A Torino, contro il decreto salvaliste
Ieri sono stato in piazza Castello, alla manifestazione promossa dal “popolo viola” contro il decreto salvaliste presentato per la riammissione delle liste elettorali dei partiti di governo presentate in maniera irregolare.
Mentre a livello nazionale (come ho poi visto al telegiornale) la manifestazione è stata estremamente politicizzata, con la piazza piena di bandiere dei partiti di opposizione (e aggiungo che questo non mi piace per niente), quella di Torino è stata una manifestazione molto più piccola ma vera, fatta essenzialmente di cittadini arrabbiati.
C’erano in tutto cinque o sei bandiere di partito, tra PD, IDV e S&L – tra l’altro, spesso si tratta di persone che non hanno mai fatto nulla per la manifestazione ma che si organizzano per non mancare l’appuntamento con le telecamere (c’era una signora di IDV che a un certo punto è arrivata, ha preso il microfono senza avvertire prima di essere di un partito, ha fatto il suo intervento promozionale e poi se ne è subito andata senza nemmeno rispondere alle domande).
Tuttavia le bandiere di partito sono state tenute in un angolo, spesso abbassate, perché l’obiettivo è collaborare contro un sistema. Certo, quando poi qualcuno (come vedrete nel filmato) ha menzionato che anche i partiti d’opposizione fanno parte del regime la piazza si è divisa: quelli con le bandiere di partito hanno fischiato, gli altri hanno applaudito. A ognuno sta di informarsi e di decidere se Berlusconi governa da vent’anni nonostante Di Pietro e Bersani, o grazie a Di Pietro e Bersani e all’opposizione dura a parole che poi, quando è il momento di colpire, si assenta dall’aula o stringe patti col diavolo.
Io mi limito a farvi vedere qualche immagine, e sentire qualche parola; e poi esco e vado sul palco con Beppe Grillo.
[tags]popolo viola, no berlusconi day, manifestazione, decreto salvaliste, politica, torino, piemonte[/tags]
22 Marzo 2010, 11:34
Io sono andato il 27 febbraio qui a P.zza del Popolo. Se da lontano puzzavano, da vicino e’ peggio.
Un’altra delusione incredibile.