Una bloggata eccezionale
Oggi – preparatevi – farò una bloggata eccezionale.
Uno di quei post che segnano la storia della blogosfera, che rimangono nella memoria e negli archivi di tanti, che vengono linkati e commentati ancora dopo anni. Uno di quei post che immediatamente interrompono il lavoro in tutti quegli uffici – e sono tanti – dove l’indefessa operosità dell’italiano medio può ancora, ma solo in casi veramente eccezionali, lasciare spazio a dieci minuti di ricreazione, pur se prontamente recuperati alla fine della giornata.
Uno di quei post che portano le persone a riflettere sul senso della vita, a rivedere in profondità le proprie convinzioni, a riconoscere i propri difetti e a ripromettersi di porvi rimedio; uno di quei post che svelano notizie mai sentite, retroscena fondamentali e gravi della storia patria, vergogne che tutti avremmo preferito dimenticare e invece no, arriva Internet e non perdona, e spara la verità su di un blog e di lì su un altro e poi ancora su un altro, e poi sui social network e nelle chat, fino a che ogni italiano saprà , si indignerà , si adirerà , si infurierà e poi dall’alto dell’esasperazione prenderà una birra e si rimetterà a guardare il Grande Fratello in televisione.
Uno di quei post che differenziano il blogghettino carino ma sterile, il diariuccio personale di interesse solo per gli amichetti, dall’olimpo dei blog nazionali; che, in una scena bloggarola italiana caratterizzata dall’altissimo livello letterario, dalla profonda dedizione al giornalismo senza compromessi e dalla spietata selezione meritocratica, permette infine di far arrivare i bloggher di qualità fino alla direzione nazionale di un partito o al ruolo di opinionista di un quotidiano, grazie ad illuminati dirigenti capaci di “distinguere il grano dall’olio”.
Ecco, quello di oggi è proprio uno di quei post.
Però lo scriverò domani.
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