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sabato 16 Ottobre 2010, 11:57

L’apolizia

Per prima cosa, vi faccio leggere le due lettere che Specchio dei Tempi riporta stamattina:

Una lettrice scrive:
«Domenica 10 ottobre decido di prendere il treno per Torino. Alle 17,15 mi reco alla stazione di Settimo Torinese in tempo per acquistare il biglietto allo sportello automatico, ma ahimè, la macchinetta è rotta. Mi guardo intorno e vedo la biglietteria chiusa, il giornalaio chiuso e la macchinetta stampabiglietti fuori servizio. Aspetto quindi il treno, Gtt, al binario numero 3 con altre 3 persone sprovviste come me del biglietto. Facciamo presente al capotreno la situazione venendo rassicurati. Il biglietto si può fare tranquillamente sul treno, ci dice lui, e noi restiamo ad aspettare mentre compila le ricevute. Ad ognuno di noi viene quindi consegnata una ricevuta recante il prezzo del biglietto più una sovrattassa! La sovrattassa!? Perché mai, mi chiedo, dovrei pagare una sovrattassa? «Il costo del biglietto lo pago volentieri, dico al capotreno, ma la sovrattassa (il “Diritto fisso esazione in treno”) proprio no! Il capotreno risponde che devo pagare. In alternativa posso fornire il documento e successivamente farmi fare una bella multa. «Decido di non presentare il documento e chiedo di pagare per l’ennesima volta solo il costo del biglietto. Il capotreno non ci sta e contatta l’ufficio della polizia ferroviaria di Porta Susa. La polizia!? Ma stiamo scherzando!? La polizia per una sovrattassa!? «Accorrono subito due poliziotti in divisa e mi chiedono cosa stia succedendo. Io spiego, un po’ intimorita dall’accerchiamento. Credo che non mi abbiano ascoltato perché un attimo dopo mi intimano (con una “toccatina” al braccio) di presentare al capotreno il documento per l’identificazione e la contravvenzione e mi ricordano (il tono utilizzato purtroppo non può essere reso a parole…) che “sul treno si sale con il biglietto”! «Mani in alto per me. Mi arrendo!».
C.F.

Un lettore scrive:
«Vi racconto un episodio avvenuto giovedì 14 sul treno in arrivo a Torino alle 19 proveniente da Savona. All’altezza di Carmagnola una coppia di ventenni in stato visibilmente alterato inizia a prendere a calci le porte che separano le carrozze, mandando in frantumi i vetri. Passeggeri paralizzati, attoniti. Mia moglie decide di andare in cerca del capotreno, che constata i danni e chiede i documenti ai giovani. I due dichiarano di non averli, e nel frattempo lanciavano banconote da 50 euro al capotreno minacciando mia moglie per aver “fatto la spia”. «Arrivati a Porta Nuova i due ragazzi scendono senza problemi, nessuno li blocca e nessuna pattuglia li attendeva al binario, mentre mia moglie deve chiedere al personale ferroviario di essere scortata sino alla fermata del tram per paura di ritorsioni…».
CRISTIAN ATZORI

Poi, vi rimando al filmato (peraltro non molto movimentato) che mostra i militanti del Popolo Viola fermati e identificati dalla Digos dopo essersi allontanati dal corteo studentesco dell’altro giorno.

E poi vi chiedo se non pensate che se gli italiani hanno sempre meno fiducia nelle istituzioni (anche se le forze dell’ordine sono sempre tra le più gettonate) non sia solo per il nazionale benaltrismo per cui il cattivo è chi fa la multa e non chi passa col rosso, ma perché effettivamente le logiche di azione della polizia non sono più comprensibili; ammesso che ci sia ancora una logica, e non piuttosto una serie di coraggiose e scoordinate azioni dei singoli agenti, resistendo ai tagli degli stipendi e delle risorse, insieme a un sacco di altri agenti che si fanno i fatti propri o peggio rispondono a logiche deviate di varie genere, dal manganellare per il gusto di farlo fino all’obbedienza politica.

[tags]polizia, forze dell’ordine, specchio dei tempi, ferrovia, digos, istituzioni[/tags]

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