Cose buone dal mondo
Come sapete, io compro solo olio Lidl; tuttavia, uno dei passati ospiti della mia casa di montagna ha lasciato in eredità una bottiglia di olio Sasso, e così ho pensato che per condire l’insalata fosse meglio usare l’olio ligure per eccellenza, marchio noto e di qualità .
Peccato che, mentre la bottiglia era in tavola, io abbia notato sull’etichetta la seguente scritta:
“Confezionato per SASSO(R) Via L. Da Vinci, 31 – Tavarnelle Val di Pesa (FI)”
e già questo mi torna poco: il fantastico olio ligure con sede in provincia di Firenze? Poi prosegue:
“nello stabilimento indicato dalla lettera tra parentesi vicino alla data di scadenza”.
Guardo la lettera, e lo stabilimento è il seguente:
“Via Amendola, 56 – Voghera (PV)”.
Beh, fantastico: l’olio ligure con sede a Firenze prodotto a Voghera dev’essere certamente garanzia di qualità . L’etichetta non lo dice, dunque chissà da dove arrivano le olive: magari non sono nemmeno italiane.
Del resto basta fare una ricerchina con Google partendo dagli indirizzi per scoprire che l’olio ligure è prodotto dal gruppo Carapelli, che negli stessi stabilimenti produce anche l’olio Dante e l’olio Bertolli – già della megamultinazionale Unilever – e che è di proprietà di una multinazionale spagnola attualmente sotto inchiesta per speculazioni di Borsa sul proprio stesso titolo. E’ la Fiat dell’olio italiano, dato che negli stessi stabilimenti, cambiando di volta in volta l’etichetta, produce oltre la metà dell’olio nazionale (pardon, confezionato in Italia).
A sto punto, forse è davvero meglio l’onesto olio extravergine Primadonna del Lidl – 2,89 euro al litro, talvolta in offerta a 2,39 – prodotto dall’Oleificio Rocchi di Lucca: sarà davvero peggio dell’olio SassoBertolliDanteCarapelli?
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