Te lo dico con le buone
Dunque, ieri il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è andato in Europa a protestare duramente contro i proposti impegni collettivi del continente contro l’inquinamento, il riscaldamento globale e le alterazioni del clima, rilasciando dichiarazioni come “è assurdo parlare di emissioni quando c’é una crisi in atto: è come uno che ha la polmonite e pensa di farsi la messa in piega”; in pratica, secondo Berlusconi, è essenziale difendere gli interessi delle nostre fabbriche pesanti – come se ne avessimo ancora, e come se il motivo della loro crisi fosse il non poter più inquinare impunemente, anziché l’incapacità di realizzare prodotti moderni ad un costo decente – e se nel frattempo i ghiacciai si sciolgono, i campi si inaridiscono, i tifoni aumentano e moriamo tutti, cosa volete che sia rispetto alla crescita del PIL?
Bene, proprio lo stesso giorno, Dio o chi per esso gli ha mandato: alluvione del Tevere a Roma, con un morto; a Firenze, l’Arno quasi ai livelli del 1966; in Sicilia e in Sardegna, mareggiate che hanno messo a rischio persino i traghetti; a Reggio Calabria, vento e pioggia fanno crollare un ponte, un altro morto; sull’Etna, otto boy scout bloccati da due giorni senza cibo in alta quota da una tempesta di neve; a Foggia, un fulmine fa cadere la linea elettrica su un Eurostar di passaggio che prende fuoco, rischiando la strage; persino a Monza, nota zona alluvionale, il temibile fiume Lambro ha rischiato di esondare, costringendo ad aprire gli argini nel parco per dare all’acqua modo di defluire.
Certo, alla fine sarebbe potuto accadere ben di peggio: insomma, per stavolta, la natura a Berlusconi l’ha detto ancora con le buone. Eppure, Silvio non ha fatto una piega: mi sa che la famosa barzelletta su Dio e Berlusconi – “Qual è la differenza tra Dio e Berlusconi? Che Dio non crede di essere Berlusconi” – ormai non è più una barzelletta.
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