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Archivio per il mese di Maggio 2011


venerdì 13 Maggio 2011, 13:46

Chi vota Fassino vota la ganga

Non mi piace parlare degli altri; sul nostro sito ci sono dozzine di ottime ragioni per votare per noi senza stare a guardare cosa fanno i partiti. Però, in questi giorni ricevo – oltre a tantissime, entusiastiche mail di sostegno – anche messaggi che mi dicono “in effetti voi siete molto meglio di Fassino, ma ho paura che se vi voto poi faccio un favore a Berlusconi”.

E allora vorrei dire due cose a chi ancora vorrebbe votare Fassino – non perché non voglia criticare anche Coppola, ma insomma è lì per perdere, nessuno che abbia un po’ di stima di se stesso può veramente votare Coppola, l’altro giorno ero in TV con un noto leghista e mi ha detto che non lo voterà nemmeno lui; chiedetevi anche perché in tutta la campagna elettorale Coppola non abbia mai attaccato Fassino su La Ganga.

Chi vota Fassino vota la ganga. E non solo perché appunto vota La Ganga, cioè un craxiano che patteggiò una condanna per tangenti ai tempi di Mani Pulite, ora candidato nel PD; e vota Quagliotti, il responsabile della campagna e del programma di Fassino, persona già coinvolta nello scandalo del 1983 che fece cadere la giunta Novelli e poi condannata per aver incassato una tangente dalla Fiat per conto del PCI.

Chi vota Fassino vota – come ha detto Travaglio – per tornare agli anni ’80, per un sistema di potere basato sulla Fiat, sul Sanpaolo, sulle baronie, sull’uso dei fondi pubblici per appalti e per grandi e piccole facilitazioni in cambio del voto. A Torino non si fa un grande progetto se non ha una ricaduta economica nelle tasche di qualcuno, e l’eventuale bene comune è solo un effetto collaterale. A Torino l’informazione è controllata proprio come fa Berlusconi a livello nazionale (vedi la Rai e l’inceneritore).

Chi vota Fassino vota per la devastazione ambientale, per avere altro cemento, altri quartieri semivuoti al posto delle ex fabbriche e dei loro posti di lavoro, come quello approvato sottobanco mercoledì sull’Alenia: venduti come “un quartiere verde ed ecologico” ma poi di fatto una distesa di palazzine attorno a un centro commerciale e con un “parco” fatto di tre alberelli in mezzo al cemento; se non ci credete, fate un giro a Spina 3.

Chi vota Fassino vota per il precariato, per lo sfruttamento, per il modello Marchionne, per un Piemonte cinesizzato oppure abbandonato. Quanto lavoro stabile e dignitoso ha portato Chiamparino ai torinesi?

Chi vota SEL, IDV, o una delle altre liste del centrosinistra, alla fine vota Fassino. E mi fanno un po’ ridere quelli che dicono che si candidano lì “per cambiare la politica dall’interno”. Alcuni sono ben disposti ma ingenui, altri scelgono i partiti perché sotto sotto aspirano a una posizione di potere. Tutti però hanno sottoscritto un programma di coalizione che prevede inceneritore, cementificazioni, Tav, e i soliti regali; quello si sono impegnati a fare. Io capisco le differenze tra i vari partiti, ma alla fine, stringi stringi, i voti li portano a Fassino e alla conservazione, non al cambiamento.

E a chi dice che votare Movimento 5 Stelle disperde il voto, che favorisce Berlusconi, io dico una cosa chiara e semplice. Se qualcuno nel 2013 può battere Berlusconi, è uno di noi, un giovane dalla faccia pulita e dalle idee moderne, che si porti dietro la parte migliore di questo Paese, quella che da anni non va a votare o che continua a votare turandosi il naso. Ieri per Bersani in piazza Castello c’erano mille persone a dir tanto, pigiate per sembrare di più davanti alle telecamere; la grande alleanza Bersani-Fini-Vendola-Rutelli-Di Pietro-Casini non andrà mai da nessuna parte – perde, riperde, straperde. Sono loro a bloccare la possibilità di cacciare Berlusconi, non siamo noi; e lunedì sera questo sarà ancora più chiaro.

Chi ci vota non si tura il naso, chi ci vota è felice. Chi ci vota manda un segnale forte a tutti i partiti. Non c’è da aver paura, il risultato finale non è in discussione: perché c’è il doppio turno, e perché troppe persone ancora non ci conoscono, ancora credono ai giornali e alle televisioni. Questa è proprio un’occasione in cui gli elettori possono alzare la voce, possono dire basta. Chi non lo fa, scusatemi, è complice: e la smetta poi di lamentarsi per come va l’Italia.

Ditelo pure ai vostri amici incerti!

[tags]elezioni comunali, torino, fassino, coppola, la ganga, quagliotti, bersani, berlusconi, movimento 5 stelle, corruzione, cementificazione, inceneritore, fiat, marchionne[/tags]

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giovedì 12 Maggio 2011, 20:35

Informazione e cenere

È stata dura ma ce l’abbiamo fatta: questa sera il TGR Piemonte ha parlato di inceneritore, e non per riportare la solita propaganda.

La storia inizia quando lunedì sentiamo la Rai e ci dicono che, per par condicio, avremo un minuto di tempo sul TGR di martedì sera: “organizzate qualcosa”. Noi decidiamo che vogliamo parlare di inceneritore, e ci organizziamo per andare al Gerbido e fare anche qualcosa di visivamente carino: sollevare degli slogan con dei palloni, nell’area davanti all’impianto. Questo è il nostro reportage su cosa abbiamo effettivamente fatto:

Come avete visto, a un certo punto è arrivata la troupe della Rai, che ha fatto un po’ di riprese e mi ha intervistato. Martedì sera abbiamo dunque acceso i televisori per vedere come eravamo belli in TV, abbiamo atteso il servizio e… niente. Sono passati tutti i candidati, persino quelli da 0,1%, ma non noi.

Allora abbiamo chiamato e ci hanno detto che c’era stato un disguido e che il servizio non aveva potuto andare in onda. Noi ci siamo arrabbiati e abbiamo detto che avremmo denunciato la cosa, e allora ci hanno promesso che l’avrebbero mandato mercoledì sera.

Mercoledì attendiamo fiduciosi, guardiamo il TGR e… ancora niente. Cominciamo a disperare; telefoniamo e ci dicono che il problema stavolta è che il responsabile con cui parliamo di solito si è ammalato, e dunque non si sono ricordati di mandare il servizio.

Minacciamo di montare un caso, con tanto di esposto al Corecom; e allora ci promettono un passaggio per stasera (giovedì). Oggi pomeriggio sono andato in Rai per registrare una tribuna elettorale, e ho orecchiato pure un po’ di battutine, qualcosa tipo “i grillini che si lamentano sempre che non li mandiamo in onda”. Ma noi non ci lamentiamo sempre, sono stati loro a dirci che ci toccava un minuto martedì sera ed è quantomeno strano che, dopo aver scoperto l’argomento della nostra manifestazione, improvvisamente il tutto sia sparito dagli schermi.

E infatti, stasera il servizio finalmente passa. Naturalmente viene introdotto con una serie di prese di distanza che nemmeno uno spazzino alle prese con siringhe infette: il giornalista (non ho rivisto il filmato ma penso di ricordare bene) dice che noi siamo andati a manifestare al “termovalorizzatore” (chiamarlo “inceneritore” è vietato) e racconta che il candidato Bertola parla di tecnologie che “a suo dire” permetterebbero di non costruire un’opera che “secondo lui” costerà 500 milioni di euro. Segue un pezzetto della mia dichiarazione, che trovate per intero nel nostro filmato.

E’ la trasformazione del fatto in opinione, l’altra faccia della trasformazione delle opinioni in fatti che Berlusconi ha insegnato all’intero sistema mediatico italiano.

Se non sapete bene perché un inceneritore è male e perché lo vogliono costruire lo stesso, potete leggere questa spiegazione dettagliata contro l’inceneritore del Gerbido; nel frattempo, io sono orgoglioso del fatto che, con tanta insistenza, solo grazie al fatto che siamo in par condicio, e nonostante le prese di distanza, per una sera sul TGR Piemonte si è parlato di inceneritore in termini non lusinghieri.

P.S. Per dirne un’altra: oggi, durante la registrazione della tribuna elettorale, un candidato minore ha cercato di farsi notare attaccando Fassino e menzionando La Ganga. Alla fine, Fassino si è alzato ed è corso dalla conduttrice e da tutti i funzionari Rai presenti, dicendo che la menzione di La Ganga doveva essere tagliata e non poteva andare in onda. Ecco, l’ho scritto pubblicamente: vediamo se domani (su Rai3 alle 15) la mandano oppure no?

[tags]movimento 5 stelle, torino, informazione, rai, tgr piemonte, elezioni comunali, bertola, fassino, la ganga, inceneritore, termovalorizzatore, gerbido, rifiuti[/tags]

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mercoledì 11 Maggio 2011, 21:42

Le mani sulla città: cemento al posto dell’Alenia

Non sentirete molto parlare di questa vicenda incredibile, eppure è avvenuta davvero. Alla chetichella, a tre giorni dalle elezioni, i veri poteri di questa città hanno chiamato il loro amico Chiamparino e hanno fatto riconvocare d’urgenza il consiglio comunale per approvare l’ennesima speculazione edilizia.

Al posto dello stabilimento Alenia di corso Marche (i cui lavoratori dovrebbero essere trasferiti a Caselle, o almeno si spera, perché il relativo piano industriale non è ancora stato discusso, ma alla fine evidentemente i posti di lavoro sono meno importanti del cemento) arriverà dunque una colata di cemento con l’ennesimo grattacielo di 100 metri, l’ennesimo centro commerciale e l’ennesima distesa di palazzine che non si sa bene chi abiterà, ma che saranno utili al Comune per incassare oneri di urbanizzazione – che saranno subito bruciati per pagare le rate dei debiti contratti in questi anni, e poi si vedrà se e come pagare i servizi per il nuovo quartiere – e soprattutto ai costruttori per operazioni finanziarie con le banche amiche, indipendentemente dal fatto che restino vuoti.

In teoria, in questo periodo il consiglio comunale può essere convocato soltanto per questioni veramente urgenti. Eppure qualcuno deve aver sentito che il vento sta cambiando, e allora ha stuprato la democrazia e le istituzioni comunali per far passare l’ennesimo grande affare prima che qualcuno possa discuterne o informare i torinesi. Un affare oltretutto che è già assegnato a una società costruttrice veneta, in cui avrebbe interessi il solito gruppo Gavio, e che dunque non avrà ricadute nemmeno sulle aziende torinesi del settore.

Questa vicenda è vergognosa e dimostra come il centrosinistra sia caduto in basso, al servizio esclusivamente degli speculatori. Domani nessuno ne parlerà se non in toni trionfalistici, “l’ennesima riqualificazione urbanistica” con un bel rendering pieno di verde, ma fatta in realtà solo di cemento e supermercati. Gli unici che possono far conoscere le manovre dei Chiamparino e dei Fassino siamo noi. Passate parola.

[tags]torino, urbanistica, edilizia, speculazione, alenia, corso marche, chiamparino, fassino, gavio[/tags]

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martedì 10 Maggio 2011, 09:38

Lettera a un amico che non sa più chi votare

Vi preghiamo di condividere questa lettera con i vostri amici e conoscenti in questi ultimi giorni.

Caro amico,

Torino è la nostra città e ne siamo orgogliosi, ma l’orgoglio spesso impedisce di vedere bene i problemi. Torino è la città dei record per la disoccupazione giovanile (32%), per il debito (5700 euro a testa), per l’inquinamento, per i nuovi poveri. Un ciclo è finito ed è urgente ripartire con nuove idee e nuove energie, eppure la campagna elettorale si trascina stancamente.

Il centrosinistra e il centrodestra hanno le stesse posizioni su quasi tutto: sono d’accordo sul precariato, sul sì a Marchionne, sul TAV, sull’inceneritore, sulle privatizzazioni, sul cemento ovunque, su uno “sviluppo” basato su grandi eventi, grandi opere, grandi appalti, trascurando invece l’efficienza dei servizi, la manutenzione, l’ambiente urbano, la solidarietà, l’innovazione, la meritocrazia, le piccole cose che impattano sulla qualità della vita. L’unico argomento per votarli è la paura che l’altro sia peggio.

A differenza dello scorso anno, qui la vittoria di Fassino è sicura, al primo o al secondo turno. Eppure, contando sull’obbedienza dei torinesi o sulla loro astensione, Fassino può proporre un progetto stanco e mediocre, fare gli interessi di chi controlla questa città, e persino candidare un pregiudicato come La Ganga; e trovarsi una pensione d’oro dopo quarant’anni di politica.

Il Movimento 5 Stelle è l’unica vera alternativa, innanzi tutto culturale. Ha il programma più serio e approfondito, un candidato sindaco capace e moderno, la forza di decine di migliaia di elettori, la pulizia di chi non è coinvolto nel potere e vuole fare qualcosa per il bene comune, rinunciando ai soldi e ai privilegi. Per questo, in tutta onestà, il Movimento 5 Stelle merita il tuo voto.

Torino deve cambiare per non morire, per non veder fuggire i propri giovani migliori a cercar lavoro, e veder arrivare soltanto i più disperati. Votare al primo turno il Movimento 5 Stelle è un segnale forte per tutti i partiti, una richiesta di onestà, di serietà, di pulizia, e permette di portare in consiglio comunale dei giovani indipendenti e capaci. Al secondo turno ognuno farà come crede, ma intanto il messaggio sarà stato forte e chiaro: perché non possiamo permetterci altri cinque anni di tirare a campare.

P.S. Passa parola! Sul nostro sito www.movimentotorino.it trovi le informazioni su di noi, accettiamo commenti, critiche, suggerimenti. Per votarci è sufficiente prendere la scheda azzurra e fare una croce sul simbolo con la scritta MOVIMENTO e le cinque stelle gialle (occhio ai falsi), e un’altra croce accanto ad esso, sul candidato sindaco Vittorio Bertola; sulla scheda verde basta la croce sul simbolo. Grazie!

[tags]elezioni comunali, torino, movimento 5 stelle, fassino, bertola, indecisi, astensione[/tags]

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domenica 8 Maggio 2011, 11:09

Distanze culturali

Ieri mattina sono stato invitato al Teatro Colosseo, insieme agli altri candidati sindaco, a inaugurare la nuova edizione del progetto Bookrunning: un’attività collaterale al Salone del Libro (= finanziata da noi) che prevede la libera circolazione e scambio di libri tra chiunque voglia partecipare.

A me sembra una buona iniziativa, in una società che ha disperatamente bisogno di cultura; senza cultura non si può capire il mondo e senza capire si diventa schiavi. Ho dunque aderito di buon grado e ho pensato a che libro lasciare; di idee me ne sono venute molte, da In viaggio con Alex di Fabio Levi (la vita di Alexander Langer, uno dei pochi politici di cui varrebbe la pena di seguire le orme) a London: The Biography di Peter Ackroyd (ok, un saggio sull’urbanesimo di 800 pagine in inglese non era molto adatto, ma è veramente interessante). Però sin dal principio sapevo che il libro non poteva che essere questo:

guidagalattica.jpg

Alla Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams tengo talmente che non ho certo lasciato la mia copia ingiallita e consumata sin da ragazzino; ne ho comprata una nuova. Come ho scritto nella dedica, l’ho scelto “perché sotto un’apparenza leggera affronta con ironia i problemi esistenziali e sociali dell’umanità, e ci mostra prospettive inusuali con cui affrontare la diversità culturale e con cui accettare la casualità della vita.” E’ un riassunto molto crudo, e pensavo di raccontare di persona almeno l’inizio del libro, che incidentalmente parla proprio di cementificazione, burocrazia e arroganza del potere, solo… a modo suo. Pensavo di raccontare anche che la probabilità di essere raccolti entro trenta secondi da un’astronave dopo essere stati abbandonati nello spazio profondo è superiore persino a quella che ha una persona normale di diventare sindaco di Torino.

Sono arrivato lì e ho trovato già una distesa di libri pronti allo scambio: Pennac, Gramellini, Erri De Luca, Camilleri, Baricco, persino Stephen King. Come diversità culturale butta un po’ male, ho pensato; avrei proprio dovuto fare la gag che mi era venuta in mente e presentarmi con Cotto e mangiato di Benedetta Parodi. Fassino ha portato i libri di Aung San Suu Kyi per rimarcare che lui è stato in Birmania (anche se son sicuro che non avesse l’asciugamano) e Coppola non è proprio venuto, sostituito dall’altro Coppola che ha portato Cent’anni di solitudine. Bossuto ha portato un libro sul forte di Fenestrelle dove aveva scritto anche lui, Marra ha portato Rigoni Stern perché suo zio era alpino.

Il mio libro è stato accolto con un misto tra imbarazzo e derisione. Il giornalista Rai ha pensato che fosse un libro sulla mobilità sostenibile, per incentivare a usare di meno l’auto. Uno dei presenti ha supposto che fosse una guida turistica e che “galattica” fosse un modo di noi giovani per dire che era molto bella. Gli altri hanno pensato che fosse un romanzetto di fantascienza da leggere sotto l’ombrellone, non come loro che si dedicano a intellettuali come Camilleri e Baricco.

Raramente, insomma, ho potuto toccare con mano così bene la distanza culturale che separa la nostra generazione da quella che attualmente è al potere; e avere la conferma di come questa gente sia generalmente fuori dal mondo, provinciale e convinta di sapere già tutto – proprio l’atteggiamento che rende l’Italia così arretrata rispetto al resto del pianeta.

Comunque, il libro è stato debitamente registrato: e così, da qualche parte in giro per Torino potrete anche voi leggere la Guida galattica per gli autosoppisti di tal Douglas Adam

[tags]cultura, libri, salone del libro, bookrunning, douglas adams, guida galattica, torino[/tags]

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venerdì 6 Maggio 2011, 18:07

Immagini dal Movimento

Forse non tutti sanno che, per legge, tutte le forze politiche che partecipano a elezioni di una certa rilevanza hanno la possibilità di trasmettere gratuitamente messaggi autogestiti sulle televisioni private; è un succedaneo della tradizionale tribuna politica che invece realizza la Rai. E così, qualche giorno fa, mi sono trovato in un giardinetto con un minuto di tempo per esporre personalmente chi siamo e cosa vogliamo fare: e questo è il risultato.

In aggiunta, la settimana scorsa il nostro gruppo ha realizzato un’altra azione dimostrativa in Lungo Dora Firenze, rispondendo alle segnalazioni riguardanti lo stato di degrado e sporcizia: per ricordare che non vogliamo solo il voto, ma un cambiamento culturale; pur pretendendo che le istituzioni facciano ciò per cui sono pagate, vogliamo che ogni cittadino si abitui a prendersi cura anche del bene comune che gli si trova attorno.

[tags]movimento 5 stelle, torino, elezioni comunali, vittorio bertola, messaggi autogestiti, pulizia, degrado[/tags]

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mercoledì 4 Maggio 2011, 18:40

Il mio discorso da candidato sindaco

A costo di stare alzato tutta la notte, ho voluto montare per benino il filmato del mio intervento di sabato in piazza Castello. L’ho voluto fare perché molti mi hanno detto che, in un quarto d’ora, riassume bene la diversità del Movimento 5 Stelle rispetto a tutto il resto; e che basta sentirci parlare per un po’ per convincersi a votarci. E allora ve lo metto a disposizione, fatelo vedere a chi volete.

Vorrei però raccontarvi un piccolo retroscena: per quanto io abbia ormai una certa abitudine a parlare in pubblico, parlare davanti a una folla del genere non è affatto facile. Richiede una discreta dose di incoscienza, specialmente per le persone non troppo sicure di sé. Ho deciso cosa dire, e steso la scaletta del discorso, la notte precedente tra mezzanotte e le due; in mattinata, tra varie cose, ho provato un po’ di volte ad esporlo, senza grande successo. Quando è venuta l’ora di raggiungere la piazza, ho assaporato la paura; ho cominciato a pensare che avrei potuto fare davvero una figuraccia, e rovinare il lavoro di tanti mesi e di tante persone.

Ho tergiversato fin che è stato possibile, sono uscito all’ultimo, sono arrivato in piazza verso le 15 (avevo appuntamento allora con dei giornalisti). Alle 16 mi sono chiuso in un angolo di piazzetta Reale e ho provato di nuovo ad esporre il discorso; niente, non veniva, la tensione era alta, il cervello perdeva la concentrazione e volava altrove. Alle 16:45 mi ha chiamato l’assistente di Beppe per dire che stavano arrivando, e ho dovuto seguire la troupe della Rai, poi guidare Beppe verso il palco, accompagnarlo nella ressa. In un attimo mi sono trovato là sopra, e mi sono goduto poco i vari interventi. A un certo punto speravo che i candidati si moltiplicassero, che diventassero decine, centinaia, in modo che il mio turno si rimandasse all’infinito.

E infine è arrivato, non c’era più nessuno, Beppe ha iniziato a presentarmi, e io non riuscivo a pensare a niente; ho cominciato a ripetere mentalmente come un mantra le prime parole del discorso, il “my name is Cocciolone” che si arrende alla prigionia sul palco. E proprio allora, Beppe ha sbagliato l’accento del mio cognome. E’ lì che si è rivelata tutta l’ironia di questa situazione, di una persona normale – tanto normale che nessuno sa come si chiama – proiettata su un palco, con mezza città che si aspettava da lei qualcosa di intelligente. Dentro di me mi sono messo a ridere, e ho iniziato prendendo in giro Beppe (ne converrete, ci vuole una certa incoscienza). Sul palco hanno riso, sotto il palco hanno riso. La piazza ha cominciato ad applaudire, mi ha dato coraggio, e di lì è stata in discesa (grazie).

Non pensate, insomma, che le cose vengano facili; in tutto c’è preparazione, c’è studio, c’è impegno, c’è sofferenza. Ma quando poi va bene, c’è anche una gioia, una soddisfazione che vale tutto questo.

[tags]movimento 5 stelle, elezioni comunali, vittorio bertola, sindaco, torino, beppe grillo[/tags]

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lunedì 2 Maggio 2011, 11:10

L’unica ricetta per il lavoro

Imaggio2011.jpg

Ieri mattina siamo andati al tradizionale corteo del Primo Maggio: in un momento in cui i diritti dei lavoratori sono sotto attacco e in cui la stessa festa dei lavoratori rischiava di essere travolta dalla contemporanea overdose mediatica di Papa polacco, ci sembrava ancora più doveroso esserci.

A metà corteo, abbiamo incrociato la troupe della Rai che ne ha approfittato per chiedermi una dichiarazione. Ho esposto circa quindici secondi di pensiero su lavoro e diritti, e mi hanno detto “è troppo lungo, puoi farne una più breve?”. Così ne ho rifatta una versione da dieci secondi (ormai espongo a macchinetta in base alle richieste). Se vi siete chiesti perché nelle interviste parlo così veloce, ora sapete perché; certo che poi la sera, guardando il TGR, abbiamo visto che Fassino e Coppola hanno avuto un minuto abbondante a testa, Musy (che non era nemmeno al corteo, l’hanno intervistato apposta la sera prima) e Bossuto trenta secondi, e a noi ci han fatto penare quei dieci. D’altra parte in passato non ci menzionavano proprio, e dunque già abbiamo fatto un passo avanti.

Sul blog, comunque, non ho limiti di spazio, e allora volevo ribadire brevemente una cosa che ho detto anche sabato in piazza. Il lavoro, nei paesi sviluppati, non si crea certo tagliando i diritti, a meno che non vogliamo diventare il retrobottega povero della Cina; si crea invece tramite l’innovazione, puntando su settori ad alto valore aggiunto, che possono essere Internet e l’ICT, le nuove forme di mobilità (con la tradizione che abbiamo…), le energie rinnovabili, e tutto ciò che serve a una società che deve riorganizzarsi profondamente per essere sostenibile.

Questo discorso ve lo fanno tutti, pure Fassino; quello che però non vi dicono è che c’è una seconda parte che viene regolarmente omessa.

Infatti, se voi andate a vedere come sono nate le grandi aziende innovative degli ultimi anni, scoprite che Google è stata creata da due persone di 25 anni, Facebook da un ragazzo di 20, Napster e il peer-to-peer musicale da uno di 18. Perché, con tutto il rispetto per le altre età della vita, che offrono altre qualità, per innovare bisogna essere giovani (anche se quel che conta è la mentalità, che non necessariamente coincide con l’età anagrafica: uno come Coppola è vecchio dentro).

In una società come la nostra, in cui si è considerati “giovani” fino a cinquant’anni e fino a tale età è quasi impossibile avere posizioni di responsabilità, ottenere fiducia e fondi per creare qualcosa, avere ascolto e credito dagli altri, per non parlare di un minimo di stabilità e fiducia nel futuro senza le quali la propensione al rischio crolla per forza, è chiaro che non c’è innovazione: e dunque è chiaro che non c’è lavoro.

Questo perché le energie, che pure a Torino ci sono in abbondanza, sono bloccate da una classe dirigente anziana e fuori dal tempo, che teme di perdere i propri privilegi, e che al massimo si limita a piazzare i propri figli per raccomandazione; perché quel poco di spazio che è dato ai giovani non è assegnato per merito, ma per conoscenza. E qui entra in gioco la meritocrazia, un altro elemento fondamentale, che non deve servire a discriminare o a negare a tutti la possibilità di vivere dignitosamente, ma che è necessario perché le energie e le risorse spese in nuovi progetti siano affidate a persone capaci e dunque diano dei risultati.

Per questo noi diciamo che siamo gli unici che possono dare a questa città una speranza anche nel campo del lavoro: perché abbiamo le capacità, le energie e il profilo per rovesciare questo meccanismo.

[tags]lavoro, primo maggio, innovazione, meritocrazia, disoccupazione, sviluppo, economia[/tags]

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