Non poteva che piovere
So che molti non capiscono e si chiedono perché, da tre giorni, Torino sia in balia di piogge torrenziali, di un diluvio infinito che non ha dato quasi mai tregua.
E’ perché non guardate il calendario: oggi è il quattro maggio, ovvero il 61° anniversario della tragedia di Superga. Il ricordo è iniziato domenica sul campo dei grandi, lo Stadio Filadelfia, tuttora ridotto a qualche moncherino e a una giungla che come sempre i tifosi, volontariamente, in settimane di lavoro hanno riportato alla decenza e alla fruibilità della città , per occuparlo con un torneo tra tifosi, una grigliata tra amici, un dibattito sull’ennesimo progetto-sogno e un concerto finale. E si è concluso oggi pomeriggio, con la tradizionale messa e celebrazione alla Basilica di Superga.
Sarebbe stato bello riprendere il tutto, ma in fondo l’essenziale è poca cosa; l’essenziale del quattro maggio è l’immancabile pioggia che quasi ogni anno si presenta puntuale, e quella l’ho ripresa senza problemi.
Va bene, quest’anno la pioggia ha un po’ esagerato (l’anno scorso si era limitato a un breve e intenso momento, invece il 2007 era stato in piena regola), ma senza pioggia non è un quattro maggio che si rispetti. In una Torino che come ragion d’essere del prossimo anno si vuol dare la celebrazione di una guerra di 150 anni fa, tre giorni di pioggia per ricordare il Grande Torino mi paiono il minimo.
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