In ricordo di Giuseppe Gatì
Ieri era l’anniversario della morte di Giuseppe Gatì, la cui vicenda vi avevo raccontato lo scorso anno. Lo ricorda anche Sonia Alfano, in un bel post – e proprio commentando quel post ho pensato che fosse il caso di scrivere qualcosa anche sul mio blog.
A differenza di Sonia, io non avevo mai conosciuto Giuseppe Gatì, se non vedendo il suo video su Blob e sul sito di Beppe Grillo. La sua morte fu terribile lo stesso. Ci misi giorni per riuscire a scrivere l’articolo; e per qualche motivo, dopo quello di Beppe, quel post è a tutt’oggi il più visto in rete a proposito di Giuseppe. Ancora oggi vedo arrivare sul mio sito persone che cercano il suo nome su Google.
Se c’è una piccola cosa di cui vado fiero, è quella di aver fatto così conoscere Giuseppe Gatì a molte tra quelle persone, ancora tante, che non leggono il blog di Beppe Grillo o di Sonia Alfano per principio, per preconcetti politici, perché ancora non capiscono, non capiscono proprio. Di aver fatto giungere l’eco di Giuseppe a molti dei miei amici e colleghi dei circoli buoni della rete italiana, che ancora pensano che gli attacchi governativi all’informazione siano casuali, e che in Italia non ci siano problemi, vada tutto bene, basta chinare la testa e farsi gli affari propri.
Certo è proprio una piccola cosa, se confrontata al coraggio di un ragazzo di vent’anni che sfida da solo il potere, in un contesto nemico, senza farsi intimidire.
Sabato sera, in piazza Castello, la manifestazione del popolo viola in difesa della Costituzione si è chiusa (spero abbiate visto il finale del video) nel ricordo di un partigiano di vent’anni, torturato e ucciso dai tedeschi proprio sul finire della guerra, che con il suo sacrificio, insieme a quello di tanti altri, ci ha permesso di ritrovare la libertà . Spero che questo si potrà dire, tra molti anni, anche di Giuseppe; e che la fine della guerra sia vicina.
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