Le manipolazioni dei giornali locali
Spesso mi chiedono perché noi grillini ce l’abbiamo con l’informazione, e se non pensiamo di essere ipercritici o vittimisti quando sosteniamo che i media manipolano la realtà a fini politici, anche nelle piccole cose. Eppure, in questo paio di giorni sono usciti due articoli davvero esemplari, e dunque ve li sottopongo.
Il primo viene dalla cronaca di Torino di Repubblica: è intitolato “Appalti truccati per lavori stradali, otto condanne e sei assoluzioni”. In realtà , leggendo il pezzo, si scopre che il principale “appalto truccato” è quello relativo alla TAV Torino-Lione, e per la precisione alla realizzazione del cunicolo esplorativo a Venaus; il cantiere degli scontri del 2005, il cui appalto è ora stato mutato in quello per il nuovo cunicolo esplorativo di Chiomonte. Gli altri appalti sono opere minori, di almeno un ordine di grandezza.
Ora, che quel cantiere fosse truccato è una grossa notizia; e invece non solo ci si mette un titolo che porta fuori strada, ma nell’articolo si parla ripetutamente di “linea ferroviaria ad alta velocità ”… senza specificare quale. Solo in un punto si parla di “Torino-Lione”, ma non dove si parla degli appalti oggetto di processo, bensì dove si parla delle persone coinvolte, come a suggerire che potrebbe trattarsi di una persona che ora lavora a quello ma al tempo dei fatti faceva altro. E nell’intero articolo non compare nemmeno una volta, nemmeno una volta, la parola “TAV”.
Bisogna comunque dire che almeno, pur se in maniera accuratamente depotenziata, Repubblica ha dato la notizia; sul sito della Stampa c’era solo un articolo che diceva che gli oppositori della TAV si sono alleati con gli odiati milanesi per portarci via il luminoso futuro cementizio.
La Stampa festeggia però con un altro meraviglioso articolo uscito oggi: questo. In esso, il giornale della fabbrica di auto sostiene che in questo periodo di blocchi del traffico gli ecologisti non hanno tanto da fare gli splendidi, perché anche le biciclette inquinano l’aria. Come? Beh, semplice: l’attrito delle gomme sulla strada solleva le polveri inquinanti depositate in terra e le rimette in circolo nell’aria.
L’argomento è totalmente demenziale: primo perché c’è una differenza fondamentale tra produrre inquinamento, come fanno le auto (i veicoli a motore generano l’85% del PM10 nell’aria), e spostare l’inquinamento già creato da altre fonti. E’ una differenza che capisce anche un bambino, non pensiate che non la capiscano i redattori della Stampa. Secondo, perché a questo punto tutto inquina, anche i pedoni, anche i piccioni, anche le flatulenze del vostro gatto; e infatti l’obiettivo è proprio quello, dire che tutto inquina dunque non fa differenza, e andiamocene pure in macchina.
Se leggete spesso La Stampa, saprete che ogni due o tre giorni su Specchio dei Tempi compare una lettera contro i ciclisti, pericolosi investitori di pedoni, occupanti di marciapiedi, sottrattori di parcheggi e così via; ora anche inquinatori. So che l’idea urta la vostra intelligenza, ma pensateci: La Stampa vi considera così deficienti da pensare che possiate credere che in fondo in fondo un’auto o una bici per l’inquinamento è lo stesso. E voi gli date pure dei soldi.
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