasione della visita dei falchi dell’amministrazione Bush all’universita’ di Torino o in mille altre situazioni simili.

    E, francamente, le affermazioni sugli studenti okkupanti che hai fatto sono di un qualunquismo sconcertante nonche’ di una superficialita’ senza precedenti su questo blog, se una persona ha una coscienza critica e decide di esprimerla diventa automaticamente ignorante o fannullone? Se una persona decide che contestare un’istituzione millenaria che condiziona nella pratica politica e nella morale la sua vita e quella di tutti quelli che gli sono vicino diventa immediatamente un idiota?

  10. Alberto:

    RatzingaZ,
    sinceramente a me pare invece un po’ qualunqista il fatto di fare una playlist delle contestazioni: il Papa, Veltroni e poi anche Mussi. E a chi toccherà dopo? A Pippo Baudo? A Totti? Alla Pizza Margherita?
    A me certe cose puzzano tanto di deficit cronico di progetto politico ed anche di cultura democratica, tenendo conto che la democrazia si alimenta di confronto e dibattito e non di scontro e contestazione.

  11. Attila:

    Dopo il lungo elenco ecco i nomi che saranno contestati all’Università da i comitati liberi spontanei (etc etc etc, metteteci parole a caso farneticanti tanto ci si prende sempre) Minnie, Zagor, il Teletubby color rosa, il Genio della Lampada, Spugna (di Peter Pan), Giamburrasca, il Mago Zurlì e il color terra di Siena bruciata…
    Per quale ragione?
    Intanto perchè sono tutti servi del capitalismo, tutti sono contro la scienza, tutti reazionari, tutti clericali e globalizzatori…

    E (forse) perchè i contestatori non hanno troppo da studiare…

  12. RatzingaZ:

    sara’ che forse viviamo in Stati diversi ma io che vivo in Italia e che vedo tutti i partiti politici quotidianamente inginocchiato ai piedi di ratzinger (basta leggere i commenti di oggi sui quotidiani) una connessione tra le varie contestazioni la vedo benissimo… anche se credo che i motivi delle prossime contestazioni annunciate siano di natura diversa rispetto a quelle riferite a Ratzinger. Ma si sa, conviene fare sparate qualunquiste anziche’ informarsi e capire perche’/in che occasioni/da chi verranno contestati…

  13. Piero:

    Vittorio, devi sapere che quando qualcuno ti condona un grosso debito (cioè un grosso peccato), si arriva a baciargli anche i piedi. Capisci ora perché i politici italiani fanno dichiarazioni di prostrazione totale verso il Papa?

  14. .mau.:

    @RatzingaZ: sarà, ma secondo me la “sicura contestazione” non avrebbe affatto rovinato l’immagine del papa, anzi.

  15. RatzingaZ:

    mau, le parole esatte dei portavoce vaticani sono state “Un problema più di immagine che di sicurezza”

  16. BlindWolf:

    Al di là delle posizioni di “okkupanti e contestatori” (che saranno prevenuti e radicali, ma ogni tanto un punto di vista differente un po’ ci vuole se non vogliamo veltronizzarci tutti), mi schiero con chi crede che la presenza del Papa a La Sapienza ne avrebbe danneggiato l’immagine.

    Mi spiego.

    Il Papa è corteggiato da quasi tutti i partiti (ed i pochi altri non lo osteggiano) in quanto l’elettorato cattolico, orfano della DC è piuttosto diviso tra centrodestra e centrosinistra. Elettorato molto goloso, dato che in Italia il 70% circa della popolazione crede all’esistenza di Dio (contro il 30% dei vicini francesi) e buona parte di questa vorrà sostenere un partito che promuova i “valori cristiani”.
    Anche Mussolini, che pure era estremamente critico nei confronti delle religioni, per stare simpatico ai cattolici aveva istituito i Patti Lateranensi.
    Ogni parola proferita dal Papa viene ripresa da tutti i telegiornali in giornata e da tutti i quotidiani (in prima pagina) il giorno dopo.
    Non mi ricordo, a memoria, una singola contestazione fatta da un giornale o un tg all’omino bianco.
    Quando Santoro ha voluto mostrare il documentario sulla copertura dell’allora cardinale Ratzinger ai preti pedofili è successo il finimondo. Non perchè è stata mostrata una realtà compromettente, ma perchè non bisognava tirare fuori quegli scheletri dall’armadio.
    La vera ragione dell’interruzione di Decameron molto probabilmente va ricercata nel fatto che l’episodio che è stato bloccato 2 ore prima della messa in onda era un attacco diretto al Papa bavarese ed alla sua enciclica Spe salvi.

    Per la persona media che guarda mezzi di informazione medi e non ha frequentazioni radicali le contestazioni al Pontefice semplicemente non esistono perchè non le vede. I (sicuri) fischi che Benedetto XVI avrebbe preso nell’Ateneo romano avrebbero potuto essere denigrati e strumentalizzati dai TG, ma il solo fatto di essere ripresi e commentati li avrebbero fatti esistere, cosa che molti neppure si sognano.

  17. .mau.:

    @RatzingaZ: beh, problemi di sicurezza infatti non ce n’erano affatto.

  18. Alberto:

    @RatzingaZ, il qualunquismo, nell’accezione che conosco io, rappresenta il rifiuto di una presa di posizione in un contesto politico. Mi sono ben chiari i motivi per i quali gli studenti contestano Mussi e Veltroni ed in parte li condivido, e tuttavia fare della contestazione una presenza costante all’apparizione di una qualunque autorità politica mi pare che finisca con lo svilire l’idea stessa di contestazione facendone una sorta di presenza folkloristica. Di qui il rischio di trasformare una posizione leggitimamente critica in una sorta di qualunquismo della contestazione.
    Detto questo rassicuro Attila sul fatto che conosco parecchie persone che si sono laureate con ottimo profitto senza rinunciare all’impegno politico. Porta sicuramente via più tempo allo studio fare le sette del mattino in discoteca che partecipare ad una riunione politica.

  19. Attila:

    E lavorare per mantenersi agli studi sembra brutto… come laurearsi prima dei 25 anni… troppo reazionario…

  20. RatzingaZ:

    Attila, ma parli per sentito dire o conosci attivamente chi fa politica in universita’, le loro storie personali, le loro difficolta’ lavorative, …?

    Io ne conosco parecchi di universitari impegnati politicamente, molti lavorano, studiano e fanno politica in contemporanea…

    Poi chiaro che essendo un gruppo piuttosto ampio ed eterogeneo di persone trovi piu’ o meno chiunque dentro, ma da li’ a generalizzare cosi’ ce ne passa.

  21. Attila:

    Se ti confermo di essere stato qualche tempo fa all’uni “collega” di tantissime persone “impegnate” in politica e ti assicuro che l’80-90% di questi signori… beh… non aveva risultati proprio splendido-splendeeenti e non è che si dessero troppo da fare nemmeno sul fronte lavorativo…

    Per la cronaca anche io ero uno di quelli che andava in discoteca fino alle 4… ma perchè facevo il buttafuori e non ho mai dovuto chiedere 1 soldo ai miei x mantenermi…

    Qualcuno di questi 80-90percentualati, moooolto furbo, però, ha fatto carrierona politica… contesta tu che contesto anche io… il proprio orticello si coltiva bene…

  22. MailMaster C.:

    “… e non si può addossare a questo poveruomo pure la responsabilità di duemila anni di intolleranza cattolica”.

    E mi dispiace Vittorio, ma qui non sono d’accordo, perchè Ratzinger questa responsabilità non solo la vuole su di sè, non solo ne è orgoglioso, ma la ricerca pure. Le ultime sue esternazioni assolutamente reazionarie lo dimostrano in pieno.
    E quindi non trovo assurdo cominciare a chiedergli di render conto delle sue prese di posizione, che si conformano a 2000 anni di chiesa.

    Mandi.

  23. Bruno:

    @BlindWolf: non posso che dissentire sul punto 3 del tuo commento (intendo dire il commento 2).
    La dottrina cattolica riconosce e integra la teoria dell’evoluzione (non dell’evoluzionismo, come dici tu: solo i creazionisti parlano di evoluzionisti) e GP2, il papa di prima, ha sconfessato addirittura l’arcivescovo di Vienna che si era pronunciato a favore del creazionismo.
    Il direttore dell’Osservatore Romano (un prete il cui nome ora mi sfugge, ma che si chiama più o meno come gli altri preti) ha dichiarato, e ho la registrazione: “non è vero che l’evoluzione non è compatibile con la dottrina cattolica. Essa è invece compatibile”.
    Più chiaro di così!

    Sugli altri punti, invece, mi trovi d’accordo.

  24. BlindWolf:

    Per quanto riguarda la confusione su “evoluzionismo” e “teoria dell’evoluzione” mea culpa, ero stanchissimo quando ho scritto il post.

    Ma mentre Giovanni Paolo II con la sua abilità dialettica è riuscito a conciliarla con la Bibbia, Benedetto XVI ha fatto dietro front attirandosi una storica frecciata scoccata dal palco del concerto del 1 Maggio successivo.

  25. Alberto:

    Attila,
    vedila come vuoi, ma personalmente io non attribuisco un valore maggiore al progettare servizi di telefonia fissa per operatori telefonici che al progettare riforme per il Ministero delle Telecomunicazioni. Sono semplicemente due modi diversi per contribuire alla ricchezza della nostra società della quale tu ed io poi sfruttiamo i vantaggi. Per questo il fatto che uno passi il suo tempo, anziché a spassarsela, a studiare ingegneria piuttosto che ad organizzare un gruppo politico, per quanto mi riguarda non fa molta differenza. Si tratta di mettere la basi per il proprio lavoro futuro. E pur avendo studiato con discreto profitto, e lavorando in un operatore telefonico non mi sento più bravo o migliore di uno che ha fatto un altro mestiere, che sia il politico, l’avvocato o altro.

  26. Nya:

    Io riconosco l’atteggiamento da grande Troll al B16 (o a chi per lui) nel momento in cui ha rinunciato ad essere presente adducendo opinabili “problemi di sicurezza”.
    Nonostante abbia rinunciato volontariamente, l’opinione pubblica ( politici e compagina cantante) ha subito gridato alla “censura preventiva”… che poteva essere citata solo se il rettore della Sapienza avesse annullato la presenza di B16.
    Non sono neppure sicura che il testo del discorso reso pubblico non sia stato “addomesticato” dal medesimo troll ( mi piacerebbe conoscerlo).
    B16 è sicuramente un fine politico, non un trascinatore di masse. Scommetto che GP2, fragile e malato, ci sarebbe andato lo stesso…

  27. vb:

    Grand Prix 2?

 
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