Quando la polizia uccide
Lo so, volete sapere che cacchio ha per la testa Beppe con il PD. E io invece oggi voglio parlare di polizia assassina, precisando che non condivido l’idea che la polizia lo sia a prescindere, e che anzi a uno che viene spedito per uno stipendio qualsiasi a prendersi pistolettate dai mafiosi e coltellate dagli spacciatori per difendere la mia sicurezza e la mia tranquillità bisogna fare un monumento.
Però… però sempre più spesso noi cittadini ci troviamo di fronte l’altra polizia. Quella cattiva. Quella che ha soltanto voglia di menare le mani. Avrete visto senz’altro i reportage degli scontri di qualche giorno fa a Vicenza, in occasione della manifestazione contro l’ampliamento della base Dal Molin. Chi c’era, dice che la polizia si è schierata in assetto di guerra bloccando il percorso concordato dagli organizzatori, cercando in ogni modo di provocare gli scontri. E se non ci credete, questo è il video ripreso da una radio locale:
Possibile che la mentalità della polizia sia quella di organizzarsi in anticipo per andare a picchiare i manifestanti? Partire da un momento di calma almeno relativa, come quello che si vede nel video, già con l’intenzione di arrivare lì e menare manganellate?
Qualche giorno fa si è arrivati alla sentenza per l’uccisione di Federico Aldrovandi, un caso terribile che in altri tempi sarebbe stato insabbiato, così come hanno cercato di fare per mesi le autorità ; grazie a Internet, invece, si è arrivati a una condanna: tre anni e sei mesi. Tanto vale la vita di un diciottenne bloccato per strada in un’alba di settembre dopo una notte in discoteca, percosso a sangue fino a rompere i manganelli, schiacciato e soffocato da quattro poliziotti, ucciso e ridotto così; che poi in galera questi poliziotti manco ci entreranno, grazie all’indulto di Prodi e Mastella; che a tutt’oggi lavorano per la Polizia; che potreste incontrare domani sulla vostra strada.
Ma non è un caso isolato: ad esempio si aspetta ancora una sentenza per il caso di Riccardo Rasman, schizofrenico depresso e debole di mente, ucciso a Trieste da quattro poliziotti intervenuti per i vicini che si lamentavano di un lancio di petardi, legato con il fil di ferro e preso a sediate. Vittima due volte, la prima della sua malattia, la seconda di… di che cosa? Pare che già in passato fosse stato picchiato da poliziotti, del resto la sua malattia derivava dal nonnismo subito durante il servizio militare.
Queste persone sono… vittime collaterali? Vittime di Stato, vittime della necessità di un ordine sociale e di qualcuno che lo mantenga e che magari ogni tanto si sfoghi? Vittime dell’aggressività degli uomini? Caduti sul lavoro degli altri? Io non so cosa pensare: ma non mi rassegno all’idea che possa esistere una forza di polizia nella quale certi episodi, certi modi di fare, certe ideologie non trovano neanche il minimo spiraglio per attecchire.
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