MacBuc Pro
Oggi, in pausa pranzo, sono andato fino alle Gru per due motivi.
Il primo era fare benzina al self service: infatti da stasera i benzinai sono in sciopero e io domani devo andare fino a Pisa, dove sarò tra i relatori del Meeting di San Rossore 2009. Non c’era nemmeno troppa coda, se non fosse stato per una signora davanti a me che per mettere dieci euro di benzina avrà impiegato dieci minuti, nonostante l’aiuto di tre o quattro diversi automobilisti, l’ultimo dei quali è servito a proteggerla da un paio di tamarri inferociti che, stufi di aspettare, l’hanno apostrofata al grido di “vai a fare la calza”. Inoltre, i gestori delle Gru hanno avuto l’intelligente idea di chiudere per lavori il vialetto d’uscita del benzinaio proprio oggi, così per uscire bisognava passare dall’ingresso, che a sua volta dà sull’uscita del parcheggio dell’ipermercato, larga due metri e girata al contrario… insomma il tutto ha generato un ingorgo che bloccava mezzo parcheggio.
Il secondo task, comunque, era acquistare una borsa per portare il mio nuovo MacBook Pro, che essendo da 13 pollici invece dei 12 del precedente non entra più nella borsa che avevo. Ecco, qui sta il problema: da Mediaworld c’erano due file di borse di vario genere, ma praticamente nessuna per computer più piccoli di 15″.
Allora vado da Fnac e lì invece di borse ce n’erano varie, però… intanto bisogna dire che la maggior parte delle borse mancano di alcuni elementi essenziali di una borsa, tipo una maniglia o una tracolla (almeno una delle due: se no che faccio, mi porto il computer sottobraccio in aereo? metto il mio computer nella borsa senza maniglie e poi la borsa in un sacchetto della Coop per trasportarla?). Alla fine però ce n’erano un paio di accettabili, una del genere “borsa con maniglie e cerniera” e una del genere “borsa a tracolla”.
Il problema era che quest’ultima era in stile “arte povera” con tanto di chiusura in panno e decorazioni disegnate di vario genere, mentre la borsa con maniglie era disponibile solo in due colori: il primo era “beige translucido con eleganti inserti dorati” e il secondo era “arancio fluorescente”. Sì, c’erano tante belle borse nere e blu, ma erano solo per computer più grossi; quelle dei 13″ erano tutte, con rispetto parlando, borsette da signora o perlomeno da cupio.
Ho notato anch’io come negli ultimi tempi, in ossequio al generale trend – lamentato da tutte le donne – di generale rammollimento del maschio italiano, la culattonaggine avanzi anche nel settore informatica: prova ne sia che alla Fnac i giochi della Playstation 3 – per la maggior parte fantastici sparatutto tridimensionali dove le munizioni non bastano mai – sono ormai relegati in un angolino, mentre c’è mezza sala dedicata ai “giochi” della Wii che insegnano ai nerd a fare ginnastica, a cucinare, a fare l’uncinetto e a cambiare i pannolini al pargolo virtuale (di farne uno reale non se ne parla). Ma è possibile che se un uomo si compra un portatile che sia veramente portatile – non una roba che prenda l’intero baule dell’auto per essere trasportata – sia condannato a portarlo in giro in una borsetta arancio fluo?
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