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sabato 23 Luglio 2011, 12:38

La schizofrenia dei compensi dei politici

Questa mattina ho avuto tempo di mettermi ad aggiornare il sito del Movimento 5 Stelle Torino, rivedendo un po’ l’home page; e ho potuto inaugurare la sezione destinata alla trasparenza, in cui troverete le informazioni per scrutinare il nostro operato.

Vorrei delucidarvi in breve sulla questione relativa alle nostre presenze e ai conseguenti gettoni di presenza, che – come già spiegato – determinano il nostro stipendio; perché non è così semplice come sembra.

Se confrontate le nostre buste paga con l’elenco delle nostre presenze (potete estrarlo anche voi da questa pagina), noterete che le presenze effettive sono superiori a quelle elencate nelle buste paga. Questo accade perché non tutte le riunioni sono retribuite; in particolare, non sono retribuite le riunioni della conferenza dei capigruppo, che cubano tranquillamente sei-otto ore a settimana, e che – a parte le prime due di giugno, prima della costituzione formale del gruppo consiliare – riguardano solo il capogruppo cioé io.

Inoltre, non sono retribuite le occasioni in cui, per nostro interesse, partecipiamo a una riunione di una commissione di cui non facciamo parte; per esempio, io qualche giorno fa ho partecipato alla riunione di prima commissione a cui si parlava di innovazione e agenda digitale, e per quella non sarò retribuito.

Sono invece retribuite le riunioni in cui ci facciamo sostituire formalmente; mentre in consiglio comunale non sono ammesse deleghe e dunque dobbiamo essere sempre presenti entrambi, io e Chiara possiamo gestirci i nostri impegni in commissione sostituendoci tra noi in caso di necessità.

Ricordo infine che esiste comunque un tetto massimo di tre riunioni retribuite al giorno e di 19 riunioni retribuite al mese, che tipicamente noi raggiungiamo già dopo le prime due o tre settimane. Tutto il resto diventa automaticamente non retribuito (potete capire quali sono le riunioni retribuite, a fine mese, guardando quelle che nell’elenco del Comune riportano la lettera L).

Alla fine, questo sistema porta a risultati abbastanza schizofrenici, a meno che non si raggiunga il tetto massimo e finito lì. Vi potreste chiedere ad esempio come mai Chiara a giugno ha guadagnato 604,25 euro lordi, e io invece solo 483,40. Vuol dire che Vittorio ha lavorato di meno? In realtà, se prendete le presenze, scoprirete che per certi versi io ho lavorato di più, partecipando a due conferenze capigruppo durate una tre ore e l’altra due ore e mezza.

Tuttavia, quelle non sono riunioni retribuite, mentre sono retribuite le riunioni iniziali delle commissioni, convocate per l’elezione del presidente; sono riunioni di dieci minuti, anche se sul verbale risultano di 30-45 minuti perché viene riportata l’ora di fine effettiva, ma l’ora di inizio teorica come da convocazione. La logica di questa scelta è che chi è puntuale è comunque lì da quell’ora, anche se la riunione inizia spesso con 20-25 minuti di ritardo. In pratica, io arrivo sempre alle commissioni con dieci minuti di ritardo, correndo e pensando che mi stiano aspettando, e trovo praticamente sempre la sala semivuota, con un paio di persone al massimo.

Dunque, le otto commissioni hanno fatto la loro prima riunione tra fine giugno e inizio luglio; il caso ha voluto che delle quattro di Chiara ne venissero convocate tre il 30/6 e una il 4/7, mentre le mie sono state divise due e due. Per questo motivo, a giugno Chiara ha una riunione retribuita in più di me, e dunque guadagna 120 euro (un gettone) in più di me. Poco male direte voi, Vittorio recupererà a luglio? No, perché a luglio comunque supereremo entrambi il tetto di 19 sedute, e dunque la seduta in più non sarà retribuita.

Non mi strappo i capelli per 120 euro, ma vi ho fatto questo raccontino per farvi capire la totale schizofrenia in una materia che a noi sta molto cara, quella della corretta compensazione dei politici per le loro attività. Peraltro, oltre alle sedute, noi dobbiamo dedicare una grande quantità di tempo (che nessuno può misurare o controllare) a tutto il resto, cioè a studiare le questioni, documentarci, scrivere e protocollare mozioni e interpellanze, partecipare a riunioni e incontri con cittadini e comitati, e raccontarvi le cose su Internet. Per certi versi sarebbe più corretto avere uno stipendio fisso, ma per altri, visto che comunque ci sono consiglieri che lavorano decisamente meno di noi, un compenso legato all’effettivo impegno è necessario.

D’altra parte anche il conteggio delle presenze è bugiardo, dato che un consiglio comunale di sei ore con decine di questioni e una commissione di mezz’ora di chiacchiericcio (in qualche caso ottenuta spezzando in tre sedute un argomento da un’ora e mezza, moltiplicando i gettoni) sono retribuiti allo stesso modo; e dato che basta farsi vedere in commissione per risultare presenti per tutta la sua durata, anche se magari si va via dopo dieci minuti.

Noi abbiamo presentato una mozione per introdurre la doppia firma e controllare almeno che le persone stiano alle commissioni per tutta la loro durata o quasi, visto appunto che alcuni vengono, ascoltano la prima mezz’ora e vanno via. D’altra parte mi è già capitato un paio di volte di avere due commissioni in contemporanea, dunque mi vedrete risultare assente per forza… Insomma, la questione non è così facile da affrontare come sembra!

[tags]politica, stipendi, casta, movimento 5 stelle, comune, torino[/tags]

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