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Archivio per il giorno 28 Aprile 2008
Il fascismo di Wikipedia
Sì lo so, il titolo – oltre che ispirato a Beppe Grillo – è provocatorio; ma io, di certi atteggiamenti sulla Wikipedia italiana, mi sono ampiamente rotto le scatole.
E’ noto che con Wikipedia io ho un rapporto di amore e odio: amo l’idea – in fondo, la mia guida a Internet era una piccola Wikipedia ante litteram, una collezione organizzata di sapere reso accessibile a tutti, pur senza la collettivizzazione – e proprio per questo spesso odio il pessimo modo con cui spesso viene realizzata. Sono stato ben lieto ed onorato di concedere una intervista al loro wikigiornale, ammesso che venga mai pubblicata (dopo questo post poi…), ma non sono mai stato attivo sull’enciclopedia, se non per correggere qualche errore quando ci incappo o per qualche piccolo contributo su argomenti che conosco bene. Le uniche due nuove pagine con cui ho contribuito alla Wikipedia italiana (in inglese ne ho altre) sono quindi it.arti.cartoni e Progetto Prometeo.
Gli episodi con cui Wikipedia si rende ridicola da sola sono parecchi. Ogni tanto li riporto anch’io, dal caso “invasione dell’Iraq” – di basso impatto pratico, ma un bel campanello d’allarme – al linciaggio del diverso Del Papa. In altri casi ho lasciato correre: non ho parlato del caso Domenici, il sindaco di Firenze che ha denunciato Wikipedia per calunnia, ricevendo da molti wikipediani la buffa risposta che “calunniare su wikipedia non è una cosa grave perché il calunniato può collegarsi e cancellare il testo”. E mi sono astenuto dal commentare le chat piccanti di Jimbo Wales, il guru dei wikipediani, che non solo si vantava delle proprie prestazioni come un coatto qualsiasi, ma pare aver chiesto a un tizio una “donazione” di cinquemila dollari in cambio della riscrittura della sua voce su Wikipedia in modo più favorevole.
Una settimana fa un mio amico internettaro di centrodestra – ne esistono parecchi, solo stanno ben coperti per evitare gli sputi – mi ha passato indignato il link alla pagina di Calderoli, un politico che si diffama da solo, ma la cui voce è dedicata per due terzi a una raccolta di citazioni fuori contesto scelte accuratamente per metterlo in cattiva luce, insomma è enciclopedica e imparziale come un numero di Potere Operaio. Ci sarebbe venuto fuori un bel post, ma io mi sono trattenuto.
Stamattina, però, ho scoperto – per caso, perché non ti avvertono nemmeno con una mail – che la mia voce it.arti.cartoni è stata proposta per la seconda volta per la cancellazione. Era già accaduto meno di sei mesi fa, con esito negativo; rifarlo ora sa veramente di accanimento ad vocem, se non proprio ad personam. L’esauriente e argomentata motivazione fornita stavolta dall’utente Dylan86 – che all’epoca dei fatti raccontati aveva nove anni, quindi è sicuramente in grado di valutarne il rilievo – è:
newsgroup storico ma a mio avviso non enciclopedico
Un po’ come se io entrassi in una biblioteca, vedessi un libro su un argomento di cui non so nulla e che non mi interessa, e pensassi: non mi interessa, quindi buttiamolo via. E lo mettessi d’autorità nel cestino.
E’ evidente a chiunque che ad editare una enciclopedia dovrebbero essere persone dotate di moderazione, competenza specifica e capacità di essere super partes; e invece su Wikipedia sono ragazzini e invasati che nelle proprie pagine dichiarano apertamente di essere non solo parziali, ma faziosi. Io mi sono limitato a cliccare su qualcuno degli utenti elencati nella votazione, e ho trovato uno orgogliosamente supersinistro, un esperto di operazioni militari del Cinquecento che come qualifica principale ha “parlo il bresciano come lingua madre”, uno che è incazzatissimo peggio di Luca Luciani per un motivo che nemmeno in dodici righe di rant è in grado di spiegare ma che ha a che fare con “propaganda di DNR”, e uno il cui hobby è scrivere versi poetici per prendere per il culo qualche poveraccio che si era permesso di contribuire con una voce non di suo gradimento.
In che modo queste persone siano qualificate per esprimere un giudizio scientifico credibile sui primordi della storia di Internet in Italia, a me onestamente sfugge. Tutte le enciclopedie e le pubblicazioni scientifiche del mondo si sono scervellate per decenni per costruire meccanismi di review degli articoli che fossero oggettivi e imparziali e che assicurassero l’adeguata competenza dei revisori; poi arriva Wikipedia e dice, che bisogno c’è? Basta mettersi a votare tra amici.
Peccato che la verità non si decida ai voti, ma anzi che i voti – tanto più in gruppi autoselezionati e relativamente piccoli – riflettano per definizione i luoghi comuni e i pregiudizi medi, e in Italia anche e soprattutto le reti di conoscenze personali. Insomma, ho il forte sospetto, suffragato da quel che ho visto, che su Wikipedia una pagina sia enciclopedica se è scritta da un membro del gruppo, possibilmente con milioni di edit alle spalle (insomma, con rare eccezioni, un nerd privo di vita sociale) e comunque con decine di amici altrettanto nerd da chiamare a votare. Se invece è scritta da qualcuno che magari è un docente universitario internazionalmente noto, ma non chatta abitualmente con Kiara92 e Puccipuforzaroma, si beccherà la cancellazione e magari anche la poesiola di dileggio. In sostanza, un vero comportamento squadrista che perdipiù premia l’ignoranza e l’incompetenza.
Parrebbe evidente infatti che un sito organico e gestito dal basso cresca tanto più è ampio il suo contenuto: se arriva qualcuno che dedica gratuitamente il proprio tempo a parlare di un argomento anche poco conosciuto, gli si dovrebbe dare un bacio in fronte; a meno che non sia proprio una voce sfacciatamente pubblicitaria, inesatta o sgrammaticata, è comunque un arricchimento. Insomma, invece di dedicare energie a cancellare il lavoro degli altri, tutti questi ragazzini potrebbero meglio dedicarle a costruire qualcosa loro.
Purtroppo, però, l’Italia è il paese dell’uomo qualcuno e i ragazzini – inclusi i ragazzini quarantenni – si sentono fighi e potenti a bulleggiare altra gente a caso. Tra l’altro, è il saggio motivo per cui ci vanno diciott’anni per votare e venticinque al Senato; su Wikipedia, invece, puoi essere infantile quanto vuoi e nessuno ti dice nulla, anzi ti applaudono pure, tutti convinti di essere dei grandi perché “noi siamo duepuntozero”. Ma sarà mica un caso se si accumulano cattiva stampa, polemiche e querele?
Insomma, ormai ho il sospetto che Wikipedia sia come il comunismo: funziona soltanto in teoria. E però, forse quei pochi adulti maturi che ci sono nella Wikipedia italiana potrebbero pur capire che così non si può andare avanti.
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