Rossoblu, datevi una calmata
Sono sicuro che vi aspettate da me un commento un po’ più approfondito e documentato della media sull’ennesimo episodio di violenza del calcio, ovvero l’investimento di un tifoso del Genoa ieri sera fuori da Marassi, travolto dal pullman che trasportava la squadra della Fiorentina che il tifoso stesso, pare, stava prendendo a pugni.
Cominciamo col premettere che la dinamica dell’incidente è tutt’altro che chiara, e che ovviamente si spera che il “ragazzo” di 37 anni finito all’ospedale con ferite gravissime riesca a salvarsi; stamattina ho sentito da varie parti commenti come “un cretino di meno” e “un fortunato caso di darwinismo” e mi sembrano comunque fuori luogo.
La partita di ieri, Genoa-Fiorentina, era importante: entrambe le squadre sono in lotta per qualificarsi in Champions League, e una vittoria le avrebbe lanciate, mentre il pareggio favorisce soprattutto la Roma che insegue. Il match è stato rocambolesco: il Genoa, pur rimasto in dieci per una espulsione abbastanza presto, ha giocato benissimo fino a giungere sul 3-0; dopodiché, con molta fortuna, ma anche grazie al calo fisico finale del Genoa, inevitabile per una squadra che gioca con un uomo in meno, gli avversari sono riusciti a recuperare e a segnare il 3-3 finale al 92′, un attimo prima della fine.
Stando alle immagini televisive, l’arbitro Rizzoli non è stato decisivo per il risultato; non ci sono stati gravi errori in occasione dei gol, e l’espulsione ci stava; anzi, gli unici errori visibili sono relativi ad altre due mancate espulsioni, una per parte, che sarebbero state sacrosante.
Stando ai commenti postati un po’ ovunque in queste ore dai genoani, invece, la partita è stata uno scandalo; Rizzoli ce l’aveva col Genoa sin dal principio, tanto è vero che è stato fischiato ben prima che cominciasse la rimonta avversaria; ha continuato a favorire la Fiorentina in ogni modo finché non ha pareggiato; i giocatori viola avrebbero insultato i tifosi del Genoa in vari modi, sia durante che dopo la partita; e il tutto sarebbe parte di un complotto di palazzo orientato ad aiutare la Roma.
Su questo punto, forse vi sembrerà strano, ma sospendo il giudizio. Mi spiego meglio: io vedo, da tifoso, una ventina di partite casalinghe l’anno; bene, nella maggior parte di queste prima o poi si scatena una sorta di psicodramma collettivo, in cui trentamila persone cominciano tutte insieme a fischiare e insultare l’arbitro. Basta un minimo errore, una rimessa invertita, un fallo dubbio, naturalmente nel giudizio intrinsecamente di parte del tifoso al massimo della concitazione: e subito partono gli insulti.
Ora, quasi sempre basta qualche minuto e gli animi si calmano, e il tifo torna a concentrarsi sul gioco. Alle volte, però, l’arbitro insiste, e inanella troppe sviste di fila; magari gli errori si rivelano decisivi. A quel punto, le trentamila persone escono dallo stadio infuriate, convinte di aver subito un furto, più o meno premeditato. In genere, poi, si arriva a casa, si guarda la televisione, si realizza che quello che da ottanta metri di distanza sembrava “un rigore clamoroso per noi” in realtà era un caso di morte improvvisa da spostamento d’aria, o magari che si aveva ragione ma che non era poi così facile valutare il fallo in una frazione di secondo, e ci si calma.
Qualche volta, diciamo tre o quattro l’anno, le immagini confermano il furto, oppure omettono le prove del delitto, visto che spesso le partite si orientano nelle piccole cose, nel bloccare azioni e invertire rimesse, e non nei grandi episodi che vanno in TV; e vabbe’, l’Italia è l’Italia, non sapremo mai se era solo una lunga serie di sfortunate sviste o se veramente l’arbitro aveva in simpatia la squadra avversaria, o magari se l’è presa solo perché a un certo punto alcune decine di migliaia di persone hanno definito in coro sua madre una “puttana” (suscettibilone!). Ma uno se ne fa una ragione; più piccola e irrilevante è la squadra, più spesso subisce; il campionato di calcio italiano è sempre girato così, oggi a me, domani a te e lo scudetto a Juve, Inter o Milan.
Ieri, invece, a Marassi lo psicodramma è esondato. Certo, è difficile vedere allontanarsi la Champions League al 92′ dopo aver dominato; la delusione è grossa. Ditelo a noi, che domenica scorsa, in una partita decisiva per la salvezza, siamo stati raggiunti nei minuti finali da un bellissimo tiro di Italiano con velo di giocatore avversario davanti al portiere, che però era beffardamente preciso identico, dalla stessa zolla nella stessa porta e con lo stesso fuorigioco passivo, al gol di Rubin in Toro-Cagliari che invece ci fu annullato mesi fa, virando la nostra stagione verso il baratro. Ma succede; ci giravano le scatole a mille, ma mica abbiamo aspettato fuori l’arbitro; bastava piuttosto che i nostri broccacci segnassero un gol in più.
Questi, invece, non si sono limitati alle sceneggiate. Sorvoliamo sulle vistose proteste di fine gara da parte dei giocatori rossoblu, che vanno stigmatizzate ma nell’incazzatura del momento ci possono stare; tolleriamo a fatica (anzi, no) il fatto che dei “tifosi” della tribuna numerata (quella da cento euro a biglietto) siano andati a malmenare le due inviate di Quelli che il calcio, Aida Yespica e Giulia Bonazzoli, perché la seconda, rappresentando in trasmissione la Fiorentina, osava esibire una sciarpa nemica.
Ma qui, alcune centinaia di tifosi si sono fermati a lungo dopo la partita, e non se la sono presa nemmeno con l’arbitro, ma con i giocatori avversari. Ora, può anche darsi che l’arbitro ieri abbia pesato: anche se dai servizi TV non sembra, può darsi che sia stata una di quelle due o tre partite dove l’arbitro è decisivo contro di te (bisogna comunque dire che quest’anno in altre partite gli errori degli arbitri hanno favorito il Genoa in modo evidente; la teoria del complotto è un po’ difficile da sostenere). Ma i giocatori avversari, che c’entrano? E anche se c’entrassero, che senso ha aspettare il bus avversario per andare a dare manate sulle porte?
Naturalmente i genoani non ci stanno: pubblicano ovunque questo video:
con cui vorrebbero dimostrare che non c’è stato alcun agguato e che l’autista del pullman, o forse la camionetta della polizia, ha deliberatamente investito il tifoso guidando come un pazzo.
Voi magari non ci siete mai stati, ma io sono stato più volte su un pullman in trasferta nel dopo partita: arriva la polizia e ti scorta a velocità folle, bruciando i semafori, mentre ogni incrocio è bloccato dai vigili per farti passare. La velocità alta è obbligata, anzi, le ditte di autonoleggio mandano solo autisti esperti proprio perché è richiesto saper sfrecciare e curvare a ottanta all’ora con un bus per le viuzze cittadine (immaginate a Genova). Serve appunto ad evitare gli agguati; un bus fermo è un ottimo bersaglio per qualsiasi cretino del posto dotato di pietre o bombe carta (ieri i giocatori della Fiorentina hanno fatto tutto il tragitto chinati verso terra). Ora, se uno si butta a piedi contro un bus lanciato a ottanta all’ora, sa perfettamente di rischiare grosso, no?
L’aspetto sportivo farà il suo corso; io spererei in pene severe per tutti. Una lunga squalifica di Marassi mi pare il minimo; se alcuni giocatori durante o dopo la partita hanno aizzato la folla, di una o dell’altra squadra che siano, vanno squalificati; e naturalmente Collina dovrebbe riguardarsi l’operato dell’arbitro per capire quanto ha sbagliato.
A me preoccupa di più il fatto che ci sia una tifoseria in buona parte in preda all’isteria, che vivrà questa storia come un ennesimo complotto di “poteri forti” contro la “piccola” squadra genovese (piccola tra virgolette, perché per soldi spesi è a ridosso delle prime), e qualsiasi punizione come prova del complotto stesso, come già avvenne quando Preziosi fu beccato a comprare la partita decisiva per la promozione in A, e il Genoa finì in C1. Mi preoccupa il fatto che non li si riesca a far ragionare, che alla prima partita girata male si rischi il morto: che dovrebbe succedere se per caso gli capitasse una stagione storta, di quelle dove a girare male sono dieci partite di fila?
Ancora di più, mi preoccupa che, nel post-Raciti, gli incidenti e i feriti leggeri siano in netto calo, ma i morti e i feriti gravi siano in aumento; a memoria d’uomo, non ci sono mai stati tanti morti nel calcio italiano come in questi ultimi due anni. Può essere che questo accada per un deterioramento sociale che le misure repressive più severe non riescono a compensare, o può darsi che la repressione si limiti a frustrare e gonfiare la rabbia dei più esagitati, facendo sì che, quando “finalmente” qualcosa accade, il risultato sia letale. In ogni caso, ci sarebbe da indagare con attenzione.
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