Premio produzione
Io, oggi pomeriggio, ho prodotto: se vi venisse utile una applicazione mistica delle regexp in Perl, a scopo split ed elaborazione di dati da file CSV con valori particolarmente eterogenei, sfruttando quindi un mix di zero-width assertion, look-ahead assertion e look-behind assertion, faccio che copiare e incollare l’espressione da usare:
/(?:^|(?<!\\)\”|(?<=;)|(?<=NULL));(?:$|\”|(?=;)|(?=NULL))/
Invece, sono incerto a chi attribuire il premio di produzione della giornata, relativo alle attività collaterali.
Potrei darlo alla mia assistente personale di Websella (peraltro molto solerte e gentile nel rispondere), che alla segnalazione del fatto che ieri mi veniva negata l’autorizzazione per pagare online con la carta di credito mi risponde: “Ma non si sarà mica smagnetizzata?”.
Credo però che la palma spetti all’impiegata dell’ufficio postale di via Nicola Fabrizi (niente affatto dissimile da quello di via Stradella già noto ai miei lettori) dove io sono entrato alle 13:35, cinque minuti prima dell’orario di chiusura. L’ufficio era deserto, e c’erano quattro sportelli aperti con le impiegate che spostavano fogli da un lato all’altro dell’ufficio, oppure guardavano decisamente il vuoto.
Dovendo pagare due bollettini, ho pigiato sul primo pulsante, quello blu e marcato “Pagamenti, versamenti…”, e mi è uscito il numero A099. Proprio allora una delle quattro signorine preme il pulsante, suona il beep, e si illumina la scritta A098. Nessuno si presenta; del resto l’ufficio è vuoto, dal lato del pubblico ci sono solo io. Attendo quindi che la signorina ripigi per permettermi di pagare, e invece… niente. Riprende a spostare fogli da un lato all’altro del suo tavolo, ogni tanto guardando la vicina. Passano dieci secondi, trenta secondi, un minuto… io sono lì con i miei bollettini e il bancomat già in mano; l’ufficio è deserto; non voglio infierire, ma comincio a chiedermi se sia una candid camera; a un certo punto decido che la pazienza è finita, e mi avvicino.
Appena mostro di avvicinarmi, la signorina smette di spostare i foglietti, preme il pulsante, fa comparire A099, e mi dice in tono sgarbato: “Guardi che per pagare i bollettini deve prendere i C!”. In pratica, verso il basso della distributrice di bigliettini, qualcuno aveva appiccicato un foglietto, con scritto a mano in una grafia da terza elementare “SOLO BOLLETTINI”, a cui corrispondeva un ulteriore pulsante.
Ora, se anche avessi visto quella scritta, io avrei pensato – come insegna la logica – che il pulsante “SOLO BOLLETTINI” può essere premuto solo da chi deve pagare bollettini, ma ciò non implica affatto che chi deve pagare bollettini debba per forza premere quel pulsante, visto che più in su nell’elenco c’è un altro pulsante intitolato “Pagamenti”, con il simbolo dell’euro e un elenco di sottovoci che comprende esplicitamente i bollettini.
Tutto questo ragionamento, però, diventa estremamente inutile nel momento in cui l’ufficio è vuoto e ci sono quattro persone allo sportello con niente da fare; in una azienda normale, farebbero a gara tra loro per servire prima il cliente. Probabilmente, però, premendo A invece di C io sono finito nella coda di quello sportello invece che in quella dello sportello a fianco; e quindi ho costretto la signorina del mio sportello a ben quindici secondi di lavoro – peraltro nel pieno delle sue lunghe cinque ore e venticinque minuti di normale orario di sportello quotidiano – che sarebbero altrimenti toccati alla sua collega.
Ci sarebbe da sperare nell’informatica, se non fosse che Banca Sella ha appena abilitato la possibilità di pagare i bollettini postali dall’Internet banking, previa pagamento di una commissione di 1,25 euro che si somma all’euro chiesto dalle Poste. In pratica, far lavorare i computer invece che gli impiegati viene fatto pagare più del doppio, nonostante il costo per le strutture coinvolte sia un millesimo. Se questo è il privato, forse non era così scema la proposta elettorale di nazionalizzare le banche…
[tags]perl, italia, lavoro, banche, poste, fancazzisti, pubblica amministrazione mascherata da privato per non rispondere a nessuno[/tags]
28 Maggio 2008, 17:46
Se per questo, IWBank fa pagare 1 euro e 50 (più l’euro delle Poste).
28 Maggio 2008, 18:01
Sì, con il distributore di biglietti salva-coda uno non sa mai che pulsante premere :-P specialmente per i bollettini o per ricaricare la PostePay.
Altra cosa demenziale è che la tecnologia riduce i costi ma dove si usa la tecnologia chiedono più soldi: a parte il caso delle banche (anche se fortunatemente le banche elettroniche serie hanno canoni più bassi e/o interessi più alti) perchè devo pagare un canone sul Telepass se fa risparmiare gli stipendi dei casellanti alle società che gestiscono le autostrade? Se ricarico una PostePay online perchè devo pagare l’euro di commissione come se facessi lavorare un impiegato ed allungare la coda allo sportello?
28 Maggio 2008, 18:03
Ora mi faccio la maglietta I (heart) $NomeAssistentePersonaleWebsellaCondivisaDaVbEMe.
28 Maggio 2008, 18:07
è questo che si intende per “condivisione della conoscenza”?
28 Maggio 2008, 18:40
ma ti lamenti sempre si vede che stai al nord dove avete solo la nebbia
28 Maggio 2008, 19:39
@napule: abbiamo anche la bagna caoda
28 Maggio 2008, 21:01
Ci sta che anche se avessi preso il bigliettino C ti sarebbe toccatolo stesso sportello.
Infatti i C e gli A vengono normalmente chiamati agli stessi sportelli secondo una logica che non ho ancora capito.
Normalmente se hai solo bollettini ti conviene prendere C, pero’ spesso la gente prende bigliettini con tutte le lettere (comprese la P e la F degli sportelli raccomandate e pacchi) mandando in vacca qualsiasi tentativo di ottimizzare le code con degli algoritmi.
Questo ovviamente se nell’ufficio postale c’e’ almeno un’altra persona.
Se non c’è nessuno come nel tuo caso ritengo persino inutile prendere un bigliettino :).
29 Maggio 2008, 09:34
In un’azienda normale non avrebbero fatto a gara per servire il cliente. Avrebbero obbligato il/la neoassunto/stagista a lavorare a servire il cliente.
29 Maggio 2008, 11:02
Bruno: LOL :)
29 Maggio 2008, 11:15
In pratica, far lavorare i computer invece che gli impiegati viene fatto pagare più del doppio, nonostante il costo per le strutture coinvolte sia un millesimo…
OK Vitto, qui ci siamo: questo è il motivo per cui rimpiango carrozze & cavalli e chiedo un referendum popolare per l’abolizione ICT.
MM
29 Maggio 2008, 11:30
Mantopelo: scrivere una tal cosa su internet e’ come scrivere su un giornale e chiedere l’abolizione della liberta’ di parola.
29 Maggio 2008, 11:43
Far lavorare i compiter? Ricordo sempre un libro che lessi da bambino, nei primi anni ’80, s’intitolava: “Nel XXI secolo”
Diceva, all’incirca: “Dopo il 2000 le macchine faranno il lavoro dell’uomo, e grazie agli avanzatissimi elaboratori che avremo, le persone lavoreranno al massimo mezza giornata, dedicando il resto del tempo alle arti, alle scienze, ai loro hobby”. L’unico che c’è riuscito davvero è VB…
30 Maggio 2008, 10:16
@simonecaldana: appunto lo scrivo qui e non su specchio dei tempi!