Estate in val d’Aosta (MI)
Le vacanze in Val d’Aosta sono interessanti: stando ben lontano dai centri abitati si è tranquillissimi, ma là dove si raggruppano gli umani ci si ritrova un po’ come nel centro di Milano.
Oddio, in realtà dipende: per esempio ieri siamo scesi giù nella valle (che da giorni è coperta da una cappa di calore inquietante) e siamo andati a visitare il castello di Fenis e poi la mostra The Art Of Games in centro ad Aosta. (Per chi viene da una città , parlare di “centro” ad Aosta sembra superfluo, in quanto l’intera città è racchiusa tra la ferrovia e la montagna e ha un raggio di un chilometro a dir tanto, anche se l’edizione locale della Stampa poi parla di “cintura” per indicare le borgate sparse a mezza costa su per i monti o la zona di capannoni e medi supermercati che ti accoglie tra i prati arrivando dall’autostrada: una terminologia interessante.)
Il castello di Fenis colpisce sempre, con un bellissimo cortile affrescato e il complesso ancora integro (nel senso di ricostruito ma non troppo); e lì, oltre al milanese, senti parlare anche altre lingue italiche e persino francese e spagnolo. La mostra ad Aosta è interessante; in pratica è una esposizione di stampe su tela di concept art di videogiochi e copertine di libri fantasy, tutte molto belle; si vede in mezz’oretta e costa solo tre euro, che per noi sono diventati due perché avevano “finito i biglietti interi”, che non so se sia un segnale di grande successo o di scarso successo, ma all’interno c’eravamo solo noi, dunque niente milanesi. E un giro a piedi per la via principale di Aosta è piacevole, poi ora ho scoperto anche dov’è la fumetteria (l’unica di tutta la val d’Aosta)… dunque suggeritemi fumetti interessanti per l’estate…
Stamattina invece siamo andati al mercato a Champoluc, e lì invece l’invasione bauscia era inesorabile: tanto è vero che il mercato del venerdì di Champoluc è costituito da una dozzina di banchi di alimentari tipici (quasi tutti dalle province di Cuneo, Torino e Biella) e da una cinquantina di banchi di abbigliamento (tra cui andavano alla grandissima i maglioncini di cashmere) e di souvenir, attorno ai quali ronzano decine di SUV alla ricerca di un parcheggio a non più di cinquanta metri dall’inizio dei banchi. Ci hanno praticamente regalato una cassetta di pomodori, dato che la gente sembrava interessata solo ai maglioncini!
Torneremo dunque a Champoluc, ma solo martedì sera quando al cinema Sant’Anna (aka chiesa del seicento dismessa per spostare la parrocchia in un cubo di cemento moderno) danno Gran Torino; per il resto della settimana danno Harry Potter 77 e la sala sarà indubbiamente monopolizzata da torme di ragazzini meravigliati al grido di “uè, figaaaa”…
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