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lunedì 16 Giugno 2008, 11:47

I figli dell’Ecopass

Stamattina mi sono svegliato in montagna, in un clima scozzese: ero immerso nelle nuvole, e dalla finestra si vedevano solo il praticello bagnato e una specie di fluffone grigio che si sfilacciava sopra la staccionata, ma che nascondeva persino il piazzale sottostante. Cerco sempre di restare in montagna una notte in più, e di tornare giù il lunedì mattina; ci vuole poco più di un’ora, ma la sensazione è molto diversa.

Fa sempre impressione però trovarsi in un posto bellissimo, un insieme di piccoli condomini nel mezzo del nulla a milleseicento metri d’altezza, in cui io sono in sostanza l’unico torinese: il resto delle case, come ovunque in val d’Aosta, è posseduto all’80% dalle varie sottospecie lombardo-arricchite (il che spiega i prezzi medi dei negozi, simili a quelli di piazza Duomo).

Pertanto, non solo la maggior parte delle auto parcheggiate sono SUV e nessuna ha più di due anni di vita, ma esse sono utilizzate anche per percorrere i cento metri che separano la porta di casa dal bar, o le quattro curve che portano ai bidoni dell’immondizia.

A proposito, stamattina, quando sono andato a buttare la mia, dopo aver diligentemente buttato le bottiglie e la carta negli appositi contenitori ho aperto il bidone dell’indifferenziato; era vuoto, tranne un solingo foglio di istruzioni Ikea buttato singolarmente nel bidone. Ora, se tu hai in mano un pezzo di carta che vuoi buttare, e davanti a te ci sono un bidone verde per l’indifferenziato, uno arancione per il vetro, uno marrone per la plastica e uno giallo per la carta, mi spieghi come ti può venire in mente di buttarlo nell’indifferenziato? Posso ancora capire la devastante fatica di differenziare in casa, ma lì?

Alla fine sono fortunato: tendo ad andare in montagna in settimana, ricavandomi due giorni senza appuntamenti, quando devo scrivere o programmare qualcosa di complicato; in quei casi, sono completamente solo in mezzo alla montagna e non mi ritrovo in mezzo a questi comportamenti. Tuttavia, il motivo per cui così tanta gente senta l’esigenza di comprarsi una casa in mezzo alla natura e poi di usarla in questo modo onestamente mi sfugge.

[tags]val d’aosta, montagna, villeggianti, lombardi, arricchiti[/tags]

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18 commenti a “I figli dell’Ecopass”

  1. Tizio:

    Probabilmente per scempiarla meglio, del resto non capisco come sia possibile fumare lassù o ascoltare musichetta discotecara quando c’è da ascoltare il meraviglioso fruscio del vento tra i rami degli abeti…

  2. .mau.:

    premesso che nel mio condominio non sono ancora riusciti a capire che nel bidone della carta si butta la carta senza i sacchetti di plastica e nel bidone del vetro il vetro senza i sacchetti di plastica (ma credo che il comune di Milano ci campi sulle multe che fa per mancata differenziazione), credo che il ramingo foglio Ikea fosse stato buttato insieme a tutto il resto, ma che fosse rimasto attaccato al fondo quando è passato il camion della monnezza.

  3. Bruno:

    Tizio: non lo capisci perché sei nato e cresciuto in città. Se fossi nato e cresciuto in mezza montagna, come me, non capiresti che cosa ci sia di strano nel vento fra gli alberi, o cos’abbiano da rompere le palle gli uccellini alle 5 del mattino…

  4. Tizio:

    bruno, io trovo osceno fumare in alta montagna e ascoltare musichetta discotecara, forse non ho ironizzato abbastanza.

  5. Bruno:

    Perché? Non è che fumare o ascoltare musicaccia in montagna sia diverso che altrove.

  6. vb:

    .mau.: Mi sembrerebbe strano, il cassonetto era intonso e pulito con solo quel foglio dentro (m’è quasi venuta voglia di infilarmici dentro per tirarlo via, da tanto era lindo), il foglio era bello pulito e senza nemmeno una piega, e poi di solito la monnezza indifferenziata sta in un sacco e non è libera di vagare. Comunque è il principio, ma cos’ha la gente contro la differenziazione?

  7. Tizio:

    Perchè se uno si immerge nella natura per goderne i benefici è negativamente paradossale che poi quando si trova in ambiente naturale quasi incontaminato lo deturpi come e quanto quello cittadino.
    Se vado in montagna per ossigenarmi è ridicolo che poi mi metta a fumare, se mi distendo al sole per rilassarmi e godere del silenzio è stupido che poi mi tengano compagnia sparandomi addosso l’ultima disco-hit.
    I medesimi comportamenti non hanno la stessa valenza in città o in aree più urbanizzate: l’aria è già inquinata, il SUV regna sovrano e il frastuono è normale.
    Poi se tu non fumi o non ascolti musicaccia buon per te, anche io sono della stessa scuola di pensiero.

  8. Bruno:

    Caro Tizio, la pensi così perché sei nato e cresciuto in città, per te la montagna è un posto dove andare ad ossigenarsi nel Week-end. Per chi c’è nato e ci vive è un posto come un’altro, nel quale si può fumare e ascoltare la musica che più si preferisce. Anzi, ti assicuro che in molti paesini di montagna, complice la noia, la droga e l’alcolismo sono un problema serio. I cittadini pensano di andare sulla luna o nel paese di Heidi, quando vanno in montagna. Invece la città è a poche ore di macchina. Alcuni ci vanno per comprarsi grosse quantità di sostanze psicotrope che poi consumano in mezzo agli uccellini el vento tra gli alberi, alla faccia degli stereotipi…

  9. Tizio:

    beh, anche tu ragioni con stereotipi, caro bruno, mi spiace deluderti, non sono nato nè cresciuto in città, mi sono dovuto inurbare già da cresciuto e pasciuto, e ho una gran nostalgia per la natura, forse per questo che la rispetto sinceramente.

  10. Bruno:

    Ok, Tizio. Ma ti consiglio di non fare questi discorsi sulla montagna da non fumatori al pastore d’alpeggio che, strafatto, non vede l’ora di tornare in città per annoiarsi di meno…

  11. Tizio:

    per quanto ne so io, il pastore d’alpeggio, tra una transumanza e l’altra ha ben altro cui pensare, che alle sostanze psicotrope, non ultime le multe che gli fa la stradale quando non veste il giubbino catarinfrangente o perchè con il suo gregge, quando deve attraversare una strada per la transumanza, blocca completamente il traffico, invece di imbrogliare una corsia sola secondo quanto stabilito dall’art. 184 del codice della strada (della serie “storie di vita vissuta”)

    Ah, i pastori d’alpeggio… non credo che si abituerebbero alla vita di città…

  12. Bruno:

    Questo è niente. Figurati che una volta ho visto un vigile che, dato che i cani del pastore non avevano la medaglietta in regola, li ha finiti a pistolettate. E visto che il pastore si lamentava, ha poi picchiato i bambini del pastore ed è fuggito con due agnellini sottobraccio. Poveri agnellini, dovevi sentire come piangevano!

  13. vb:

    Sbaglio o sento odore di teatro dell’assurdo?

  14. MCP:

    Mio cuggino, di Eugene Ionesco

  15. Tizio:

    si, e io mi sto divertendo parecchio. Ionesco è uno dei miei autori preferiti, l’altro è Beckett.
    bruno, più che la maglietta, la museruola

  16. Alberto:

    Meno male che c’è Tizio. Questo post rischiava di finire senza la condanna di un qualche atto di applicazione della legge da parte di un vigile o di un poliziotto.
    Cominciavo a pensare di non essere tra italiani ma tra svizzeri ticinesi…

  17. Bruno:

    E poi, basta con questi pregiudizi contro lombardi e milanesi! Anche loro sono persone e si sa che sono soprattutto i piemontesi a fumare in montagna.

  18. D# AKA BlindWolf:

    I piemontesi in montagna fanno fumare prevalentemente le grigliate…

 
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