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sabato 16 Maggio 2009, 13:02

Dietro le quinte

Ieri sera è stata la mia prima esperienza da ospite in una tribuna politica televisiva, ed è stata molto interessante.

Ero già stato in studi televisivi prima d’ora, quindi la sensazione di finzione totale non è una novità; in questo caso, nell’intero studio (piuttosto grande) non c’era traccia di pubblico, a parte una manciata di accompagnatori dei candidati; ma con le inquadrature strette si fanno miracoli.

Così, ancora pochi minuti prima dell’andata in onda lo studio era occupato solo da un capannello di candidati, impegnati a presentarsi l’un l’altro; così ho conosciuto quasi tutti i miei concorrenti. Ieri sera, in buona sostanza, mancava solo Saitta, la cui strategia pare essere quella di rifiutare i confronti diretti con i concorrenti, sapendo che inanellerebbe figure barbine una dietro l’altra.

Comunque, era evidente una certa suddivisione in gruppi, se non altro per motivi anagrafici: io, Brescia e i tre candidati comunisti siamo simili di età e di atteggiamento informale, mentre Vietti e Porchietto, con molta più esperienza di potere, “si danno un tono”. Vietti è arrivato tardi e ha subito sparato che lui è un ex sottosegretario e questo e quello, mentre la Porchietto era l’unica con uno staff, tre o quattro persone che le scodinzolavano dietro portandole le carte e gestendo telefonate. C’erano poi i due rappresentanti di due partiti inconoscibili, uno era una roba tipo “socialisti liberali” (?) e l’altro era di un movimento talmente di centro che la conduttrice ha dovuto interromperlo disperata più volte perché sparava frasi in politichese prive di qualsiasi contenuto.

Indubbiamente – e immagino che la cosa fosse calcolata – il tutto ha fatto fare bella figura alla Porchietto, di cui la conduttrice continuava a sottolineare che è l’unica donna tra i candidati (e si candida col partito delle veline… mah). Casualmente, si aprono le telefonate del pubblico e pronti via, prima domanda: “Signora Porchietto, come mai Saitta rifiuta il confronto con lei?”.

Io credo di aver detto le mie cose e di aver fatto una buona figura, compatibilmente con la mia inesperienza di televisione e con il mio parlare concitato. Certo le domande non aiutavano: la prima, la terza e la quarta erano relative all’abolizione delle province (abbiamo capito eh, siamo favorevolissimi, ma le cose che fa la Provincia le dovrà pur fare qualcuno e sarà anche meglio che le faccia bene e nell’interesse dei cittadini) mentre la seconda era relativa al problema dell’immigrazione (importante, ma con la Provincia c’entra poco o nulla). Finalmente verso la fine si è parlato di rifiuti, e lì ovviamente ho steso tutti: prima che parlassi io erano tutti (partendo dalla Porchietto) a lamentarsi dei “ritardi nella costruzione del termovalorizzatore”, dopodiché io ho spiegato gli altarini della questione in lingua “parla come mangi” (resteranno le immagini di me che grido “rifiuti zero, rifiuti zero!”) e di lì in poi è stato tutto un coro di “come ha detto il candidato dei grillini…”.

L’altro momento in cui ho steso la platea è stato quando ci hanno imposto di caratterizzarci come “sinistra, centro o destra” e io ho risposto “siamo solo disgustati”.

Il momento migliore però me l’ha dato Rabellino, il candidato di No Euro Lista del Grillo (non c’entra con Beppe Grillo), nonché di Democrazia Cristiana (non c’entra con l’UDC), Verdi Verdi (non c’entra con i Verdi), Lega Padana (non c’entra con la Lega), Lista granata per il Filadelfia (non c’entra con nessuno dei movimenti di tifosi per il Filadelfia) e Pensionati: sulla serietà di questa candidatura giudicate voi… Lui è entrato in ritardo e si è presentato esibendo lo spillone con la scritta “lista” (minuscolo) “GRILLO” (gigantesco) “parlante” (microscopico) “no euro” (minuscolo). Al che, quando è toccato a me, dopo aver fatto il mio intervento sui rifiuti ho chiuso chiedendo apertamente a Rabellino di confermare che, come ha detto l’ufficio elettorale, il suo grillo è quello di Pinocchio e non ha nulla a che fare con Beppe.

Proprio allora si va in pubblicità, mi giro, e mi accorgo che in cinque secondi Rabellino ha sostituito lo spillone con scritto “GRILLO” con un altro recante “LEGA PADANA”! Si torna in onda, e lui comincia come se niente fosse un fantastico discorso sull’indipendenza del Canavese, Canavese provincia, Torino ladrona, da perfetto legapadanista… il tutto detto con una serietà e una credibilità da vero professionista del trasformismo che mi hanno portato ad ammirarlo profondamente. Chi è Mastella rispetto a Rabellino? Nessuno: chapeau.

Chiudo con una nota: alla fine mi sono fermato a parlare un attimo con Ciro Argentino, il candidato dei Comunisti Italiani nonché operaio Thyssen-Krupp di quelli veri, quelli che non hanno preso soldi né accettato compromessi e sono lì impegnati nel processo contro l’azienda. Mi ha raccontato con amarezza, fuori telecamere, di come tutti li abbiano abbandonati, per prime le istituzioni e il sindacato, che invece hanno premiato quelli che hanno accettato i compromessi. Lui mi ha fatto un’ottima impressione e la loro vicenda è non solo drammatica ma vergognosa: al di là dell’ideologia, quando persone che lavorano per poche lire al mese rischiano la pelle e vengono discriminate solo per avere alzato la testa c’è sempre da essere solidali nei fatti, e penso che anche quella per la sicurezza e per la giustizia sul lavoro sia una battaglia che porteremo avanti tutti insieme.

[tags]politica, elezioni, provinciali, torino, televisione, primantenna, beppe grillo, torino a 5 stelle, bertola, porchietto, vietti, rabellino, argentino[/tags]

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6 commenti a “Dietro le quinte”

  1. Gordon Link:

    Gran figa la porchietta (cioè, per essere una leghista…)

  2. Massimo Manca:

    c’è un iutùb?

  3. silvana:

    sono contenta che ci sia un candidato indipendente a cui poter dare fiducia, io ho sempre votato pd, prc ma sinceramente sono molto dellusa. Ad esempio ho visto la trasmissione di report sulla psichiatria, che addirittura l’assessore sanita’ prc difendeva i baroni. Di quell’ambiente me ne intendo abbastanza. Non c’è più da chi fidarsi

  4. mfp:

    “l’altro era di un movimento talmente di centro che la conduttrice ha dovuto interromperlo disperata più volte perché sparava frasi in politichese prive di qualsiasi contenuto.”

    Grande stile il tuo VB, grande stile …

  5. Ciskje:

    I miei complimenti, questo è quello che vorremmo sentire noi elettori, non il mondo finto e patinato dietro lo schermo, quello dietro è molto più interessante.

  6. mfp:

    Ma e’ da sempre cosi’ Ciskje! E non e’ che ci vuole tanto a rendersene conto; basta andare spettatori in un momento caldo (quando corolla qualche altarino; il tizio del PD finito in manette in Abruzzo, quel buffone di Cuffaro condannato in Sicilia, i sistemi finanziari che scoppiano.. etc), e ne vedi di tutti i colori (se le vuoi vedere; se cioe’ non ti fai prendere dal teatrino di turno). Io una volta per curiosita’ sono andato a Ballaro’ (2004 mi pare), ospite il Commercialista di Arcore (Tremorti). Devi vede’ come stringeva forte il bracciolo della sedia (una sedia molto carina fatta di cartoni riciclati che essendo piu’ morbida del legno metteva in evidenza il nervosismo del ministro) … i suggeritori che spulciavano carte e bisbigliavano nell’orecchio mentre parlavano altri … e come si lamentava del “pubblico comunista”, durante le pause pubblicitarie. Col povero Flores che era gia’ in tiro perche’ al contrario di loro ospiti chiamati a chiacchierare, lui sta lavorando e, di tutti quelli che stanno lavorando, e’ l’unico che ha l’occhio damocleo puntato addosso … insomma, rompergli le scatole perche’ altri non apprezzano le sue stoccate con la Erre moscia… e’ infantile … si vedeva lontano un miglio dal sudore che aveva in faccia Flores, che era sotto stress e quindi i capricci non li poteva gestire.

    E anche io li’ c’ero arrivato attraverso dei reclutatori di pubblico; militanti in associazioni culturali. Io in particolare ero seduto dietro i suggeritori di TreMorti perche’ reclutato indirettamente da un amico di mio fratello, attivista in una associazione di destra pariolina (“figli di” attivi in politica), che nelle pause mi ha fatto due coglioni della madonna con Don Sturzo… e una volta sul posto a domanda “sei di destra o di sinistra?” ho risposto “non sono”, lui ha storto la bocca e ha detto “ma e’ mai possibile che tutte le settimane facciamo fatica a trovare elettori di destra?”. E quindi mi ha comunque appoggiato li’ “a destra” per riempire lo spazio (per me era uguale; mi bastava esserci per poter osservare direttamente).

    Uno se vuole capire capisce tutto, le possibilita’ per altro ci sono … limitate per ovvi motivi fisiologici, ma ci sono … e’ che poi ti ritrovi a discutere con queste civette della politica e capisci di perdere tempo. Allora se non hai preso un impegno come VB, per cui sei il portavoce di un’iniziativa e volente o nolente devi fare la tua parte nello show, per lo meno vai spettatore e ti risparmi la parte inutile della trasmissione :)
    Sono tutte uguali … ne vedi una, le hai viste tutte … (successivamnte mi sono trovato per lavoro a girare per studi televisivi; non ho avuto modo di soffermarmi come in quel caso, ma le dinamiche mi sono sembrate sempre le stesse)

    p.s.: comunque VB, come anche tu sembri aver notato … tanto di cappello ai conduttori televisivi … ci vuole veramente tanta Stoffa, Buona o Kattiva che sia, per tenere salotto in tv (in diretta). La cosa piu’ impressionante che ho visto fare a Flores e’ stata la intro pre-pubblicita’ che si vede da casa ad introduzione della trasmissione che verra’ da li’ a poco… 90 secondi di parlato spedito, a memoria, in una posizione per altro pure scomoda (in bilico su un gradino, testa alta sopra la posizione naturale; evidentemente il regista voleva una inquadratura particolare) … prima di andare in onda era li’ che parlava da solo per riptersi il testo, sembrava un pugile che prega prima di un incontro di boxe… per me che non imparo neanche una poesia di 4 righe, e non riesco – o comunque mi riesce particolarmente difficile – ad esporre senza interlocuzione costante con altri, quello e’ stato un vero e proprio atto di forza.

 
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