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martedì 20 Settembre 2011, 18:35

Un palazzo dietro l’altro

Una delle parti più interessanti dell’attività comunale è la commissione urbanistica, le cui competenze sono molto vaste: deve occuparsi non solo della pianificazione del territorio cittadino, ma nel dettaglio dell’edilizia pubblica e privata, delle grandi opere, di tutta la viabilità e dei trasporti pubblici.

Almeno, questa è la teoria; la pratica è che la commissione si riunisce praticamente solo per discutere e approvare varianti al piano regolatore, ovvero operazioni immobiliari a vantaggio di enti privati e pubblici. Voi leggete sui giornali che Porta Nuova chiuderà, o che vogliono togliere questa o quell’altra linea di pullman, o che hanno deciso di fare una nuova pista ciclabile? Di tutto questo dovrebbe occuparsi la commissione, ma (almeno finora) non ce n’è sostanzialmente stato il tempo, perché all’ordine del giorno ci sono sempre nuovi palazzi da costruire o nuovi appartamenti da ristrutturare; il trasporto pubblico verrà quando ci sarà tempo, mentre nel frattempo si accumulano le esternazioni in libertà da parte di sindaco e assessori.

Anche dibattere le varianti urbanistiche non è molto facile. Di solito funziona così: il lunedì pomeriggio, in consiglio comunale, vengono annunciate una sfilza di nuove varianti al piano regolatore, proposte dagli uffici generalmente su richiesta del proprietario delle aree su cui bisogna intervenire. Le varianti vengono assegnate alla commissione, e spesso messe all’ordine del giorno del giovedì pomeriggio. Se va bene, il mercoledì pomeriggio ci viene mandato un PDF con una decina di slide che spiegano cosa si vuole fare; se va male, lo scopriamo sul momento il giovedì, e l’unica documentazione che abbiamo è il testo della delibera, e alle volte uno stampato dei progetti (una copia ogni tre consiglieri perché sono grosse tavole a colori).

Il giovedì, la proposta viene esposta dagli architetti e discussa; dopodiché, non di rado ci viene detto che è assolutamente urgente approvarla subito, perché le ruspe son già li pronte e il tempo è denaro, e non possiamo rallentare l’edilizia cittadina solo per le “lungaggini del consiglio comunale”. Se ci impuntiamo, ci viene concessa una settimana di riflessione; se chiediamo di avere la documentazione per discuterne con i cittadini, di solito dobbiamo insistere due o tre volte prima di ricevere in ufficio un bel CD, così comodo da condividere.

Di fatto, esistono varianti che vengono annunciate il lunedì, discusse il giovedì e riportate in consiglio comunale il lunedì dopo, dove vengono approvate definitivamente, di solito senza nemmeno leggerle (non capisco i consiglieri comunali che non fanno parte della commissione come facciano a sapere cosa stanno votando). E’ successo così, ad esempio, per la conversione in appartamenti di lusso dell’Hotel Jolly di piazza Carlo Felice angolo corso Vittorio, approvata ieri; la scusa è che quando aprirà il nuovo hotel nella Casa Gramsci di piazza Carlina (per il quale peraltro non sono nemmeno indiziati veramente i lavori) esso assorbirà il business alberghiero del Jolly (entrambi sono gestiti dal gruppo spagnolo NH). E’ un peccato che quando fu autorizzato l’hotel di piazza Carlina nessuno disse che esso avrebbe comportato la chiusura di quelli già esistenti: alla faccia di Torino città turistica. Addirittura, un emendamento dell’ultimo secondo mette nero su bianco che nella piazza c’è troppo rumore e dunque bisognerà considerare l’idea di calmare il traffico per non disturbare gli inquilini dei nuovi appartamenti…

Le magie dell’edilizia torinese non si fermano qui: ogni settimana se ne scopre qualcuna. Alcune sono frattaglie burocratiche – per esempio è necessaria una delibera di consiglio comunale per autorizzare un tizio a chiudere il suo terrazzo, una speculazione immobiliare da 27 metri quadri. Altre sono più interessanti: per esempio, con la stessa trafila lampo di una settimana si è autorizzata la Compagnia di San Paolo ad aprire gli abbaini nel tetto dell’ex edificio scolastico di piazza Bernini / via Duchessa Jolanda, permettendo un ulteriore piano di uffici – o di appartamenti, se mai l’edificio dovesse essere poi venduto. Per questo genere di operazioni la Città richiede di pagare un compenso pari al 50% dell’incremento del valore di mercato dell’edificio, tolti i costi di realizzazione; in questo caso la cifra stimata era di 5.000 euro, non proprio una grande stima, e gliel’abbiamo pure abbuonata perché poi loro finanziano ogni genere di servizio sociale e culturale in città (io comunque ho preteso un emendamento perché almeno questa cosa fosse messa per iscritto).

Un’altra variante interessante, sempre approvata in una settimana, è quella che permetterà alla società Stige di espandersi su un prato originariamente destinato a parco, che diventerà un bel capannone industriale. Ok, si tratta di un triangolo tra due stradoni, e ci hanno detto che o l’azienda si espande lì o va via da Torino, un aut aut che funziona sempre. Ma pensate che, per poter permettere all’azienda di installare nel nuovo capannone una rotativa grossa e rumorosa, abbiamo anche dovuto ridurre la fascia del silenzio attorno all’adiacente cimitero dell’Abbadia di Stura!

Dopo aver contestato la variante in commissione, ho preso la parola anche in consiglio comunale – interrompendo il pigia-pigia a ritmo da catena di montaggio con cui i consiglieri della maggioranza approvano le delibere che gli vengono sottoposte – per segnalare un problema concettuale: la sostanza è che il piano regolatore è in buona misura inutile, perché tanto, ovunque ci sia un vincolo che non va bene a chi vuole costruire, viene prontamente presentata una variante che il consiglio comunale finisce sempre per approvare. A questo punto tanto varrebbe non avere il piano regolatore…

Uno dei massimi dell’ultima settimana è stata una chicca che ho scovato nel testo della variante che permette la realizzazione di appartamenti per anziani a Porta Palazzo, un progetto che risale addirittura a dieci anni fa. In pratica, un signore che abita nel palazzo adiacente ha tempo fa aperto abusivamente una finestra nel suo bagno; la finestra ora deve essere chiusa, perché dà sulla parete che confinerà col nuovo palazzo. Nel 2007, però, lo stesso Comune ha condonato la finestra, nonostante essa fosse incompatibile col progetto già allora programmato; come risultato, adesso il Comune dovrà sborsare 30.000 euro per compensare il signore per la perdita della sua (ormai perfettamente legale) finestra. Tanto paghiamo noi…

A me piacerebbe molto poter discutere nel dettaglio le varianti urbanistiche, condividere in rete la documentazione, chiedere su ognuna il parere di chi abita in zona, ricevere i commenti di tutti. Come capite, non ce ne danno il tempo. Proporremo di cambiare le tempistiche e di prevedere forme adeguate di consultazione pubblica (dovrebbero già farlo le circoscrizioni, a cui le varianti arrivano prima che a noi… vedi in Circoscrizione 5). Nel frattempo, quel che posso invitarvi a fare è seguire la mia bacheca Facebook il giovedì pomeriggio dalle 16: se ne vedono spesso delle belle.

[tags]edilizia, urbanistica, torino, piano regolatore, consiglio comunale[/tags]

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25 commenti a “Un palazzo dietro l’altro”

  1. Pippo:

    Dalle tue parole capisco che i sospetti che la politica istituzionale sia succube degli interessi privati allora è una realtà.
    L’utopia che la politica debba governare la società e guidare in modo democratico un territorio è appunto solo un’utopia.
    O hai un po’ esagerato nel tuo pessimismo?
    Capisco che Facebook sia comodo ma a me dà un po’ fastidio che tutto debba essere ricondotto lì. Sarò paranoico ma il Grande Fratello a me sembra che si sia concretizzato proprio in Facebook.

  2. marco:

    Ciao VB, visto che si parla di questo argomento mi sono ricordato di una cosa che desideravo sottoporti già da qualche tempo, ma ahimè la memoria…In sostanza in giro per la città (e comuni limitrofi) ci sono un sacco di palazzi, ville, edifici storici o pubblici che sono da anni lasciati a loro stessi con conseguente degrado ed ammaloramento dell’edificio e del “contesto urbano” circostante (leggi rifugio per extracomunitari, senza tetto, drogati…) e che, se concessi in uso (anche privato), potrebbero fruttare qualche soldino.
    Es. Palazzina di caccia di Stupinigi che stà andando in malora (però il prato è stato ripristinato come era nel 700!!!). Ma perché non trasformare in appartamenti di lusso le ali di questa palazzina (con vincoli ovviamente) in modo tale che questa struttura riprenda vita e faccia sopravvivere il museo che vi è al centro ? Perché lasciare andare in malora immobili così preziosi e belli in ragione di una “res publica” che però non è possibile applicare e mantenere in ordine per assenza di denaro. Sempre a Stupinigi, sulla strada che arriva dall’ippodromo direzione stupinigi, ad un certo punto vi è un grosso cascinale che stà letteralmente cadendo giù e più di una persona da quelle parti ritiene che, se solo fosse possibile, un bel pò di gente sarebbe disposta a “comprare” e ripristinare un posto così bello. Il risultato sarebbe che il piano regolatore magari non viene ridiscusso ogni settimana, qualche ladro palazzinaro inizia a farsene una ragione e finalmente questi beni dello Stato vengono venduti ai cittadini anziché alle solite lobby dei soliti furbetti che poi le mettono a garanzia di un finanziamento di 200mln di euro quando in realtà non valgono neanche la metà e, con simili garanzie, scalano la BNL…(e qui ritorniamo a Torino perché l’intercettato era lui medesimo che adesso fa il sindaco)

  3. rccs:

    maroc, ma sei fuori? La palazzina di Caccia l’hanno appena finita di restaurare ed è uno splendore!

  4. rcss:

    ma è gente come marco che vota m5S? Siete proprio fuori dal mondo vah. Che poi il castello di stupinigi è nel comune di Nichelino (e quindi fortunatamente fuori dalla giurisdizione di Vb) e sotto la gestione dell’ordine Mauriziano. Mentre invece i vari poderi sono oggetto di un piano di riutilizzo e recupero (volendo anche discutibili) in parte già in atto.

    Mamma mia, che dimostrazione di inefficienza questa democrazia partecipata. Sopratutto se fatta da gente che prima sproloquia e poi si informa.

  5. Dësmarcorà:

    Poco dopo ferragosto ho letto su Repubblica una dichiarazione dell’assessore Enzo Lavolta sulla prossima trasformazione di un tratto di lungo Po (quello di fronte alle Molinette) in campo per la pesca sportiva. Ciò che mi fa andare in bestia è che l’assessore dice che “l’area sarà riqualificata e risanata”. Ma si tratta di un pezzo di lungo fiume incantevole, ben curato, con bellissimi alberi. Non c’è proprio niente da risanare. È un posto che mi è molto caro, mi piange il cuore sapendo che sarà distrutto. Non c’è modo di fermare lo scempio? È vero che la Provincia ha già finanziato in parte la cosa? I nostri amministratori stanno stuprando Torino, trasformando la bellissima capitale del Piemonte un orrendo paesone di cemento. Ogni giorno si mangiano un pezzo di Torino. Fate qualcosa!!

  6. Pippo:

    Non vedo l’ora che trasformino il Giardino Roccioso del Valentino in una beauty farm.
    Che dire poi di Piazza d’Armi? Speriamo che il Comune riesca ad ottenere la parte centrale dai militari, ho già un progetto pronto per fare 52 villette a schiera, un centro commerciale. Oppure si potrebbe dare l’area all’IKEA visto che ha tanto bisogno di spazio.

    :-)ppp

  7. Marco:

    @rccs: No non sono fuori, se giri intorno alla palazzina e guardi ti accorgi con i tuoi occhi che hanno rimesso a posto solo davanti. E’ un peccato vedere meraviglie di questo tipo cadere letteralmente a pezzi. Non penso, visto la situazione attuale, che ci sia in previsione un piano di recupero completo. Si fa quando si ha.

    @rccs: Si voto M5S perché non sono amico di, figlio di, parente di, partita iva lav. autonomo e ogni altra cosa che mi consentirebbe di “FARE IL LADRO”. Dal mio punto di vista, basta e avanza per votare e dire anche quello che penso, comprese le castronerie. In merito al mio esempio se leggi ho scritto Torino e comuni limitrofi, inoltre la gestione ordine mauriziano è quella che qualche anno fa è stata oggetto di indagine ed arresti perché hanno scoperto che i mobili più belli (e le statue e i dipinti)…se li portavano semplicemente a casa loro (o di loro amici e parenti). Ora mi chiedo perché istituire un organismo di controllo PUBBLICO che poi utilizza i beni affidatigli in custodia per SCOPI PERSONALI. Inoltre i piani di riutilizzo e recupero (che tu stesso come me ritieni discutibili), fatti salvi quelli affidati a comunità di recupero o disabili, spesso vanno in mano a fantomatiche associazioni culturali lautamente sovvenzionate per “eventi” di grande richiamo e poi ti accorgi che in un anno hanno organizzato una sola serata con uno scrittore e 100 presenti al modico costo di 300 mila euro e guarda caso lo staff di questa associazione è formata da parenti di, figli di, nipoti di che hanno fatto fare i lavori di ristrutturazione ai parenti di, nipoti di e figli di e che il ns. recupero viene in realtà utilizzato DA LORO come buen retiro per le loro serate culturali (ristrette solo a loro ovviamente). NON E’ UNA FORMA DI PRIVATIZZAZIONE LEGALIZZATA QUESTA ? Se leggi quanto spendi per le associazioni culturali e questi piani di recupero e poi vedi l’organico di chi li gestisce, allora capisci cosa intendo dire con questa mia proposta. Avrò sbagliato esempio (e me ne scuso se qualcuno se ne è risentito) ma la sostanza per me non cambia. Se un bene di tutti va in malora perché non si hanno i soldi per CONSERVARLO e non sappiamo COSA FARNE, sono più favorevole a VENDERLO CON VINCOLI ai privati oppure metterci i centri sociali o ogni altra forma di associazione LIBERA e DEMOCRATICA che almeno tiene viva una struttura che, diversamente è destinata unicamente a crollare. E una volta crollata…vai di villette a schiera o alveari. Ma non è che si vuole proprio raggiungere questo obiettivo ? TU DA CHE PARTE STAI A QUESTO PUNTO ?
    Anche Io confidavo su tante cose e poi…ho constatato di persona che questi politici sono tutti uguali e pensano esclusivamente ai LORO interessi.

    @entrambi: ma neanche a me piace l’idea ma certe volte secondo me occorre essere anche un pò realisti. Magari in una maniera diversa da quella che ho esposto però bisogna fare qualcosa di diverso da quello che viene fatto per salvaguardare queste meraviglie. E quello che meraviglia non è es. qualche scuola o caserma dismessa, rimetterla a nuovo ed insediarci uffici pubblici (del comune o della regione) in alternativa ad un GRATTACIELO di cui non sento proprio la necessità.
    Scusate per il disturbo.

  8. marco:

    @pippo: hai centrato l’argomento! Vendere ai privati intendo privati cittadini !!!! Oggi lasciano andare in rovina e poi lo “lottizzano” direttamente. Quello che prospetti ironicamente (e non sia mai) purtroppo è già realtà, solo che non lo vedi e quando te ne accorgi è troppo tardi. Es. che senso ha un’altra IKEA a La loggia quando c’è l’area VIBERTI di Vinovo completamente dismessa ?
    Concordo sulla pericolosità …

  9. Claudio C:

    #rccs: non confondiamo la democrazia partecipata (l’intelligenza collettiva) con il brainstorming o le chiacchiere da bar.

  10. rccs:

    Claudio, Marco è la dimostrazione più evidentemente di come lì M5S non sia altro che una serie di perdigiorno che non hanno niente da fare che altro che 2 chiacchiere da bar e far finta di fare “i saggi politici”. Informarsi, controllare, studiare, ipotizzare non fa parte della loro quotidianità. A loro basta “guardare il castello da dietro” (che cosa vuol dire?) e giudicare che sta candendo a pezzi! A cosa servono ingegneri e archietti? Che cosa sprechiamo tempo a fare sopralluoghi? Basta la vista a raggi X di Marco per decretare che “cade letterealmente a pezzi”.

    Invito chiunque voglia a farsi un giro davanti e dietro e (sopratutto) dentro al castello per vedere com’è messo strutturalmente.

  11. rccs:

    PS: Marco, fai il realista, VB ha idee sulla cementificazione della città (che in parte concordo, tranne quando si inventa agronomo) contrarie alle tue. Mi sa che stai sbagliando a dare il voto, vota PdL (o PD, se dici che sono uguali)

  12. marco:

    @rccs: appunto. Vai a farti un giro.
    In merito alla cementificazione, VB finora non mi pare si sia espresso a favore visti i post precedenti.
    Per quanto riguarda il voto, grazie ma ci penso per me.
    Scusa ma devo lavorare fino a tardi come tutti i giorni, sai noi perdigiorno ci svegliamo alle 6, facciamo 250km per andare a lavorare e se va bene si torna alle 20/22…permetti che durante questo periodo mi piglio 5 minuti per me ? Scusa nè ?
    Ultima cosa: informati su cosa è successo un paio di anni fa con la palazzina di stupinigi e poi vediamo chi non è informato…ciao PDMENOELLEDEPRESSO e occhio al portafoglio che mi sà che non ti è rimasto molto in tasca…

  13. Claudio C:

    E’ di oggi la notizia che dice che il bilancio comunale per la cura del verde è stato tagliato drasticamente ( http://tinyurl.com/3jk2rpr ) così avremo davanti ai nostri occhi sempre più una città di cemento ed erbacce.

  14. vb:

    Sì, ieri ero alla commissione dove ne abbiamo parlato, ne abbiamo parlato in diretta su Facebook… lo so che Facebook ha vari problemi pratici e concettuali, ma non è che ci siano molte alternative per far circolare velocemente dei brevi aggiornamenti e ricevere subito i commenti.

  15. -jm-:

    Non è una bacheca pubblica. Almeno attiva il cross posting con il profilo (pubblico) su twitter, così t si segue lì :)

  16. io:

    tornando all’oggetto del post, e rispondendo anche al 1° commento di Pippo.
    E’ tutto verissimo: ci sono 2 o 3 grandissime società che negli ultimi 10-15 anni hanno costruito mezza torino secondo i loro interessi. Sempre gli stessi, con il loro entourage non solo politico, ma soprattutto tecnico ed amministrativo, sia interno al comune che esterno.
    I “politici” sono al 99.99% totalmente ignoranti ed all’oscuro di COSA viene fatto e cosa votano: sanno solo che la loro squadra dice di votare così e votano così. Nel migliore dei casi qualche burattinaio inventa qualche pseudo-motivazione di interesse pubblico x dare una motivazione presentabile a questa o quella operazione.

    Tanto per fare un esempio, perchè il metrò abbandona corso francia e finisce a fermi in mezzo a capannoni e prati?
    E perchè non segue via madama come inizialmente previsto ma costeggia Porta Nuova?

  17. ginogori:

    chiedo venia per l’off-topo, però

    OUTING LIST! OUTING LIST!

    1. FERDINANDO ADORNATO
    2. MARIO BACCINI
    3. PAOLO BONAIUTI
    4. ROBERTO CALDEROLI
    5. MASSIMO CORSARO
    6. ROBERTO FORMIGONI
    7. MAURIZIO GASPARRI
    8. GIANNI LETTA
    9. MARCO MILANESE
    10. LUCA VOLONTE

    FONTE:

    http://listaouting.wordpress.com/2011/09/15/outinglist-23-settembre-ore-10-00/#respond

  18. .mau.:

    @io #16: la 2 è facile, costava di meno mantenerla più vicina alla ferrovia. Per la 1, la risposta è più complicata. Sicuramente lì era il posto migliore per costruire il deposito, il che però non significa affatto che il percorso della metro dovesse finire là. La mia sensazione è che qualcuno volesse costruire un enorme parcheggione di interscambio (cosa comunque stupida, a questo punto conveniva avvicinarsi quanto più possibile alla tangenziale).

  19. io:

    @.mau. #18 Toh, un wikipediano.
    Sulla 2, non proprio. E’ più vicina alla prevista (da molti anni) speculazione edilizia sui terreni di PN. Alcuni tecnici di GTT (prontamente pensionati), avevano criticato tale scelta bollandola come assurda.
    Sulla 1, il parcheggione è il meno. La domanda che dovresti farti e di chi sono i terreni e le aree dismesse che abbondano in zona.

    ps: pensavo fossi milanese ma vedo che per motivi di lavoro hai frequentato to.

  20. .mau.:

    Ho dei dubbi che la speculazione edilizia sui terreni di Porta Nuova ci sarà mai; per il parcheggione, non lo pensavo come una cosa utile per gli utenti della metro, quanto per i proprietari dei terreni lì intorno.

    (non sono milanese, semplicemente vivo da dieci anni a Milano)

  21. io:

    @.mau. #20.
    Stanno finendo i “grandi appezzamenti” in città (spine, aree industriali varie), e si sta anche per completare il passante e porta susa, quindi è plausibile che gli “appetiti” per una location così centrale e così ben servita aumentino esponenzialmente…
    Vista la descrizione fatta da VB, lo scenario potrebbe essere:
    RFI vende a qualcuno dei soliti (poco)noti i terreni e comincia a dismettere PN >> i soliti (poco)noti attivano il loro entourage per produrre “studi di riqualificazione con-tanto-verde-parchi-servizi-cosebelle-ecc-ecc-ecc-ecc-ecc-case-uffici”, magari con qualche grande firma >> uffici vari ed assessori si attivano >> variantina-ina-ina al prgc >> lamentele sulle condizioni di mercato difficili, sui posti di lavoro da creare >> raddoppio delle cubature >> qualche altro grattacielo nello skyline. ;)

  22. mosk:

    per la 2 confermo anch’io ciò che è stato scritto da .mau:
    passare sotto via Nizza accorciava il percorso e i costi. In più passare da via Madama avrebbe significato scavare più in profondità perchè occorreva passare sotto il parcheggio sotterraneo del mercato di piazza Madama Cristina

  23. vb:

    Per esempio, ieri abbiamo autorizzato il raddoppio delle cubature residenziali nella trasformazione dell’area ex OSI (corso Dante – via Egeo – via Bertini) perché “non c’è mercato e se no non ce la facciamo”… (però alla Città sono arrivati quasi 4 milioni di euro per il disturbo, con tanto di discussione sul come approvare la delibera lunedì in modo che siano immediatamente iscrivibili a bilancio e utilizzabili…)

    PS “Casualmente” ora al comune di Collegno è partita la discussione “costruiamo sul Campo Volo”…

  24. io:

    @mosk #22
    veramente è arrivato prima il progetto della metro e poi il parcheggio, quindi…
    E poi un metro lo fai per spostare delle persone in modo più efficace, non per “ridurre i costi”, altrimenti secondo questo criterio tanto varrebbe non fare nessuna metro. ;)

    @vb #23
    Vedi, è quello che scrivevo poco sopra per entrambe le tematiche (cubature e campo volo). Ho previsto il futuro ;p

  25. mosk:

    @io #24
    veramente è arrivata prima la *realizzazione* del parcheggio e poi quella della metro; a quel punto non potevano fare finta che il parcheggio non ci fosse.
    per quel che riguarda la seconda frase direi che non hai capito quel che volevo dire :-)

 
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