Benedette sorelle
Non ho fatto in tempo ieri a postare le mie felicitazioni per la liberazione delle due suore piemontesi rapite in Kenya, e quindi le posto oggi: perché se da una parte non ho alcuna stima per quell’essere umano bigotto e privo di cuore che é l’attuale Papa (e in più osservo continuamente nuove prove di come la religione faccia male), dall’altra bisogna riconoscere che al giorno d’oggi le residue forme di coesione e di solidarietà sociale, sia nelle nostre periferie che nel Terzo Mondo, sono praticamente soltanto quelle portate avanti dalla Chiesa. Da tempo il mondo laico e progressista, pur se con alcune notevoli eccezioni, ha quasi completamente rinunciato a realizzare nei fatti la solidarietà che predica, talvolta finendo persino per dedicarsi con ardore all’individualismo e al consumismo; quanto allo Stato, di questi tempi fa solo ciò che può essere utile a chi lo controlla, specie se per farsi corrompere, e le attività sociali lo possono essere raramente, e solo ai fini del voto di scambio.
D’altra parte, a una gentile e anziana signora della provincia di Cuneo che, intervistata ieri in diretta nazionale in apertura del TG1 delle 13:30, invece di dedicarsi a una predica, a un comizio o a una esibizione da quindici minuti warholiani esordisce con “SONO GIRAUDO CATERINA” (rigorosamente cognome nome), dice due cose e conclude con “DIVERSAMENTE, NON SAPREI PROPRIO COSA DIRE”, come si può non voler bene?
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