Io pago, ma il prodotto resta loro
Oggi pomeriggio ho acceso la mia Playstation 3, che ormai uso molto saltuariamente; in pratica è un lettore blu-ray (ma solo con i blu-ray comprati a prezzi umani durante il mio giro a Londra, dato che in Italia ancora si pensa che i blu-ray siano un buon modo per spennare la gente) più un sistema per giocare ogni tanto a Guitar Hero ed epigoni.
Saranno stati un paio di mesi che non la accendevo in modalità console; e così, dopo aver messo il disco di Rock Band 2, mi sono ritrovato il messaggio che richiedeva di aggiornare il software del gioco, mediante uno scaricamento online… che si è prontamente piantato. Ho allora pensato che il problema fosse il mancato aggiornamento del sistema operativo della PS3, che la Sony ti obbliga a fare di tanto in tanto (una rottura di scatole gratuita e imposta dall’alto), pena il non poterti più collegare a Playstation Network e dunque non poter aggiornare i giochi, giocare in rete o inviare i tuoi punteggi; ho controllato e in effetti, nei due o tre mesi da quando l’avevo usata l’ultima volta, era stato pubblicato un aggiornamento.
Così ho scaricato l’aggiornamento, l’ho lanciato, e stavolta mi sono trovato davanti a una schermata nera con il seguente messaggio (qui una foto dell’equivalente in inglese): in pratica, accettando l’aggiornamento rinunciavo per sempre alla possibilità di installare sulla PS3 Linux o un qualsiasi altro sistema operativo, una delle caratteristiche che all’epoca del lancio era stata presentata come innovativa e qualificante e che mi aveva spinto a scegliere ancora Playstation, nonostante la concorrenza costasse decisamente di meno.
Naturalmente l’aggiornamento “non è obbligatorio”, ma se non lo faccio non posso più entrare in Playstation Network e dunque non posso giocare in rete, aggiornare i giochi, usare il media server, usare blu-ray o giochi che richiedono versioni aggiornate del sistema operativo… in pratica non posso più farci niente.
Ho scoperto che la notizia risale ad alcune settimane fa e che ovviamente ha suscitato parecchie polemiche; qualcuno è pure riuscito a farsi rimborsare parzialmente da Amazon il costo della console, in virtù del valore della funzione rimossa, ma la Sony ha prontamente richiuso le porte.
Che dire? Sono un cliente Sony da molto tempo e ho sempre riconosciuto a questa azienda la sua eccellenza tecnologica, che però si accompagna da sempre a una chiusura mentale davvero inaccettabile, che la porta a spingere formati proprietari e ad adottare comportamenti totalmente irrispettosi degli utenti e delle promesse fattegli al momento dell’acquisto.
Io d’ora in poi ci penserò quattro volte, prima di ricomprare Sony; ma episodi come questo dimostrano una volta di più che il controllo dei sistemi operativi e delle macchine da parte dei grandi produttori è un problema politico non da poco, andando a impattare come minimo sui diritti del consumatore, e non di rado anche su diritti civili come la privacy e la possibilità di libera espressione. Per non parlare del diritto di proprietà : che senso ha che io compri un apparecchio elettronico per centinaia di euro di spesa, e nonostante questo non sia libero di scegliere che sistema operativo farci girare, e anzi sia obbligato a farvi accedere via rete il produttore, che maneggia sul mio hard disk come gli pare e senza trasparenza e se non accetto mi impedisce di usare l’apparecchio che ho regolarmente acquistato?
Insomma, la Sony non dovrebbe poter fare questo senza confrontarsi con una autorità di regolamentazione pubblica e con qualcuno che rappresenti i suoi clienti; il fatto che le grandi corporation facciano un po’ quello che gli pare, senza garanzie di alcun tipo per chi usa i loro prodotti, è un problema ancora da risolvere.
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