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domenica 22 Giugno 2008, 14:41

Le rante

Cari 2-0 amici 2-0 francesi,

passi che mi accogliete all’aeroporto Carlo De Goglio con il trionfo della vostra francesità, ossia un posto bellissimo, mozzafiato, elegantissimo, che però ha il piccolo particolare di non funzionare: a parte il fatto che uno dei sei padiglioni è crollato prima ancora che divenisse usato, i bagagli ci mettono ore ad arrivare e poi sono tutti mescolati con quelli di altri voli, gli spazi sono sovraffollati, le indicazioni sono confusionarie e per arrivare a prendere il treno per Parigi bisogna compiere una mezza maratona;

passi che alla stazione del treno non c’è scritto dove vanno i treni, ma ci sono solo sigle di quattro lettere come KROL e PEPE e un sacco di pallini che dovrebbero dirmi in quale combinazione di stazioni dai nomi assurdi ferma quel particolare treno, e insomma, anche se vi ringrazio per aver finalmente messo un treno ogni tanto che non ferma in tutte quelle stazioni inutili tipo Villapinta, Olnago Sottobosco e Biancomesnile, sappiate che non si capisce niente, tanto che avete dovuto scrivere sulla piattaforma “Tutti treni vanno a Parigi”, che però, vi comunico, in italiano è sbagliato;

passi che per salire sui treni bisogna dotarsi di biglietto che (manco fossimo nell’Ottocento) va obliterato, però l’obliteratrice non è sui binari, ma a un altro piano, ed è indicata soltanto in francese, e io devo capire che “compostare” per voi significa fare un buchino su un lato;

passi che i treni che trasportano le persone dall’aeroporto in città non hanno lo spazio per le valigie, ma solo una ringhierina in alto dove ci sta forse il beauty case della nonna, non certo una valigia da volo internazionale, e così le carrozze sono piene di bagagli buttati ovunque;

passi che siccome siete monotoni mi chiedete di scendere dal treno che arriva dall’aeroporto Carlo De Goglio, e prendere la metro in direzione piazza Carlo De Goglio;

passi che la coincidenza richiede circa dieci minuti di scale sotterranee in su e in giù, senza l’ombra di una scala mobile (memo: mai più interscambio a Denfert-Rochereau);

passi che all’ingresso della metro più che i tornelli ci sono delle vergini di Norimberga, in cui passare con una valigia e una borsa richiede un contorsionismo degno di un corso di mimo;

passi che i vagoni della metro sono pieni di locali fermi davanti alle porte che se vedono un turista con le valigie si mettono il più in mezzo che possono;

passi che alla reception di un albergo a cinque stelle da 300 euro a notte (che ovviamente non pago io) ci mettete una signorina che a sentire una domanda in inglese ti guarda dall’alto in basso come un puzzone e comunque non la capisce;

ma che poi, giunto in camera, accenda la televisione e vi debba sentire per un intero gran premio parlare di tali Massà e Raikkonèn

(P.S. Comunque Parigi è un gran bel posto!)

[tags]la france[/tags]

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10 commenti a “Le rante”

  1. .mau.:

    Parlare male dei francesi è cosa buona e giusta: ma secondo te un non italiano che trova scritto “obliterare” capisce che diavolo bisogna fare?

  2. vb:

    No, se non sa il latino; però noi almeno abbiamo le macchinette sul binario proprio davanti al treno :-P

    Comunque volevo presentarmi al meeting con una maglietta con sul davanti la foto della zuccata di Zidane e sul retro una bella immagine di Domenech, poi però mi sembrava scortese :-PP

  3. .mau.:

    “oblitero” in latino significa “cancello”, tu il biglietto mica lo cancelli!

  4. .mau.:

    ehm… “dimentico”, volevo dire!

  5. Stefano Canepa:

    Da morire dal ridere.
    Comunque, sono stato a Cesenatico in stazione, per lavoro, e tutte le volte che ero sul marciapiedi mi toccava dare informazioni a turisti stranieri. In una stazione di una località turistica molto frequentata noi abbiamo una macchinetta automatica che parla solo italiano e un bar che vende biglietti i cui gestori non sanno una lingua straniera che fosse una, non è che siamo tanto meglio dei cugini transalpini.

  6. Mike:

    Io sono atterrato ad Orly, e dopo aver perso l’Orlybus ho avuto la fantastyica idea di prendere il 183 per arrivare a porte de Choisy.
    Circa 14 km, con fermate ogni 300 metri, un po’ come prendere il 5 ad Orbassano per arrivare in via Garibaldi, ed impaccamento nel bus simile.

  7. vb:

    Vabbe’, in qualsiasi conurbazione con oltre cinque milioni di abitanti i bus e i trasporti di superficie in genere sono da eliminare a meno di non essere del posto e sapere quel che si fa: se no, metro o treno :-)

  8. vb:

    Stefano: Parlando seriamente, per parecchi versi la Francia ci è superiore; ciò non ci esime dal nostro dovere di “cugini” di sfotterci bonariamente a vicenda ad ogni occasione per divertirsi un po’…

  9. Salvofan:

    Beh…immagino che dovrai quindi prendere il ritorno da Carlo de Goglio!! Ecco…preparati a una lista di code che non ho mai fatto in nessun altro aereoporto in europa (forse tu si in america).
    – Entri…vai al check in…check in per la valigia e controllo documenti.
    – Poi vai al secondo piano…con uno di quei “tubi” trasparenti…se ti va bene la pedana scorre…altrimenti scarpini
    – Poi vedi che devi andare a fare il controllo del bagaglio a mano ed andare “dall’altra parte”…
    – Ma si trova al piano sopra…quindi controllo documento per “prendere il tunnel” e voila’
    – Adesso fai il controllo…ma solo del documento (questa forse te la risparmi…io l’ho fatta perche’ andavo in area non shenchen…e fra poco fuori dall’Europa se sti contadini continuano a non capire le domande)
    – A questo punto sei autorizzato a percorrere chilometri in mezzo ai negozi dell’aereoporto…sempre pronto a fare un attentato con la bomba nella valigia che nessuno ha ancora controllato
    – Raggiungi l’area del tuo imbarco e solo a quel punto fai di nuovo il check completo…bagaglio a mano…e ovviamente documento!!
    -Ovvio che non puoi non mostrare di nuovo il documento all’imbarco
    .
    Alla fine quindi scopri che hai mostrato il tuo documento a “sole” 5-6 persone diverse…contro le 2-3 in un aereoporto normale!! :|

    Si beh…dai…Parigi non e’ male comunque…

  10. francesca:

    in tema di quanto sono bravi i francesi a farsi capire…
    l’aeroporto di parigi non so bene, quello di marsiglia però funziona bene, a detta anche di amici che non capiscono un tubo di francese… ma sulle strade… vi è mai capitato di vedere l’avviso multilingue all’inizio di una discesa turbinosa che in italiano recita “usare il freno da motore”? e poco dopo il cartello “via di soccorso” che indica una deviazione di cento metri che finisce visibilmente su un mucchio di sabbia?
    ecco, questa è una grande misura di sicurezza degna di civiltà che noi non abbiamo: ti avvisano che la discesa è pericolosa se ti si rompono i freni e per ogni discesa pericolosa prevedono una possibilità di scampo: una stradina che se ne va dalla strada e ti offre la possibiltà di piantarti dolcemente in un mucchio di sabbia senza far male a nessuno, nemmeno a te.
    solo, mi dite come caspita si fa a capire nel caso in cui ti si rompano i freni proprio in quella curva in discesa (perché non sei stato abbastanza accorto da “usare il freno da motore”), che ti devi buttare nella “via di soccorso” col muro di sabbia che sembra un cantiere interrotto?

 
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