Rifiuti e scontri
Il weekend è stato molto interessante: sabato pomeriggio ho assistito a un convegno sulla decrescita in cui ci hanno fatto vedere come dovrebbe essere fatta la casa del futuro. Per esempio, sotto le finestre dovrebbe essere inserita una scatola scambiatrice di calore che faccia continuamente ricambiare l’aria evitando però di far uscire il calore, cioé trasmettendo prima il calore dall’aria che esce a quella che entra (o in senso opposto d’estate); oppure, ai balconi potrebbero essere appesi dei pannelli solari per produrre energia e insieme ombreggiare i balconi stessi. Esistono tutta una serie di accorgimenti immediatamente fattibili per il risparmio energetico… purtroppo però, finché l’edilizia sarà mirata solo alla speculazione in assenza di regole e anzi con la connivenza del mondo politico, non si muoverà molto.
Idem per i rifiuti: ieri sera ho assistito alla conferenza di Paul Connett a Beinasco ed è stata davvero interessante. Connett è uno dei proponenti della strategia rifiuti zero – ossia, arrivare a vivere in una società che non butta via niente. Vi sembra utopistico? Eppure a San Francisco (non un villaggetto) sono già arrivati al 75% di riciclaggio e puntano al 100% per il 2020. La Provincia di Torino non è messa male – siamo attorno al 50%, ma saremmo più avanti se l’estensione della raccolta porta a porta a Torino non si fosse “inspiegabilmente” bloccata causa inceneritore da giustificare; nei quartieri del porta a porta si arriva al 60-65%.
Tuttavia, secondo Connett, fino al 70-75% si può arrivare con la raccolta rifiuti e con un trattamento intelligente; dopo, è questione di progettazione dei prodotti stessi. Insomma, l’obiettivo è arrivare a considerare il rifiuto come un errore di progetto: se non si può riciclare, riusare o compostare (farne concime) allora è sbagliata la progettazione del prodotto.
D’altra parte, da noi ancora vige la logica (logica?) secondo cui si usa energia per tirare fuori materie prime dal pianeta, poi le si lavora, si produce un oggetto, lo si trasporta, lo si vende, poi lo si usa una volta e poi lo si butta via, spendendo energia per interrarlo o bruciarlo, e poi si spende altra energia e si consumano altre risorse per ricominciare tutto da capo. Ma che logica è? Vi sembra non dico sostenibile, ma anche solo razionale?
Chiudo con una nota sugli scontri di stamattina tra universitari (o presunti tali) e polizia contro il “G8 universitario” (perché quando si tratta di spender soldi in celebrazioni e magnate al Cambioimportantissimi incontri internazionali noi a Torino non ci facciamo mancare niente). Non so chi abbia ragione; la violenza come forma di protesta è sbagliata a prescindere, ma non posso sapere chi l’abbia scatenata. So però che ormai, come dice Grillo, l’unico interlocutore politico del cittadino è un poliziotto con un manganello: indipendentemente dalla protesta e dal suo livello di violenza, tutti quelli che hanno qualcosa da dire – studenti, operai, immigrati, agricoltori, tifosi… – vengono accolti così:
Ditemi voi se ha senso: per quaranta professoroni si militarizza mezza città e comunque, a scanso di equivoci, non si prevede nessun dialogo di nessun genere con la città stessa; al cittadino, comunque la pensi, si dice “spostati e stai lontano o partono le manganellate”. Ormai tra il mondo del potere e la gente comune c’è sempre un muro di poliziotti; e questo non è affatto un bel segnale.
P.S. Per i miei affezionati, stasera dalle 19,30 alle 20 sarò in diretta su Videogruppo.
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