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giovedì 31 Gennaio 2008, 10:14

Veltrusconi

Se a Berlusconi ormai siamo abituati, in questa crisi c’è un uomo nuovo: Veltroni. Oddio, nuovo fino a un certo punto, visto che – per esempio – Blob ha malignamente passato in questi giorni un estratto di video degli anni ’80, in cui, intervistando a una tribuna elettorale uno dei notabili del PCI di quel tempo, il giornalista Rai si sente in dovere di interrompere la presentazione e far staccare una camera sul volto di un Veltroni appena ventenne, presente in qualità di “capo ufficio stampa” o qualcosa del genere, introducendolo al pubblico in pompa magna come “il figlio di” e partendo in una leccata di culo impressionante.

Io, comunque, su Veltroni sono curioso: fosse che finalmente arriva qualche idea nuova? Per questo sono rimasto pesantemente deluso dalla posizione sparsa ai quattro venti dal nuovo leader del Partito Democratico durante questa crisi.

Infatti, Veltroni dice che per non votare ora (caso che, come tutti sappiamo, vedrebbe il centrosinistra straperdente) serve un governo traghettatore per fare tre cose importantissime ed estremamente urgenti. La prima è la legge elettorale, e qui siamo tutti d’accordo, anche se noi cittadini la vogliamo cambiare per avere più governabilità e la possibilità di dare un calcio in culo ai politici peggiori tramite i collegi o le preferenze, lui la vuol cambiare per prendere più seggi per il suo partito. Le altre due, però, mi hanno fatto rizzare i capelli.

Infatti, la seconda è, papale papale, “l’aumento dei salari dei lavoratori dipendenti”. Lasciando stare per un attimo la diatriba su chi vive meglio tra dipendenti ed autonomi, siamo tutti d’accordo che il potere d’acquisto della classe media italiana non è granchè, anche se il dato che dice che gli stipendi dei dipendenti sono aumentati in termini reali dello 0,3% rispetto al 2000 vuol dire appunto che il livello di vita dei lavoratori dipendenti, rispetto al 2000, non è affatto diminuito.

Il problema però è che ci si aspetterebbe che un aspirante Presidente del Consiglio abbia capito che, nel ventunesimo secolo, i salari non si aumentano per decreto; che una riduzione fiscale significativa e insieme a pioggia, sulla massa degli italiani, è impossibile, perché non si può finanziare con altro debito e tutto ciò che si poteva tassare è già tassato al massimo; che la via per arricchire gli italiani è rendere la nostra economia di nuovo competitiva, quindi paradossalmente tagliare le tasse alle aziende e non alle famiglie, costringendo però le imprese a redistribuire gli utili anche verso i dipendenti, e allo stesso tempo tagliare le spese pubbliche inutili, quindi ridurre la presenza dello Stato con tutti gli sprechi e le clientele che comporta. Solo che sono manovre di medio-lungo periodo, non certo da governo di emergenza.

La terza, poi, è il taglio dei costi della politica. E anche questo è benvenuto, ma da qui a definirlo “urgente” ce ne passa, visto che è una questione di principio che in termini pratici non sposta niente, dato anche che gli sprechi quantitativamente significativi sono dati dai cugini cretini a cui i politici creano la municipalizzata di famiglia, e non certo dal gettone di presenza in consiglio provinciale. Però fa scena.

Insomma, stringi stringi, Veltroni debutta sul palcoscenico e che fa? Invece di fare un discorso credibile e moralmente elevato, se ne esce con due sparate demagogiche per tenere buona la folla. E siccome non è un cretino, suppongo che lo faccia coscientemente. In altre parole, si comporta esattamente come Berlusconi con quindici anni di ritardo: evviva la modernità del Partito Democratico.

Quasi quasi comincio a capire Berlusconi, che in tutta risposta fa fare (ieri) dal TG5 della sera un servizio sparato sin nei titoli sugli “incredibili sprechi” del nuovo (da cinque anni) sistema di tornelli e biglietti della metro di Roma. Sin troppo facile.

[tags]veltroni, berlusconi, politica[/tags]

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11 commenti a “Veltrusconi”

  1. .mau.:

    vb: se dal 2000 ad oggi la ricchezza complessiva dell’Italia è aumentata del 7-8% (fai la somma del PIL), il numero di persone in Italia è aumentato del 2-3% (compresi extracomunitari e clandestini), e i lavoratori dipendenti sono rimasti al palo, significa che c’è stata una redistribuzione della ricchezza. E questo è un fatto.
    (E sì, i salari si possono aumentare per decreto. Basta detassarli)

  2. sciasbat:

    Ignaranza mia: l’aumento del PIL è al lordo o al netto dell’inflazione? Fosse al lordo, come mi sembra, in realtà la ricchezza s’è contratta… (e cmq è ancora possibile della redistribuzione)

  3. Bruno:

    Mi associo integralmente a quanto dice .mau.; mi domando anzi come sia sfuggito questo dato al nostro VB, che, calcio a parte, è per il solito molto preciso.

  4. BlindWolf:

    Secondo una ricerca dell’Ires Cgil dal 2002 al 2007 ogni lavoratore con un reddito pari a 24.890 euro ha perso complessivamente 1.896 euro. Le cause sono dovute a ritardo nel rinnovo dei contratti, allo scarto tra inflazione programmata e reale ed alla mancata restituzione del fiscal drag (se non sbaglio tale restituzione era nel programma dell’Unione, ma il governo è finito prima di mantenere tale punto…).

    Per quanto riguarda le tasse (e qui parlo un po’ contro il mio interesse): la tassazione delle rendite finanziarie in Italia è del 12.5%, tra le più basse in Europa. Leggi: uno speculatore di borsa full-time paga il 12.5% di tasse sul guadagno e basta (che io sappia). Lo stesso Warren Buffett (che pure è cittadino americano) qualche mese fa ha dichiarato: “Io pago troppo poco in tasse. Il mio maggiordomo paga più di me” (presumo in percentuale e non in valori assoluti, dato che Buffett è tra i 3 più ricchi negli USA).

    Gli sprechi sono di sicuro una cosa da ridurre, tuttavia nessun governo di nessun colore, per quanto tempo a disposizione abbia avuto, ha mai voluto dare un giro di vite a tale sistema.

    Veltroni ha semplicemente detto quello che qualunque aspirante Presidente del Consiglio ha sempre detto: un po’ di fregnacce per cercare di accontentare un po’ tutti.

    E le leggi elettorali vengono sempre scelte (dai partiti) al fine di massimizzare i seggi (propri e/o della coalizione) in Parlamento. La “governabilità” non interessa (anzi è nemica) a chi pensa di essere all’opposizione o ai partitini zerovirgola che aspirano ad essere l’ago della bilancia.

  5. vb:

    Noto che nessuno vuole parlare di Veltroni…

  6. Tizio:

    io voglio di parlare di Veltroni.
    ……………………………………
    ma perchè parlare di Veltroni? Tanto non lo voterò.
    ma anche no

  7. Hayabusa:

    Ma io parlerei anche di Veltroni… se ci fosse qualcosa di intelligente da dire. Il problema è che ultimamente mi risulta difficile associare l’intelligenza alla politica.

    PS: il servizio sui tornelli della metro di Roma è quanto di più beceramente di parte io abbia mai visto al TG5…
    Ad esempio si poteva anche dire che la Met.Ro. ha avuto un incremento percentuale a tre cifre dei biglietti venduti, da quando li ha installati…

  8. BlindWolf:

    Veltroni:

    alla fine è venuto il suo turno. Passati per obsolescenza l’insipido Occhetto, lo snob D’Alema e l’ectoplasmatico Fassino, l’eterno delfino è arrivato alfine alla guida del partito.
    Vinte le primarie per la guida del PD (nonostante molti aiutini di cui non avrebbe avuto bisogno, ma che gli hanno fatto fare la figura del disonesto già del principio) ora si trova davanti alle seguenti possibilità:
    1) Vince le prossime elezioni e forma il suo primo governo. Cosa piuttosto improbabile.
    2) Perde le elezioni. A questo punto ha due scelte:
    2a) Si dimette da leader della coalizione come hanno fatto a loro tempo Occhetto e Rutelli. Carriera molto breve per uno che è ai vertici delle cose rosse-rosa-arancio da 15 anni.
    2b) Non si dimette perchè deve “restare a difendere la democrazia”. In tal caso il nome Veltrusconi sarà d’obbligo. Ma ho la sensazione che i suoi colleghi lo cacceranno comunque a pedate.

  9. .mau.:

    @sciasbat: il PIL è sempre calcolato a valore costante, quindi dopo avere tolto l’inflazione.
    @vb: prima o poi parlerò di Vuoto Weltroni, anzi del fatto che il suo libro La scoperta dell’alba è stato tradotto in inglese…

  10. FRANK:

    @vb: La terza, poi, è il taglio dei costi della politica. E anche questo è benvenuto, ma da qui a definirlo “urgente” ce ne passa, visto che è una questione di principio che in termini pratici non sposta niente, dato anche che gli sprechi …..

    I costi complessivamente sono spaventosi. Tra governo centrale, enti localo e cazzate varie si mangiano miliardi l’anno. Se non l’hai ancora fatto, leggi La casta.
    Un milione qua ed uno là… miliardi di € buttati nel cesso.

  11. simonecaldana:

    Giusto per aggiungere un dato, circa il 20% delle tasse va in interessi sul debito pubblico. Se non ci fosse, potremmo avere regimi di tassazione piu’ simili a paesi spesso invocati come modello (Irlanda? (guardacaso il debito pubblico irlandese e’ di molto inferiore, sempre rispetto al PIL))
    (si, lo so che l’Irlanda e’ un caso a parte. cio’ non toglie che il 20% delle tasse va in fumo, o meglio, torna solo in parte nelle tasche della gente e genericamente e’ una ridistribuzione del reddito verso l’alto)

 
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