Il teatro degli orrori
No, non voglio parlare del massimo gruppo noise rock italiano, che anche a Woodstock 5 Stelle ha dominato la scena. Voglio parlare, per una volta, di cronaca nera: del caso della ragazzina pugliese uccisa e stuprata.
Che poi, a ben vedere, non c’è molto da dire e anzi, a questo punto, meno se ne dice e meglio è, anche se lo stanno già dicendo tutti; Grillo ne fa (giustamente) una questione di sessismo nazionale, Jacopo Fo ci tira dentro Berlusconi. Io vorrei solo dire che questa vicenda racchiude in sé tanti e tali orrori che è bene fermarsi un attimo a riflettere.
C’è l’orrore del delitto in sè, a partire da uno zio malato (si dice sempre così per evitare di assumersi responsabilità sociali: è lui che è malato, non siamo noi che permettiamo una società piena di continui ed espliciti richiami sessuali tesi a creare frustrazione per spingere al consumo). Uno zio malato che desidera la nipote, la uccide e la stupra dopo averla uccisa e poi la butta in un pozzo, e poi, non si sa se per paura o per delirio di onnipotenza, fa pure finta di ritrovare il suo telefonino in un campo. Uno zio normalmente folle che intervistato dai telegiornali spara una bugia e guarda in camera e sorride e ne spara un’altra e risorride e poi dopo un po’ scoppia in un pianto improvviso e totalmente finto, una recitazione talmente da mago Gabriel che io l’avrei arrestato a fine intervista.
Ma c’è anche l’orrore dell’annuncio in diretta, della madre e della famiglia ospiti di Chi l’ha visto che ricevono la notizia della morte della figlia così, davanti a una telecamera, e anzi non la ricevono, perché in questo Paese l’importante è la forma e non la sostanza, e allora la conduttrice dice in diretta “che ci sono notizie ma non possiamo confermarle e speriamo che siano sbagliate”, che è come dire alla signora che sua figlia è morta senza prendersene la responsabilità , e non è che interrompe il collegamento ma al contrario ritorna lì a girare la telecamera nella piaga, a declamare le agenzie di stampa e chiedere “signora lei ha capito cosa sta succedendo?”, e poi glielo chiede a lei “ah ma se vuole interrompere interrompa lei quando vuole”, come se in quella situazione uno fosse padrone di sè e pensasse alla telecamera; e non paga la Rai te lo mette anche su Youtube, trentasei minuti di agonia figurata ad eterno uso e consumo di chi voglia guardare, e ci scrive anche sotto “GUARDA LA PUNTATA INTEGRALE SU…”, che un po’ di pubblicità non fa mai male.
L’orrore animale di casi come questo non è nuovo e non è nemmeno tanto evitabile, viene dalle viscere della storia e dell’animo umano. Ma sono le telecamere a fare dell’orrore un teatro, a dimostrare che la falsità ormai ci è entrata nel cuore, che il veleno dell’apparire ha sostituito il sangue; e che il vetro dello schermo, eliminando l’empatia, elimina anche molto della nostra umanità .
[tags]delitto, omicidio, sarah scazzi, televisione, chi l’ha visto, mediaset, grillo, jacopo fo, teatro[/tags]